Il 3 ottobre il Centro decadimento cognitivo promuove un convegno al Museo Nicolis di Villafranca dal titolo “Officina della memoria”, il primo step di un progetto che vuole coinvolgere le realtà sociali ed economiche del territorio

Oggi in tutto il mondo si celebra la XXII Giornata mondiale dell’Alzheimer, la forma più diffusa i demenza che nel mondo colpisce su tutto il pianeta 36 milioni di persone, un numero destinato a crescere a causa del progressivo allungamento della vita media e quindi della popolazione anziana.

Proprio per questo la patologia è oggetto di un forte interesse da parte della comunità medico-scientifica internazionale, impegnata a scoprirne le cause e quindi le terapie.

Ma il morbo di Alzheimer (dal cognome dello psichiatra tedesco che nel 1901 descrisse per primo i sintomi della patologia degenerativa del sistema nervoso centrale in particolare dei centri della memoria e del linguaggio) ha anche una forte ricaduta sociale, in quanto ha un decorso che può durare molti anni e il paziente richiede progressivamente un’assistenza totale. Assistenza il più delle volte a carico delle famiglie, spesso lasciate sole a sostenere una fatica enorme, resa ancora più pesante dai pregiudizi e dalle paure socialmente diffuse nei confronti della malattia.

Una risposta a questa condizione può arrivare da un’alleanza ospedale e realtà economico-sociali del territorio al fine di costruire un percorso che possa offrire una vita ricca e significativa anche alle persone fragili, come possono essere le donne e gli uomini affetti da demenza. E ai loro familiari, che spesso devono sacrificare la loro vita lavorativa e sociale per dedicarsi totalmente alla cura del loro caro.

È questo il progetto che nasce nel Centro Decadimento cognitivo dell’ospedale Sacro Cuore Don Calabria afferente all’Unità operativa di Neurologia, diretta dal dottor Claudio Bianconi (Photo Galleryl’équipe al completo)

Progetto che avrà come primo capitolo il convegno aperto al pubblico dal titolo “Officina della memoria”, in programma sabato 3 ottobre a partire dalle 15.30. L’evento sarà ospitato in un prestigioso luogo di cultura da sempre attento alle tematiche sociali. come il Museo Nicolis di Villafranca.

“Un titolo significativo che richiama alla memoria, il prezioso bagaglio che ogni persona dispone, che viene sì colpito dalla demenza, ma che può essere stimolato perché sia conservato più a lungo. Il termine memoria richiama anche le auto d’epoca esposte al Museo Nicolis, come il sostantivo “officina”, che però è anche il luogo in cui si costruisce qualcosa. In questo caso un progetto condiviso per i pazienti”, spiega il dottor Bianconi.

“Sono felice che il “Sacro Cuore Don Calabria” abbia scelto il Museo Nicolis per questo incontro con le famiglie” – commenta il presidente, Silvia Nicolis (vedi Photo Gallery) -. Anche in questo modo vogliamo testimoniare il nostro impegno sociale e la nostra vicinanza alle tante famiglie di Verona e dell’intero territorio che si trovano ad affrontare problematiche così complesse e che non devono sentirsi abbandonate dalla propria comunità. Avere un ruolo attivo nella società significa mettere a disposizione le proprie risorse, il proprio tempo, la propria passione- prosegue – Al Museo Nicolis lo facciamo ogni giorno per promuovere la cultura, il valore della tradizione, le ricchezze del territorio. Con questo evento, sosteniamo il bel progetto dell’ospedale di Negrar ma vogliamo anche ricordare che i luoghi della cultura moderna sono e devono essere luoghi aperti, che favoriscono l’incontro e il confronto delle persone su temi che riguardano la vita di tutti e di tutti i giorni, perché “cultura” è uno stile di vita quotidiano che nasce dal “sapere” e si sviluppa con la condivisione”

L’obiettivo dell’incontro è innanzitutto quello di informare e sensibilizzare la popolazione su una condizione patologica, la demenza, che nel solo Veronese interessa 12mila persone (report 2013 della Regione) di cui 9.241 affette da Alzheimer, su una popolazione di 227.363 ultrasessantenni.

Dopo i saluti del presidente dell’ospedale Sacro Cuore Don Calabria, fratel Carlo Toninello, il convegno sarà aperto dalla dottoressa Zaira Esposito, responsabile del Centro Decadimento cognitivo di Negrar, che focalizzerà il suo intervento sulla differenza tra decadimento fisiologico, dovuto all’età, e patologico. A raccontare la sua esperienza di medico, ma soprattutto di figlio di una madre affetta da Alzheimer sarà il dottor Alberto Cester, direttore del Centro Decadimento cognitivo dell’ospedale di Mirano (Venezia). Chiuderà il pomeriggio la dottoressa Paola Poiese, psicologa e psicoterapeuta del Centro Decadimento cognitivo del Sacro Cuore Don Calabria, che parlerà dell’impatto emotivo sui pazienti e sui familiari della demenza. Durante i lavori, i malati potranno visitare il Museo Nicolis, seguendo un percorso studiato appositamente per loro.

Il convegno e il progetto che da esso prenderà forma hanno come premessa il lavoro che da tre anni il Centro Decadimento cognitivo svolge con piccoli gruppi di pazienti. Si tratta di attività di stimolazione cognitiva che prevede esercizi di mantenimento della memoria, dell’attenzione e del linguaggio, oltre all’elaborazione di strategie per la gestione della vita quotidiana.

Da circa un anno il Centro ha formato un gruppo di familiari di pazienti per aiutarli ad affrontare in senso propositivo la malattia del loro caro.