Cala la copertura vaccinale e inevitabilmente aumentano i casi di morbillo, una malattia infettiva che può avere gravi complicanze come la polmonite interstiziale e l’encefalite. Ecco perché è doveroso sottoporre i bambini alla vaccinazione

I numeri parlano da soli. Nei primi mesi del 2017 sono stati registrati in Italia la quasi totalità dei casi di morbillo rilevati durante tutto il 2016. Lo scorso anno sono state infatti 884 le persone che si sono ammalate, più di 700 quelle che invece si sono infettate da gennaio a marzo, con un incremento del 230% nel primo trimestre di quest’anno.

Un gigantesco passo indietro sulla strada della scomparsa nel nostro Paese di un virus che nel mondo, là dove non viene praticata la vaccinazione di massa, provoca ancora 158mila morti all’anno.

“E’ l’inevitabile conseguenza del calo della copertura vaccinale”, afferma il dottor Antonio Deganello (nella foto), direttore della Pediatria dell’ospedale Sacro Cuore Don Calabria, dove nel corso del 2017 sono stati ricoverati due bambini per morbillo. “Quando ci si allontana dalla percentuale del 95% che garantisce la non circolazione del virus proteggendo anche coloro che non possono vaccinarsi, le infezioni aumentano. Soprattutto se si tratta di un virus altamente contagioso come quello del morbillo”. Da quel 95% l’Italia si è allontanata di molto toccando nel 2015 la media, secondo l’Istituto superiore della Sanità, dell’82,29%. Oggi sono in atto campagne d’informazione, con l’obiettivo di contrastare un’ideologia anti-vaccini priva di qualsiasi base scientifica e ricca di leggende metropolitane. La bufala più grande finora diffusa è la correlazione tra il vaccino trivalente o Mpr (Morbillo, Parotite e Rosolia) e l’autismo.

Un falso scientifico che ha origine da uno studio inglese pubblicato nel 1998 sulla prestigiosa rivista medica “The Lancet”. L’ipotesi emersa è stata successivamente valutata da numerosi studi in Europa e negli Stati Uniti, nessuno dei quali ha confermato un rapporto di causa-effetto tra il vaccino Mpr e l’autismo, tanto che la rivista “The Lancet” ha ritirato lo studio nel 2010 scusandosi per l’abbaglio. La ricerca non solo presentava errori di natura epidemiologica, ma è stato provato che uno degli autori, Andrew Wakefield, aveva falsificato la storia medica dei pazienti per supportare i dati e che l’intero studio era stato alterato per interessi economici. Wakefield è stato radiato dall’Ordine dei medici inglesi, ma un documentario che lo vede protagonista viene ancora proiettato creando danni enormi.

“Grazie ai vaccini abbiamo dimenticato le malattie che i vaccini stessi hanno fatto scomparire e insieme ad esse anche le gravi complicanze di queste patologie – prosegue il dottor Deganello -. E’ legittimo e doveroso che i genitori s’informino prima di sottoporre il loro figlio ad un atto medico. Ma devono farlo attraverso i giusti canali: rivolgendosi al pediatra di fiducia e consultando sul web i siti di realtà scientifiche credibili“.

Dottor Deganello, cos’è il morbillo?

E’ forse la malattia infettiva più contagiosa, tra tutte le malattie infettive cosiddette infantili. Colpisce in genere i bambini tra 1 e 3 anni. La sua alta trasmissibilità è dovuta al fatto che il contagio avviene per via aerea, tramite le goccioline respiratorie che si diffondono nell’aria quando il malato tossisce o starnutisce.

Quali sono i sintomi?

La malattia esordisce in genere come un raffreddore (tosse, catarro, starnuti) a cui si aggiunge la febbre che può raggiungere anche il 40°. Può presentarsi anche una congiuntivite, con occhi rossi e lacrimanti e naturalmente l’esantema maculo-papulare, i classici puntini rosso vivo, prima dietro le orecchie e sul viso e poi su tutto il resto del corpo. La malattia persiste tra i 10 e i 20 giorni.

Quando sorgono questi sintomi è necessario portare il bambino in ospedale o è possibile curarlo anche a casa? Ci sono farmaci specifici da somministrare?

Il bambino può essere curato anche a domicilio isolandolo da eventuali familiari che non hanno passato il morbillo. Non ci sono farmaci specifici, ma solo sintomatici, come gli antipiretici per far abbassare la febbre”.

Quali sono le complicanze?

Si va dalla bronchite alla polmonite fino alla polmonite interstiziale. Si tratta di una polmonite che colpisce l’interstizio, cioè il tessuto di rivestimento degli alveoli polmonari. La polmonite interstiziale può presentarsi nel 6% dei casi di morbillo, ma il 15% può avere esiti mortali. La complicanza più grave resta l’encefalite, l’infiammazione dell’encefalo. L’incidenza dell’encefalite è un caso ogni mille di morbillo, ma nel 15% dei casi comporta delle sequele neurologiche e può portare anche alla morte.

A quale età si devono vaccinare i bambini?

Il vaccino viene somministrato tramite un’iniezione sul deltoide o sulla coscia tra i 12 e i 15 mesi di vita, insieme al vaccino anti rosolia e parotite (trivalente). E’ un vaccino molto efficace e già alla prima somministrazione ha un’ottima copertura. Tuttavia è consigliabile il richiamo dopo dieci anni.

Anche gli adulti si possono vaccinare?

Certamente. Il vaccino è altamente consigliabile anche per gli adulti che non hanno potuto (perché il vaccino non era ancora in commercio) o non hanno voluto vaccinarsi in passato. Le complicanze della malattia sono le stesse sia per i bambini sia per gli adulti. Naturalmente parliamo di adulti che non sono mai stati contagiati, chi ha già passato la malattia è immune”.

Il vaccino dà effetti collaterali?

Essendo realizzato con un virus vivo attenuato può avere effetti imprevisti. Tuttavia per gravità e per frequenza, le complicanze sono trascurabili rispetto ai vantaggi dati dal vaccino”.

I genitori che non sottopongono i figli alla vaccinazione oltre a manifestare timori verso il vaccino, si giustificano dicendo che da bambini si sono ammalati ed è stata una banale malattia infettiva…

“La loro esperienza può anche essere vera, ma non viene meno la realtà dei fatti: le complicanze gravi del morbillo, come di altre malattie per cui anni fa non c’erano i vaccini, sono le stesse oggi come 30 anni fa. Io ero già un pediatra quando non era stato ancora introdotto il vaccino anti-morbillo e ho visto tante polmoniti interstiziali ed encefaliti. E purtroppo anche decessi”.

elena.zuppini@sacrocuore.it