Oggi è la Giornata mondiale dell’asma, che in Italia colpisce oltre 3 milioni di persone, ma in molti sottovalutano i sintomi e le possibili conseguenze. Ne abbiamo parlato con il dott. Carlo Pomari, responsabile di Pneumologia al Sacro Cuore

L’asma è una malattia delle vie aeree che colpisce, con varia intensità, in tutto il mondo (300 milioni di persone malate, cioè una ogni 20). In Italia l’incidenza è superiore al 6% della popolazione, pari a oltre 3 milioni e mezzo di persone. Molto spesso questo disturbo è associato alle allergie, ma su di esso incidono molti altri fattori legati allo stile di vita, al clima e all’inquinamento. Ne abbiamo parlato con il dott. Carlo Pomari, responsabile dell’Unità semplice di Pneumologia del Sacro Cuore, in occasione della giornata mondiale dedicata a questa malattia che si celebra il 3 maggio.

Dott. Pomari, cos’è l’asma?
L’asma è una malattia caratterizzata da un’ostruzione reversibile delle vie aeree solitamente dovuta a un processo infiammatorio. In genere l’infiammazione è causata da una qualche forma di allergia ed ha delle radici di tipo genetico. Talvolta un soggetto può ammalarsi di asma in seguito all’esposizione prolungata a sostanze presenti nell’ambiente di lavoro. In questo caso si parla di asma professionale.

Si può guarire?
L’asma è una malattia cronica comune e potenzialmente grave, che tuttavia può essere tenuta molto bene sotto controllo., perché può essere trattata efficacemente e la maggior parte dei pazienti possono raggiungere un buon controllo della malattia. L’importante è non trascurarla, non sottovalutare i sintomi ed essere il più possibile regolari nell’assunzione della terapia prescritta dallo specialista pneumologo.

Quali sono i sintomi più importanti?
I sintomi più comuni sono respiro corto, oppressione toracica, tosse persistente di varia intensità, sibili, dispnea. Naturalmente questi sintomi variano molto nel tempo. Ad esempio il malessere sarà molto pronunciato quando si entra a contatto con sostanze allergeniche che possono scatenare una crisi, mentre i sintomi saranno meno intensi o assenti nei periodi compresi tra una crisi e l’altra.

Ci sono dei campanelli d’allarme?
Attacchi di tosse prolungati dopo uno sforzo o dopo una risata. Fiato corto e senso di oppressione notturno senza cause apparenti. Strascichi di tosse per molto tempo dopo un raffreddore. Sono tutte situazioni che, se si ripetono in modo ricorrente, dovrebbero indurre a fare degli approfondimenti.

Cosa fare quando ci si accorge di avere questi sintomi?
Anzitutto non bisogna sottovalutarli. Purtroppo di solito succede che se un malessere non interferisce con la vita quotidiana, tendiamo a dimenticarlo. Così gli attacchi di tosse prolungati vengono attribuiti a cause spesso infondate, quali lo stress, il freddo o altro. E solo quando il disturbo diventa cronico si va a farsi vedere dal medico.

Quali esami bisogna fare per approfondire un sospetto di asma?
Bisogna fare due esami funzionali molto semplici. Si tratta della spirometria e del test di provocazione bronchiale aspecifico. Nel primo caso si misura la quantità ed il flusso di aria emessa da un soggetto soffiando nello spirometro prima e dopo la somministrazione di un farmaco broncodilatatore. Invece il test di provocazione bronchiale consiste nella somministrazione di metacolina, una sostanza che somministrata per aerosol nei soggetti asmatici provoca entro sette dosi una progressiva riduzione del 20% dei flussi espiratori rispetto al valore basale, confermando la diagnosi.

Quali sono le terapie?
Le terapie per l’asma oggi sono molto efficaci e tarate assai bene sulle reali condizioni del paziente, grazie a test che possono vedere con precisione il livello di infiammazione delle vie aeree, permettendo di dosare i farmaci in modo adeguato. I farmaci usati sono i broncodilatatori e i cortisonici inalatori.

Cosa succede se la malattia viene trascurata?
Un asma trascurato o curato male può portare a crisi via via più pesanti, con sintomi sempre più accentuati e frequenti. Nel 2015 in Italia sono morte un centinaio di persone in seguito ad attacchi d’asma. Inoltre se non viene curato, l’asma può portare alla BPCO, che è una malattia più grave e non reversibile delle vie aeree, caratterizzata da una definitiva perdita di funzione polmonare.

Quali allergie possono provocare l’asma?
Come si diceva, spesso sono le allergie i fattori scatenanti dell’asma. Tra le sostanze più insidiose, da questo punto di vista, ci sono svariati tipi di pollini, per non parlare della parietaria e delle graminacee. Un potente allergenico sono alcuni tipi di muffa, come l’alternaria che si crea su specifici materiali in via di decomposizione o in colonie come ad esempio carta da parati, foglie, tappeti, ecc… In questo caso, ad esempio, ci si accorge dell’allergia quando si viene colti da attacchi asmatici tutte le volte che si entra in un determinato luogo. Anche i peli di gatto sono molto allergenici, tanto più se consideriamo che possono restare in un ambiente anche per 5-6 anni.

Cosa si può fare a livello di prevenzione?
La prevenzione primaria si fa limitando i contatti con le sostanze che scatenano gli attacchi.

E riguardo allo stile di vita?
Per un soggetto asmatico è particolarmente importante seguire uno stile di vita corretto, così da limitare la frequenza e l’intensità delle crisi. Quindi niente fumo e niente abuso di sostanze alcoliche. Un discorso a parte va fatto sull’alimentazione. Spesso le crisi asmatiche sono associate a reflusso gastro-esofageo, in modo particolare in soggetti sovrappeso. Perciò se si vuole tenere sotto controllo l’asma è fondamentale alimentarsi in modo corretto.

Com’è la situazione a livello epidemiologico?
In Italia l’incidenza dell’asma è compresa fra il 5 e il 7% della popolazione. Tra l’altro il trend è in crescita, anche perché c’è un significativo aumento di persone, soprattutto bambini, che sviluppano una qualche forma di allergia.

E l’inquinamento?
Indubbiamente l’inquinamento accentua i sintomi nei soggetti asmatici. Questo vale soprattutto per le polveri sottili e per l’ossido di azoto prodotto dagli scarichi delle automobili.

matteo.cavejari@sacrocuore.it