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Grazie all’immunoterapia si sta ottenendo un incoraggiante aumento della sopravvivenza in diversi tumori. Sull’efficacia di questi trattamenti ma anche sulla gestione delle tossicità se ne parla in un convegno all’IRCCS Ospedale Sacro Cuore

Sono i nuovi farmaci immunoterapici in Oncologia il tema del convegno che si terrà martedì 18 giugno all’IRCCS Ospedale Sacro Cuore Don Calabria (vedi programma). Un pomeriggio di confronto sui meccanismi di azione dei questi innovativi farmaci e sulla gestione delle tossicità.

 

“L’immunoterapia è sicuramente un’importante innovazione nella cura dei tumori”, spiega la dottoressa Stefania Gori, direttore dell’Oncologia Medica e responsabile della segreteria scientifica del convegno. “A differenza di altri trattamenti oncologici, infatti, il bersaglio dell’immunoterapia non è il tumore in sé ma è il sistema immunitario, che viene reso libero di attaccare la neoplasia. Questo cambio di prospettiva ha due importanti vantaggi – sottolinea -. Innanzitutto è che, non essendo vincolata ad uno specifico bersaglio tumorale, l’immunoterapia può essere utilizzata per diversi tumori. Inoltre grazie ad una caratteristica fondamentale del sistema immunitario, cioè la memoria immunologica, i pazienti che rispondo al trattamento riescono ad ottenere risposte di lunga durata che con altri tipi di terapie non è possibile avere. E questo si sta traducendo in un incoraggiante aumento della sopravvivenza in diversi tumori“.

 

Ma quali sono i meccanismi attraverso i quali agiscono i farmaci immunoterapici?

“Il sistema immunitario è in grado di riconoscere il tumore come un corpo estraneo all’organismo, ma non riesce ad eliminarlo perché il tumore lo blocca agendo con dei freni inibitori – risponde il dottor Alessandro Inno dell’Oncologia Medica del “Sacro Cuore Don Calabria” -. I farmaci immunoterapici rimuovono questi freni, consentendo quindi al sistema immunitario di attaccare il tumore e distruggerlo”.

 

L’immunoterapia è indicata per tutti i tumori, o vi sono delle neoplasie che rispondono a questi farmaci in modo particolare?

Attualmente in Italia sono già disponibili farmaci immunoterapici per il melanoma, il tumore del polmone non microcitoma, le neoplasie della testa e del collo, il tumore del rene, il linfoma di Hodgkin e il tumore a cellule di Merkel, un tipo raro di cancro della pelle. Fra non molto potranno essere impiegata anche per altre forme neoplastiche per cui l’immunoterapia si è dimostrata efficace, come per il tumore del polmone microcitoma, i tumori uroteliali, l’epatocarcinoma ed un tipo di tumore della mammella detto triplo-negativo. Infine è ipotizzabile che in futuro le indicazioni alla immunoterapia potranno ampliarsi ulteriormente in quanto si stanno svolgendo studi clinici su altri tipi di tumori.

 

Tutti i pazienti ottengono beneficio dall’immunoterapia?

No e purtroppo, per ora, non abbiamo a disposizione strumenti affidabili per prevedere a priori la risposta che avrà ogni singolo paziente.

 

Come e quando viene somministrata, prima o dopo l’intervento?

I farmaci immunoterapici sono somministrati in flebo e l’infusione dura in genere circa un’ora. La terapia viene ripetuta ogni due, tre o quattro settimane a seconda del tipo di farmaco e del tipo di tumore. Solitamente l’immunoterapia viene impiegata quando il tumore non è operabile in quanto ad uno stadio avanzato con metastasi in altri organi. A seconda dei casi, può essere usata come terapia di prima scelta oppure dopo che altri approcci terapeutici, come la chemioterapia, abbiano esaurito la propria efficacia. In alcuni tumori l’impiego della immunoterapia si sta spostando in stadi più precoci di malattia, come ad esempio nel melanoma, dove i farmaci immunoterapici possono essere usati per prevenire le ricadute dopo l’asportazione chirurgica del tumore.

 

Viene impiegata anche in associazione alla chemioterapia e alla radioterapia?

Al momento l’immunoterapia viene somministrata da sola, ma anche da questo punto di vista lo scenario sembra destinato a modificarsi rapidamente. Per diversi tumori sono infatti già stati condotti studi su combinazioni tra immunoterapia e chemioterapia, o tra diversi farmaci immunoterapici, che si sono dimostrati efficaci nel migliorare i risultati delle cure, e che potremo iniziare presto a usare anche nella pratica clinica.

 

Quali sono gli effetti collaterali?

L’immunoterapia generalmente è meglio tollerata della chemioterapia, ma può avere degli effetti collaterali particolari che chiamiamo immuno-correlati. Essi sono dovuti alla reazione del sistema immunitario contro organi sani. Qualsiasi organo quindi potrebbe essere interessato dagli effetti collaterali, ma quelli più frequentemente colpiti sono la cute, gli organi endocrini, l’intestino, il fegato ed il polmone. Si possono quindi verificare eruzioni cutanee, tiroiditi con ridotto o eccessivo funzionamento della tiroide, coliti, epatiti, polmoniti. Questi eventi si verificano in circa un terzo-metà dei pazienti, ma nella stragrande maggioranza di casi si tratta di eventi lievi, gestibili e reversibili. È importante però che i pazienti siano a conoscenza dei possibili effetti collaterali, al fine di contattare l’oncologo in caso di sospetta tossicità, per poter gestire nel modo più corretto ed efficace gli effetti indesiderati della terapia.

elena.zuppini@sacrocuore.it