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“Autoefficacia e accettazione nella relazione con il paziente oncologico” è il titolo del workshop esperienziale che si terrà il 31 maggio all’ospedale di Negrar, promosso dal Servizio di Psicologia clinica

La paura nei confronti della sofferenza del malato oncologico coinvolge anche gli operatori sanitari che ogni giorno sono a contatto con i malati di cancro. A volte può ostacolare una relazione con il paziente che gli psicologici definiscono efficace, cioè in grado di trasmettere sicurezza ed empatia, preziose anche per una maggiore adesione ai trattamenti e una diminuzione dell’intensità degli effetti collaterali provocati dalle cure.

Workshop esperienziale di psiconcologia
Sul tema “Autoefficacia e accettazione nella relazione con il paziente oncologico”, martedì 31 maggio, a partire dalle 9, il centro di formazione dell’ospedale Sacro Cuore Don Calabria ospiterà il workshop esperienziale rivolto a psicologi, psicoterapeuti, medici e specializzandi.
L’iniziativa è promossa dal Servizio di Psicologia clinicacoordinato dal dottor Giuseppe Deledda, in collaborazione con la dottoressa Samantha Serpentini, psicologa presso l’Istituto oncologico Veneto. Inoltre è sostenuta dall’Onlus “Il sorriso di Beatrice a sostegno dei malati di cancro”.Alla giornata di studio parteciperanno il professor Thomas Merluzzi, psicologo, dell’Università di Notre Dame dell’Indiana (Stati Uniti) e il professor Giambattista Presti, professore associato di Psicologia generale dell’Università Kore di Enna.

La relazione accogliente con il malato oncologico
“Perché una relazione sia accogliente – spiega il dottor Deledda – è necessario in primo luogo che noi stessi accettiamo la sofferenza che si provoca il dolore dell’altro, la paura e a volte la rabbia. Questo in oncologia vale per i familiari ma anche per gli operatori sanitari. Solo così la persona ammalata si sente libera e legittimata ad esprimere le proprie emozioni e a muoversi con efficacia nel suo percorso di cura”.

Il Servizio di Psicologia clinica
L’ospedale di Negrar, dal febbraio del 2013, ha attivato un Servizio di Psicologia di cui fanno parte, oltre al dottor Deledda, anche gli psicologi e psicoterapeuti Sara Poli e Matteo Giansante. Un gruppo che sta raccogliendo anche importanti riconoscimenti: la Sipo (Società italiana di psicologia medica) nell’ultimo convegno nazionale lo ha premiato come migliore Gruppo di psiconcologia a livello nazionale, mentre il dottor Giansante è stato nominato coordinatore Sipo del Gruppo giovani.
“Il paziente oncologico nel momento della diagnosi ha di fronte a sé un lungo percorso e per affrontarlo nel migliore dei modi deve fa riferimento a tutte le risorse emotive di cui dispone – spiega il dottor Deledda -. È provato anche scientificamente che gli aspetti emotivi hanno un peso importante e possono contribuire positivamente al percorso di cura. Sembra un paradosso: ma si può vivere positivamente pur avendo una patologia oncologica“.
Il servizio di Psicologia clinica effettua consulenze per tutti i reparti ospedalieri, là dove il paziente lo richieda o ci sia una segnalazione da parte del medico. Tuttavia il 45% delle consulenze (dati 2015) viene svolto in ambito oncologico in stretta collaborazione con l’Oncologia medica, diretta dalla dottoressa Stefania Gori e all’interno del team multidisciplinare del Cancer Care Center, che non si limita solo all’aspetto della cura della malattia ma pone attenzione al vissuto del paziente durante il percorso della diagnosi e della terapia, nel corso del follow up e soprattutto quando si rendono necessarie le cure palliative.
“Una parte molto importante sono i pazienti sottoposti a cure palliative – sottolinea Deledda -, dove il dolore e il pensiero della morte sono componenti molto rilevanti”.

Un supporto ai malati e ai loro familiari
L’attività ambulatoriale ha registrato 986 colloqui nell’ultimo anno. Il maggior numero sono colloqui individuali, “anche se noi consigliamo che sia coinvolta la famiglia. Spesso i familiari sono concentrati più sulle paure che suscita in loro la malattia, piuttosto che sulle necessità “normali” del loro caro, come stare assieme o fare assieme le cose piacevoli di prima. Il paziente e il familiare si barricano ciascuno dietro le proprie paure, che difficilmente emergono senza la presenza di un facilitatore come può essere uno psicologo”.
Il Servizio segue in particolare i congiunti dei pazienti in fase terminale, per supportarli nel difficile compito di accompagnare il loro caro verso la fine della sua vita, ma anche per aiutarli ad affrontare un forte disagio che spesso si trasforma in rabbia verso la malattia, “colpevole” di aver distrutto ogni progetto e di imporre cambiamenti di vita.

Colloqui individuali e gruppi di auto-aiuto
Oltre ai colloqui individuali o familiari, l’équipe del dottor Deledda segue gli incontri gruppo. “Abbiamo da alcune settimane concluso una serie di incontri rivolti a donne in fase di chemioterapia, a cui hanno partecipato anche pazienti che avevano terminato la cura da poco o da qualche tempo. Questo ha permesso a coloro che avevano concluso la terapia di riassicurare le prime, ma anche di esprimere quei vissuti che erano rimasti bloccati e mai espressi”, sottolinea lo psicologo.
Altri gruppi, invece, sono rivolti alle donne colpite da tumore alla mammella, alle quali è raccomandato di perdere peso. Agli incontri partecipa anche la dietista, “ma è il gruppo a essere una risorsa, in quanto la presenza di altre persone che stanno vivendo la stessa esperienza, realizza uno spazio di condivisione, supporto e confronto, che velocizza processi individualmente lenti: ‘Se anche lei è stata capace di farlo, lo posso fare anch’io…'”, conclude il dottor Deledda.

Per richiedere ulteriori informazioni: 045.6013048 oppure psicologia@sacrocuore.it; per fissare un appuntamento presso gli ambulatori dedicati ai pazienti oncologici, contattare la segreteria dell’Oncologia Medica 045.6013472

elena.zuppini@sacrocuore.it