Il protocollo innovativo della Radioterapia Oncologica di Negrar è in grado di colpire il tumore riducendo il rischio di malattie cardiovascolari che possono presentarsi con il tempo soprattutto nella donna giovane

La Radioterapia che cura il tumore al seno proteggendo il cuore. E’ il trattamento per il carcinoma alla mammella avviato da alcuni mesi dalla Radioterapia Oncologica dell’ospedale Sacro Cuore Don Calabria di Negrar (Verona), diretta da Filippo Alongi, professore associato di Radioterapia all’Università di Brescia (nella foto).

“La radioterapia nelle pazienti con tumore al seno – spiega il medico – ha l’obiettivo di eliminare le eventuali cellule cancerose rimaste dopo l’asportazione del tumore. Per questo intento solitamente è necessario irradiare ampi volumi anatomici che oltre al tessuto mammario residuo all’intervento possono coinvolgere organi sani limitrofi come il cuore e il polmone.

Recenti studi hanno inoltre dimostrato come con la radioterapia convenzionale possa esserci un rischio maggiore di eventi cardiovascolari anche dopo molti anni dal trattamento, sebbene in un sottogruppo di pazienti predisposte“.

Per ridurre o azzerare il rischio, il protocollo consente per le mammelle sinistre, anatomicamente più vicine all’organo cardiaco, di monitorare il movimento del respiro e irradiare la mammella solo quando il cuore è lontano dalla parete toracica, cioè in fase di massima inspirazione.

“Minimizzando la dose che riceve il cuore – sottolinea Alongi – proteggiamo soprattutto le donne più giovani quindi potenzialmente più lungo-sopravviventi dopo la guarigione dal tumore“.

Una percentuale, quella delle donne sotto i 50 anni, sempre più alta delle circa 400 pazienti affette da carcinoma al seno curate ogni anno dalla Radioterapia Oncologica di Negrar.

Il trattamento innovativo è reso possibile grazie alle conoscenze biologiche e cliniche del carcinoma al seno e allo sviluppo tecnologico in campo radioterapico, con l’acceleratore lineare Truebeam in dotazione all’ospedale veronese, che consente la massima irradiazione della sede tumorale in pochi secondi salvaguardando i tessuti sani.

“Ma la tecnologia non basta – sottolinea il professor Alongi – deve sempre essere accompagnata da una grande esperienza umana e professionale per ottimizzare i risultati per i nostri pazienti e quindi non solo guarire ma anche evitare strascichi dei trattamenti stessi negli anni successivi”.

La Radioterapia Oncologica del “Sacro Cuore Don Calabria” tratta ogni anno un migliaio di pazienti, il 20% dei quali proviene da altre regioni, anche da Lombardia e Emilia Romagna, realtà sanitarie qualificate. Poderosa è anche la produzione scientifica, con la pubblicazione all’anno di circa 50 studi con un Impact Factor di oltre 230, pari alle più importanti strutture di Radioterapia delle Università e degli istituti accreditati a livello internazionale.