Il dottor Sergio Albanese, direttore dell’ORL, spiega perché all’improvviso il mondo sembra girare attorno a noi, facendoci perdere il controllo del nostro corpo: dalla labirintite alla sindrome di Menière

E’ un’esperienza che chi prova non augura nemmeno al suo peggior nemico: all’improvviso il mondo gira attorno al malcapitato, costringendolo a fare i conti con la perdita di controllo del proprio corpo e a cercare disperatamente un qualsiasi appiglio per non cadere rovinosamente a terra. E’ la vertigine causata da una brusca alterazione di quel sistema complesso chiamato equilibrio, grazie al quale l’uomo può rimanere eretto nonostante il baricentro molto stretto.

 

“Soprattutto per coloro che non hanno mai provato una sensazione simile, la vertigine è un evento traumatico – spiega il dottor Sergio Albanese, direttore dell’Otorinolaringoiatria del “Sacro Cuore Don Calabria” -. Infatti molto spesso alla terapia per la patologia vertiginosa, dobbiamo affiancare anche farmaci che compensino l’aspetto psicologico, molto provato da questa fulminea sensazione di insicurezza”.

 

Ma da cosa è provocata la vertigine? “Quello dell’equilibrio è uno dei sistemi del nostro corpo più complessi e affascinanti – risponde il medico – garantito essenzialmente da dei sensori periferici, situati in gran parte nell’orecchio, e da un sistema centrale di elaborazione delle informazioni, che è il cervello, in dialogo fra loro. Quando accade un evento anomalo a uno o all’altro degli elementi si verifica la vertigine”.

 

Le vertigini più comuni, che colpiscono almeno una volta nella vita una grande fetta della popolazione, sono chiamate genericamente labirintiti e fanno parte della famiglia delle vertigini sporadiche a cui appartiene anche la vertigine posizionale parossistica benigna.

 

La labirintite è causata di solito da un attacco virale tale da infiammare l’organo dell’equilibrio dentro l’orecchio (labirinto) – spiega ancora il direttore dell’Orl – Si manifesta all’improvviso con una forte vertigine che persevera ore fino, nei casi più gravi, a intere settimane. Di solito si impiega una terapia per controllare la nausea e il vomito provocata dalla vertigine, accompagnata da farmaci per attenuare il senso di sbandamento”.

 

La fase di guarigione ha un andamento non lineare che induce il paziente, per il fatto di sentirsi meglio, ad adottare comportamenti a rischio come guidare l’auto, la moto, salire su una scala a pioli o andare in bicicletta. “E’ necessario invece essere molto cauti – raccomanda il medico – perché la vertigine può ripresentarsi all’improvviso. Soprattutto per coloro che svolgono determinate professioni come gli autisti di pullman o di camion è consigliabile sottoporsi presso l’otorino ad un test di verifica dell’avvenuta guarigione prima di riprendere il lavoro”.

 

Rispetto alla labirintite, di diversa natura, e causa, è la vertigine posizionale parossistica benigna. Anche questa compare all’improvvisoma solo nel passaggio dalla posizione eretta a quella supina e viceversa. Oppure quando ci si gira nel sonno in direzione dell’orecchio coinvolto. A differenza delle vertigini da labirintite, quelle posizionali, pur provocando una rotazione intensa, durano pochi secondi e sono causate da un un problema ‘meccanico’. I ‘colpevoli’ sono gli otoliti, minuscoli cristalli di ossalato di calcio contenuti in alcuni sensori dell’apparato vestibolare, cioè la porzione dell’orecchio che contiene i recettori dell’equilibrio. Non si conosce esattamente il motivo che porta al distacco degli otoliti che, viaggiando nei canali semicircolari dell’orecchio, interferiscono con le terminazioni nervose, causando disturbo.

 

“In questi casi non esiste terapia farmaceutica – prosegue – in quanto è necessario risolvere il problema ‘meccanicamente’, cioè tentare di riportare i cristalli nella loro posizione originale. E questo lo possiamo fare solo con le manovra di Epley o di Dix Hallpike “. Si tratta di una procedura effettuata dal medico, in cui il paziente viene, in tutta sicurezza, fatto bruscamente passare dalla posizione seduta a quella supina, con la testa girata verso il lato sintomatico. “Questo movimento provoca una fuoriuscita dell’otolita dal canale semicircolare- sottolinea l’otorino – che nella maggioranza dei casi è risolutiva. Il paziente, per così dire, guarisce”.

 

Oltre alle vertigini sporadiche, esiste anche la famiglia delle vertigini recidivantiNe fanno parte quelle legate a disturbi del microcircolo cerebrale, tipiche dell’anziano, o a malattie neurologiche primitive come la sclerosi multipla. Ma anche la Sindrome di Menière, che però merita un capitolo a parte.

 

Le prime due hanno un esordio sfumato, sono incostanti, mai accompagnate da nausea e vomito. La sensazione avvertita è di un’oscillazione laterale e di un’incertezza nel camminare, come se si fosse sotto l’effetto dell’alcool. Sintomo attenuato con la somministrazione di farmaci che agiscono sulla vascolarizzazione del sistema nervoso centrale.

 

“La Sindrome di Menière invece si manifesta all’improvviso e con violenza – descrive Albanese – Si tratta di una malattia cronica con episodi che si ripetono nel tempo e per questo altamente invalidante. Relativamente diffusa, la sindrome è provocata da un aumento della pressione dei fluidi contenuti nel labirinto auricolare dell’orecchio interno. La vertigine è accompagnata da perdita dell’udito, da nausea, senso di vomito e da un fischio intenso all’orecchio, che si risolve con la cessazione della rotazione. Non essendo ancora note le cause, non esistono farmaci specifici, ma solo terapie sintomatiche”.

elena.zuppini@sacrocuore.it