Per l’alluce valgo di entità media o moderata è indicata la chirurgia percutanea, che non prevede incisioni sulla pelle. E già dal giorno dopo l’intervento il paziente può tornare a camminare caricando sul piede

Si chiama chirurgia percutanea dell’alluce valgo ed è una tecnica chirurgica che corregge la dolorosa deformità del primo dito del piede senza incidere la pelle. Un intervento in anestesia locale, che consente al paziente di camminare caricando sul piede già dal giorno dopo l’operazione. Il dolore post operatorio è pressoché assente come le cicatrici, con un notevole vantaggio estetico.

Tuttavia è importante precisare che non sempre il valgismo dell’alluce può essere trattato con la tecnica percutanea, che ha indicazioni molto precise alle quali il chirurgo deve attenersi per ottenere buoni risultati”, spiega il dottor Venanzio Iacono (foto 1), responsabile della Chirurgia del piede e della caviglia, nell’ambito dell’Unità operativa di Ortopedia e Traumatologia dell’ospedale Sacro Cuore Don Calabria, diretta dal dottor Claudio Zorzi.

Cos’è l’alluce valgo

L’alluce valgo è una delle patologie più comuni dell’avanpiede soprattutto nel sesso femminile: la sua prevalenza, pari al 23% tra i 18 e i 65 anni, aumenta con l’età, attestandosi su valori superiori al 35% dopo i 65 anni.

Il dito appare deviato lateralmente (foto 2), a volte è ruotato esternamente – prosegue il dottor Iacono -. Alla sua base sul lato mediale si forma una tumefazione (borsite reattiva dolente) corrispondente alla testa del primo metatarso, chiamata comunemente ‘cipolla’. Con il peggiorare della deformazione si sviluppa un sovraccarico sulla parte anteriore del piede con alterazione dolorosa del carico sulle teste metatarsali, accompagnata da deformità a danno del secondo dito che sviluppa callosità dolenti. Il cosiddetto dito a martello” (foto 3).

La deformazione è legata a cause genetiche. Tra i fattori predisponenti vi è il cosiddetto piede egizio, ossia il morfotipo caratterizzato da un alluce più lungo, rispetto alle altre dita. Altri fattori sono i dismorfismi rotazionali dell’arto inferiore come il piede piatto. Ma il valgismo può essere correlato anche a malattie infiammatorie come, per esempio, l’artrite reumatoide oppure a conseguenze di fratture della caviglia o delle ossa del piede. Non vanno sottovalutati, infine, i fattori ambientali in grado di alterare la biomeccanica del passo, come l’uso di scarpe a pianta stretta e con tacchi alti che, agendo su un piede predisposto, contribuiscono a favorire lo sviluppo precoce della deformazione.

I trattamenti

E’ possibile provare a trattare il problema con l’uso di calzature comode, a pianta larga con tomaia morbida e suola flessibile, con sostegno della volta e dello scarico dei metatarsi. Il tacco non deve essere più alto di 4 cm. I tutori correttivi possono avere una certa efficacia nelle prime fasi.

Quando questi rimedi non sortiscono effetto o non vengono accettati dal paziente in quanto antiestetici – sottolinea l’ortopedico – è indicato procedere con l’intervento chirurgico per ‘riallineare l’alluce’Esistono varie tecniche chirurgiche per correggere i diversi gradi di valgismo. L’obiettivo è quello di ottenere una buona correzione per diverse tipologie di deformità. E’ importante distinguere se si tratta di una deformità limitata al primo dito del piede o se è parte di una sindrome. In quest’ultimo caso è fondamentale correggere tutti i malfunzionamenti nel piede e non solo il valgismo dell’alluce. La chirurgia percutanea è indicata in genere per gli alluci valghi di entità lieve o moderata“.

La chirurgia percutanea dell’alluce valgo

L’intervento viene effettuato in anestesia periferica o locale in regime di day-surgery o ambulatoriale. Prevede gesti chirurgici precisi che riguardano sia le parti molli sia quelle ossee. Gli strumenti chirurgici impiegati sono estremamente semplici e di piccole dimensioni (foto 4).

“Questa tecnica mininvasiva – spiega ancora Iacono – prevede l’esecuzione di sezioni ossee e sezioni delle strutture capsulari e legamentose retratte, come nella chirurgia tradizionale. L’aspetto rivoluzionario e vantaggioso è da individuarsi nelle modalità di esecuzione e nella strategia operatoria: i sottilissimi strumenti chirurgici impiegati vengono introdotti nella cute tramite minuscoli forellini e senza bisogno di eseguire incisioniL’operazione avviene ‘a cielo chiuso’ ossia senza l’esposizione del piano osseo e dei tessuti circostanti per cui il monitoraggio radiologico durante la seduta operatoria è essenziale per guidare con precisione il chirurgo. La chirurgia percutanea non può essere considerata una chirurgia minore – sottolinea – . E’ vero che viene eseguita tramite incisioni cutanee minime ma, attraverso di esse, vengono effettuati gesti chirurgici analoghi a quelli delle tecniche aperte. Per questo motivo l’intervento deve essere eseguito da chirurghi esperti del piede sia in chirurgia tradizionale che in chirurgia percutanea“.

Quando è indicata

Non tutti i casi di alluce valgo possono essere trattati con la chirurgia percutanea. “La scelta del tipo di intervento viene decisa in sede di visita e dopo una attenta valutazione delle radiografie dei piedi sotto carico, tenendo conto di diversi parametri quali l’età, il dolore e soprattutto del grado di deformità. Talvolta la chirurgia percutanea può essere associata a tecniche chirurgiche tradizionali di correzione dell’alluce, in particolare per trattare anche le deformità a carico delle altre dita”, afferma Iacono.

Il decorso post-operatorio

Il paziente viene dimesso lo stesso giorno dell’intervento o la mattina successiva dopo aver effettuato la medicazione e può tornare a camminare caricando sul piede con un’apposita calzatura a suola piana (foto 5). Il dolore post operatorio è minimo rispetto alla chirurgia classica notoriamente dolorosa.

“Il bendaggio, che deve essere rinnovato ogni 7/10 giorni per un mese è fondamentale nel trattamento (foto 6) – conclude il dottor Iacono -. Esso deve mantenere stabili le correzioni effettuate in sala operatoria in quanto l’intervento non prevede l’uso di mezzi di sintesi come viti, fili di acciaio... Dopo un mese dall’operazione viene effettuata una RX di controllo e collocato uno spaziatore morbido tra 1° e 2° dito per altri 30 giorni”.

Potrebbe interessarti: