Il dottor Guido Canali risponde a tutte le domande sull’infarto miocardico acuto e sul suo trattamento, riguardo al quale l’Agenas indica l’ospedale di Negrar tra le strutture con i migliori risultati

Come si riconoscono i sintomi dell’infarto miocardico acuto? Cosa si deve fare quando insorgono? Che cos’è l’angioplastica? A tutte queste e ad altre domande risponde il dottor Guido Canali, responsabile della Cardiologia interventistica, nella quale lo scorso anno sono state eseguite 850 coronarografie (l’esame diagnostico che precede l’angioplastica) e 310 angioplastiche, di cui 150 in urgenza (vedi video).

La Cardiologia dell’ospedale Sacro Cuore Don Calabria, diretta dal professor Enrico Barbieri, è operativa h24 per tutto l’arco dell’anno. Questo significa che entro mezzora dall’arrivo del paziente il personale è pronto nelle sale di Emodinamica per l’intervento.

Secondo i dati Agenas 2016 (Agenzia regionale per i servizi sanitari) per quanto riguarda il trattamento dell’infarto miocardico acuto l’ospedale di Negrar è uno dei migliori in ItaliaNel 2015 la mortalità a 30 giorni è stata del 7,96% contro la media nazionale del 9,03%. Mentre la proporzione di pazienti con infarto miocardico acuto trattati con angioplastica entro due giorni è del 75,95% contro una media nazionale del 43,32%.

“L’infarto acuto del miocardio – spiega il dottor Canali – si distingue in infarto con ST sopraslivellato (STEMI), che va sempre trattato nel minor tempo possibile dall’esordio dei sintomi in quanto ci troviamo di fronte ad un’occlusione completa della coronaria, e l’infarto NON ST sopraslivellati (NSTEMI). Quest’ultimo solitamente non presenta un’occlusione completa della coronaria ma una subocclusione che può essere più o meno importante. I pazienti di questo gruppo vanno trattati con coronarografia e angioplastica o subito o entro 48/72 ore in base all’andamento clinico. In questo gruppo possono anche esserci pazienti che, sempre per motivi clinici, non subiranno una coronaronarografia ma solo un trattamento medico”.