Addio a don Elvio Damoli, già direttore di Caritas italiana e assistente dell'UMMI

Il 16 gennaio è deceduto don Elvio Damoli, sacerdote dell’Opera Don Calabria che fu direttore della Caritas Italiana dal 1996 al 2001. Originario di Negrar, aveva prestato servizio alla Cittadella della Carità fra il 2001 e il 2004. Era inoltre da molti anni assistente ecclesiastico dell’UMMI
Sabato 16 gennaio è deceduto a Roma il sacerdote dell’Opera Don Calabria don Elvio Damoli, assistente ecclesiastico dell’Ummi (Unione Medico Missionaria Italiana) di cui è stato direttore dal 1990 al 1992.
Già direttore della Caritas Italiana dal 1996 al 2001 e coordinatore della pastorale sanitaria della Cittadella della Carità dal 2001 al 2004, don Elvio si è spento a 88 anni.
I funerali si svolgeranno domani, martedì 19 gennaio, a Roma nella parrocchia di Primavalle; mercoledì 20 gennaio alle 8.30 nella parrocchia di Negrar e alle 10 a San Zeno in Monte (diretta video sul canale youtube della Congregazione).
Don Damoli era un religioso di don Calabria della prima ora, entrato nell’Opera nell’ottobre 1954. Aveva conosciuto bene il santo fondatore che era solito frequentare la casa dei suoi genitori a Negrar ed era molto legato anche al suo successore don Luigi Pedrollo. Raccontava che quando ringraziò don Calabria per averlo accettato nella Congregazione, lui gli disse: “La vocazione è una grazia grande, ma ricordati che la perseveranza nella vocazione è ancora più grande. Vedi, io prego tutti i giorni per la perseveranza nella mia vocazione”.
Nei primi anni prestò servizio nelle case calabriane di Ferrara e di Roma. Dal 1960 al 1972 fu a Milano nel quartiere di Cimiano.
Nel 1972 iniziò un’esperienza che segnò profondamente la sua vita: fu inviato a Napoli come cappellano del carcere di Poggioreale. Sempre a Napoli iniziò il proprio servizio nella Caritas diocesana, diventandone direttore nel 1980. Qui si distinse in modo particolare nella gestione dell’emergenza dovuta al terribile terremoto dell’Irpinia.
Alla fine degli anni Ottanta tornò a Verona dove fondò la Procura Missioni dell’Opera Don Calabria, ente che tuttora gestisce i progetti e gli aiuti per le missioni in 12 Paesi del mondo.
Nel 1996 arrivò la chiamata a Roma per diventare direttore della Caritas italiana, incarico che ricoprì fino al 2001 vivendo da protagonista eventi come il grande Giubileo del 2000 e la canonizzazione di don Calabria nel 1999. In seguito prestò servizio alla Cittadella della Carità di Negrar dal 2001 al 2004 come coordinatore della pastorale sanitaria. Quindi fu di nuovo a Napoli e a Milano.
Negli ultimi anni don Damoli prestava un servizio attivo nella Casa dell’Opera di Roma, dove era procuratore generale della Congregazione presso la Santa Sede. Aveva inoltre un profondo legame con l’UMMI (Unione Medico Missionaria Italiana), ONG veronese di cui era stato direttore nel 1990 e di cui è stato assistente ecclesiastico dal 1992 fino alla morte, occupandosi in particolare della formazione spirituale dei membri.
“Don Elvio con la sua vita ha incarnato il Carisma di don Calabria – dice il Superiore Generale dell’Opera don Miguel Tofful – nella sua vita ha saputo stare sempre vicino agli ultimi, ricoprendo incarichi di grande responsabilità con umiltà e con la serenità di chi sa affidarsi alla Provvidenza di Dio”.
Anche dalla Caritas italiana è arrivata una nota di ricordo per il suo ex direttore: “Don Elvio lascia a tutti il ricordo e l’esempio della sua grande capacità di ascolto, la sua ferma convinzione dell’importanza del dialogo, del confronto costante, della condivisione, di un cammino da costruire insieme, con l’apporto di tutte le Caritas, a servizio della Chiesa che è in Italia”.
Conclusa la prima fase di vaccinazione Covid al "Sacro Cuore"

Solo il 3% degli operatori sanitari e non ha detto no al vaccino Vaccinati anche 197 ospiti delle case di riposo e delle RSA della Cittadella della Carità
Il 22 gennaio si parte con la somministrazione del richiamo
Si è conclusa all’IRCCS Sacro Cuore Don Calabria di Negrar la prima fase del programma di vaccinazione anti Covid-19, che ha compreso anche gli ospiti e gli operatori delle case di riposo e delle RSA della Cittadella della Carità di cui fa parte anche l’ospedale.
Dal 1 gennaio si sono vaccinati 1.789 operatori (sanitari e non) del “Sacro Cuore Don Calabria”, a cui si aggiungono i 163 delle strutture socio-sanitarie. Inoltre si sono sottoposti alla profilassi 197 anziani ospiti delle case di riposo e delle RSA su 248: 39 sono stati valutati non idonei, mentre solo 12 hanno rifiutato la vaccinazione.
Altissima l’adesione: solo il 3% ha posto un netto no alla vaccinazione. I vaccinati tra gli operatori sono stati l’84%; nel restante 13% sono compresi coloro che non sono idonei e coloro, la maggioranza, che devono attendere in quanto positivi al SARS-COV2, negativi da meno di un mese oppure in isolamento fiduciario per contatto da positivo, come prevedono le linee guida. Quest’ultimi si sottoporranno alla prima vaccinazione appena possibile.
Un ruolino di marcia serrato quello iniziato a Capodanno a Negrar, che consentirà di intraprendere la seconda fase, con il richiamo, il 22 gennaio, a 21 giorni dalla prima somministrazione come prevedono le indicazioni Pfizer-BionTech. Se il programma sarà rispettato (quindi forniture del vaccino permettendo), a fine gennaio il “Sacro Cuore Don Calabria” sarà “Covid free”, almeno per quanto riguarda gli operatori.
“Siamo molto felici che finora tutto sia andato nel migliore dei modi – commenta l’amministratore delegato Mario Piccinini –. Ora ci prepariamo alla seconda fase con altrettanta determinazione. Ringrazio tutto il personale per l’esemplare adesione alla vaccinazione. Questo atto di responsabilità ci consentirà di affrontare con maggiore serenità il lungo periodo di pandemia che abbiamo ancora davanti”.
La conclusione così rapida della prima fase è stata possibile grazie alla collaborazione dell’Ulss 9 che ha fornito puntualmente i vaccini e del personale del ‘Sacro Cuore Don Calabria’. “I nostri operatori hanno messo in atto un’organizzazione impeccabile in poche ore, togliendo tempo alle famiglie nei giorni delle feste natalizie – conclude l’amministratore delegato -. Ringrazio per questo la direzione sanitaria, il Servizio infermieristico, gli assistenti sanitari, il personale dei Poliambulatori e del Punto prelievi, e quello della Farmacia”.
"Lavora con noi" il nuovo servizio on line del "Sacro Cuore Don Calabria"

“Lavora con noi” è il nuovo servizio on line del sito www.sacrocuore.it riservato a tutti coloro che vogliono intraprendere un’esperienza lavorativa nel nostro ospedale. Di particolare interesse figure professionali quali infermieri e operatori socio-sanitari.
“Lavora con noi” è il nuovo servizio on line del sito www.sacrocuore.it riservato a tutti coloro che sono interessati a un’esperienza lavorativa nel nostro ospedale.
Accedervi è molto semplice. Il bottone “Lavora con noi” si trova in alto a destra. Cliccando sopra si apre un format da compilare e sul quale allegare il proprio curriculum vitae.
Accanto al format, è stata predisposta un’area riservata con l’account personale del candidato, che si genera automaticamente una volta inseriti i dati nel format stesso.
All’area riservata si può accedere ogni qualvolta sia necessario modificare il proprio profilo.
L’IRCCS Ospedale Sacro Cuore Don Calabria è particolarmente interessato al colloquio con candidati per le seguenti professioni sanitarie: infermieri e operatori socio sanitari da inserire nei propri Servizi e Unità Operative
Vaccino Covid-19: "Ecco come vengono preparate le dosi"

Come si preprano le monodosi del vaccino Pfizer-BioNtech ricavandole dal flaconcino che ne contiene sei? Lo scopriamo con un articolo pubblicato dal quotidiano L’Arena in cui viene illustrato il lavoro della Farmacia Ospedaliera
Iniziate le vaccinazioni anche per gli ospiti delle case di riposo

Le dosi finora somministrate sono 540, con 30 delle quali sono stati vaccinati altrettanti ospiti delle case di riposo della “Cittadella della carità”, gestite dall’ospedale. La prima a riceverlo è stata una signora di 90 anni.
Prosegue a ritmo serrato le vaccinazioni anti-Covid all’IRCCS Ospedale Sacro Cuore Don Calabria. Oggi sono state 300 le dosi somministrate agli operatori sanitari, che vanno ad aggiungersi alle 240 inoculate il 1 e il 2 gennaio
Delle 120 dosi di ieri, 30 sono state impiegate per agli ospiti delle strutture socio sanitarie (Casa Perez, Casa Nogarè e Casa Clero) della “Cittadella della Carità”, l’area di cui fa parte anche l’ospedale. Sono i primi 30 dei 250 ospiti residenti: anziani autosufficienti e non, tra cui molti religiosi, e pazienti psichiatrici. Una popolazione ad alto rischio di contrarre il Covid nella sua forma più grave. La prima a ricevere il vaccino è stata una sorridente signora di 90 anni,
La programmazione vaccinale proseguirà anche nei prossimi giorni, favorita anche dalla disponibilità nei locali della Farmacia Ospedaliera dei frigoriferi in cui conservare a – 80 il prezioso siero. Infatti la direzione dell’ospedale prevede che entro la prima settimana di febbraio il “Sacro Cuore Don Calabria” sarà Covid free per quanto riguarda gli oltre 2mila dipendenti, compresa la seconda dose di richiamo. La vaccinazione sul personale rientra anche in uno studio clinico per verificare l’effetto e la durata del vaccino, monitorando l’andamento degli anticorpi contro il SARS COV 2 prima della somministrazione del siero e dopo, a step successivi.
Il "Sacro Cuore" ha salutato il 2021 con le prime vaccinazioni anti-Covid

All’IRCCS di Negrar il Capodanno 2021 sarà ricordato come una giornata storica: vaccinati 120 operatori sanitari dei reparti in prima linea contro il Covid 19. Il piano prevede la conclusione della vaccinazione, con il richiamo, di tutti 2200 dipendenti e degli ospiti delle case di riposo della “Cittadella della Carità” entro la prima settimana di febbraio
Non poteva iniziare in un modo migliore il 2021 all’IRCCS Ospedale Sacro Cuore Don Calabria di Negrar. Nel pomeriggio del 31 dicembre sono arrivate in Valpolicella le prime 120 dosi di vaccino Pfizer con le quali il 1 gennaio 2021 al Centro prelievi sono stati vaccinati contro il Covid altrettanti operatori sanitari. Oggi, sabato 2 gennaio, si replica con altre 120 dosi che saranno somministrate agli operatori e agli ospiti delle Case di riposo della Cittadella della Carità, di cui fa parte anche l’ospedale. Si conta, che entro la prima settimana di febbraio il “Sacro Cuore Don Calabria” sarà Covid free per quanto riguarda gli oltre 2mila dipendenti, anche con la seconda dose di richiamo. La vaccinazione sul personale rientra anche in uno studio clinico che verificherà l’effetto e la durata del vaccino, monitorando l’andamento degli anticorpi prima della somministrazione del siero e dopo a step successivi.
Il primo a sottoporsi a profilassi è stato il personale in prima linea nella gestione dei pazienti Covid: medici, infermieri e operatori socio-sanitari della Terapia Intensiva, del Pronto Soccorso, dei reparti Covid e del Punto Prelievi Tamponi.
Ad aprire la storica giornata è stata proprio un’operatrice socio-sanitaria, Elena Ruffo, che lavora in reparto Covid al III piano del Don Calabria. Tra i vaccinati anche il professor Zeno Bisoffi, direttore del Dipartimento di Malattie Infettive e Tropicali, e il dottor Massimo Zamperini, direttore della Terapia Intensiva. A fine mattinata è toccato anche al dottor Roberto Tessari della Farmacia Ospedaliera, che, assieme ai suoi colleghi, tra cui il direttore Teresa Zuppini, e tecnici di laboratorio, ha allestito in tempi record il vaccino, ricavando, in area sterile, le dosi monouso dal flaconcino Pitzer che ne contiene sei. La stessa farmacia conserverà i flaconcini che arriveranno successivamente dall’Ulss 9, avendo a disposizione frigoriferi che raggiungono la temperatura di – 80.
“Mi sento una privilegiata – ha detto con emozione la signora Ruffo -. Far aprire questa storica giornata da un’operatrice socio-sanitaria è una sorta di premio per una figura professionale come la mia. Gli oss non vengono notati da nessuno, ma in realtà siamo forse quelli più vicini al paziente Covid, che vive la malattia in totale isolamento, lontano dal conforto dei loro cari”.
“Per noi il 1 gennaio 2021 non è Capodanno, ma la data che segna l’inizio della vaccinazioni anti Covid, quindi un grandissimo giorno – ha commentato il dottor Mario Piccinini, amministratore delegato -. Contiamo di concludere la vaccinazione degli operatori sanitari già la prossima settimana ed entro i primi giorni di febbraio dichiarare il nostro ospedale immunizzato, in quanto tutti i dipendenti, anche gli amministrativi, saranno stati sottoposti al richiamo. Questa è una grande gioia per tutti noi e soprattutto per tutti i nostri operatori che hanno affrontato e stanno affrontando questa pandemia con abnegazione, sacrificio e coraggio encomiabili. E per questo li ringrazio”.
Prima della vaccinazione ogni candidato è sottoposto alla firma del consenso informato, all’anamnesi e al prelievo di sangue per il dosaggio degli anticorpi Sars Cov2, i cui risultati entreranno in uno studio clinico del Dipartimento di Malattie Infettive e Tropicali. “L’inizio dello studio risale ai mesi della prima ondata pandemica, quando abbiamo sottoposto tutti i dipendenti a tampone e prelievo sierologico – ha spiegato il professor Bisoffi -. Oggi lo studio prosegue, come previsto. Effettuando un prelievo immediatamente prima della vaccinazione verifichiamo sugli operatori che avevano già gli anticorpi, quindi che avevano contratto il virus, l’eventuale persistenza o meno del titolo anticorpale. Ma soprattutto monitoriamo l’effetto della vaccinazione. Che possiamo sapere solo verificando l’andamento degli anticorpi, con successivi esami sierologici”.
Photo Gallery
In senso orario:
L’allestimento del vaccino in area sterile da parte della Farmacia Ospedaliera
Le siringhe con le dosii monouso ricavate dai flaconcini che ne contegono sei
L’arrivo delle dosi dalla Farmacia al Centro prelievi dove si svolgeranno le vaccinazioni
La prima vaccinata: la signora Elena Ruffo, oss del terzo piano Covid
Da sinistra Il dottor Massimo Zamperini e Germana Pigato, rispettivamente direttore e caposala della Terapia intensiva che si sono sottoposti a vaccinazione, il presidente fratel Gedovar Nazzari, l’ammnistratore delegato Mario Piccinini e il direttore sanitario dottor Fabrizio Nicolis
Il professor Zeno Bisoffi, Direttore del Dipartimento di Malattie Infettive e Tropicali, che si sottopone al prelievo per lo studio condotto dalla sua équipe
Tutto il personale organizzativo del primo giorno di vaccinazioni
Il personale della Farmacia Ospedaliera che ha allestito il vaccino
Sotto il video con le interviste della giornata
Se il bambino lamenta spesso mal di testa: occhio alla vista

Il mal di testa ricorrente nei bambini e negli adolescenti è motivo di apprensione per i genitori, ma una delle cause piu’ frequenti di cefalea è l’eccessivo sforzo visivo, causato dall’astenopia. Per diagnosticarla non basta una semplice misurazione della vista, come spiega il dottor Giuliano Stramare
La cefalea è un disturbo molto frequente in età scolare ed adolescenziale: studi recenti indicano che il 25-30% dei bambini in questa fascia di età ha avuto almeno un episodio di mal di testa nel corso dell’anno. Per i genitori un bambino che lamenta cefalea, soprattutto se ricorrente, è spesso causa di apprensione per il timore che ci sia una grave patologia alla base del disturbo; fortunatamente, nella maggior parte dei casi, la cefalea che colpisce i bambini è primaria, non riconducibile, cioè, ad una patologia sottostante. Ciò nondimeno un mal di testa frequente e ricorrente può ostacolare la vita scolastica e sociale del bambino.
“Una delle cause più frequenti di cefalea in età scolare è l’eccessivo sforzo visivo”, afferma il dottor Giuliano Stramare, responsabile della Oftalmologia Pediatrica. “In questo caso la cefalea è il più evidente sintomo di un corteo sintomatologico che può comprendere anche lacrimazione, rossore congiuntivale, dolore oculare, svogliatezza, visione offuscata e doppia dell’immagine (diplopia). Un insieme di sintomi che prende il nome di astenopia
L’astenopia da cosa è causata?
Si tratta del risultato di un difetto visivo latente che provoca un eccessivo affaticamento durante la visione per vicino. Per questo motivo i sintomi raramente sono presenti al mattino ma compaiono durante la giornata e peggiorano nel pomeriggio/sera; sono molto legati allo studio e all’attività per vicino, quindi presenti quasi tutti i giorni e migliorano solo nel fine settimana o nei periodi di vacanza quando non vi è frequenza scolastica.
Quanto possono influire le nuove tecnologie come gli smartphone?
L’abuso di tutti i device che richiedono uno sforzo visivo per vicino come telefonini, videogiochi, palmari contribuiscono a peggiorare i sintomi.
Per comprendere il problema è sufficiente effettuare una misurazione visiva?
La misurazione di una buona acuità visiva eseguita da ottici o optometristi non è sufficiente a garantire l’assenza di un difetto visivo. I bambini, spesso, riescono ad avere una buona vista, nonostante un difetto, grazie ad involontari spasmi muscolari che sono la causa dell’astenopia. La diagnosi si fa con una visita oculistica completa che preveda lo studio della motilità oculare e l’utilizzo di un particolare collirio che mette a riposo la muscolatura intrinseca oculare (cicloplegia) e che solo un medico oculista può utilizzare.
Quale terapia è necessaria?
La terapia è prima di tutto comportamentale e ambientale: è necessario limitare gli eccessi di visione da vicino e coinvolgere i bambini in sport ed attività all’aria aperta: i nostri occhi “vanno a riposo” solo quando fissano oggetti distanti più di 5 metri da noi; durante l’attività di studio dobbiamo assicurare una corretta postura ed una buona illuminazione. Garantito questo, l’oculista potrà prescrivere un paio di occhiali che garantiscano la buona visione, correggendo eventuali difetti visivi, e permettendo di contrarre in maniera meno spasmodica la muscolatura intrinseca durante la vista per vicino. E ricordiamoci: se avete un bambino in età scolare meglio regalargli una bicicletta che un telefono cellulare!
Natale 2020: alziamo lo sguardo e cerchiamo la Sua stella...

Natale 2020. Pubblichiamo l’augurio per il Santo Natale del superiore generale dell’Opera Don Calabria, padre Miguel Tofful. “Vedere sorgere la sua stella non era scontato allora e non è scontato adesso, in particolare in questo periodo in cui cerchiamo punti di riferimento, per non viaggiare nel vuoto, nel buio e senza direzione…”
Pubblichiamo l’augurio per il Santo Natale del superiore generale dell’Opera Don Calabria, padre Miguel Tofful. Al Casante si unisce la Direzione dell’IRCCS Sacro Cuore Don Calabria rivolgendo un augurio di serenità, per le imminenti feste di fine anno, e di speranza, per un 2021 di ritorno alla normalità, ai collaboratori dell’ospedale, ai pazienti e a tutti coloro che manifestano la loro vicinanza tramite web e social.
Pensando al Natale di quest’anno particolare e ad un messaggio di speranza in mezzo alla situazione che viviamo, mi colpiscono particolarmente le parole che troviamo nel vangelo di Matteo, subito dopo la nascita di Gesù, prima dell’arrivo dei Magi: “Abbiamo visto sorgere la sua stella…” (Mt 2,2). Vedere sorgere la sua stella non era scontato allora e non è scontato adesso, in particolare in questo periodo in cui cerchiamo punti di riferimento, per non viaggiare nel vuoto, nel buio e senza direzione. Vedere la stella è il punto di partenza di tutto. Ma per vederla bisogna alzare lo sguardo al cielo e cercarla.
Spesso nella vita ci si accontenta di guardare per terra, le cose contingenti e superficiali. Invece per vivere davvero serve una meta alta, che ci spinge a mantenere alto lo sguardo e a decidere di mettersi in cammino, cogliendo l’invito a muoversi, a uscire, a rischiare, affrontando la fatica quotidiana della marcia e accettando gli imprevisti. Questa fatica la sperimentiamo tutti, in modo particolare in questo momento difficile che viviamo.
Siamo in una epoca nuova, in un mondo nuovo, cambiato, con nuovi paradigmi. La pandemia sta continuando a causare ferite profonde, smascherando le nostre vulnerabilità. Molti sono i morti, moltissimi i malati, in tutti i continenti. Tante persone e tante famiglie vivono un tempo di grosso disagio, a causa dei problemi socio-economici, che colpiscono i più poveri e non solo.
Il tema sanitario è diventato una priorità, un problema a prendere sul serio con tutte le misure che sono a nostra disposizione cercando sempre i nuovi adattamenti per i tempi nuovi che nonostante tutta la situazione difficile sono tempi di Dio e di nuove opportunità per le nostre vite e per la vita del mondo. Bisogna sempre avere questo sguardo che va oltre sapendo che i tempi nuovi richiedono sempre nuovi adattamenti e libertà di slancio come direbbe don Calabria.
La stella del Natale rimane oggi accesa più che mai. La luce di Cristo nato a Betlemme rimane come punto di riferimento per ogni situazione che vive l’uomo e la donna e l’intera umanità. Non c’è pandemia, non c’è crisi che possa spegnere questa luce. Accogliamola, lasciamola entrare nei nostri cuori, apriamoci a ricevere la luce che dissipa le ombre di un mondo chiuso. Tendiamo la mano a chi ha più bisogno, così Dio nascerà nuovamente in noi e in mezzo a noi.
Questo sarà possibile nella misura che rispondiamo alla chiamata del nostro carisma e del nostro Fondatore, prendendoci cura dei più deboli, dei malati e degli anziani. A queste esigenze dobbiamo rispondere non solo come persone singole, ma anche a partire del gruppo di appartenenza, dal ruolo che abbiamo, dai nostri principi carismatici. Metterci sempre in cammino per offrire una guarigione al mondo d’oggi che ne ha tanto bisogno. Direi partire insieme, come i Magi, non ciascuno per conto proprio seguendo le proprie strade.
“Abbiamo visto sorgere la sua stella…”. Fratelli e sorelle, oggi siamo invitati a vedere sorgere questa stella incoraggiandoci uno all’altro, condividendo fatiche e sogni insieme, con la speranza di una nuova umanità, sapendo che siamo noi oggi i portatori di speranza che tanto hanno bisogno le persone. Guardando la Sua stella che spunta all’orizzonte siamo avvolti della sua luce e trasformati dal di dentro per continuare il nostro cammino senza mai stancarci e scoraggiarci
Coraggio! Camminiamo incontro a questa luce, mantenendo alto lo sguardo! La nostra missione sia quella di riconoscere ed accogliere la luce di Cristo, stella del Natale, per continuare ad irradiare la luce, la speranza e la vicinanza dell’amore di Dio tra di noi, come lo contempliamo e celebriamo in questi giorni santi.
Buon e Santo Natale a tutti voi e alle vostre famiglie. Che la luce del Bambino Gesù riempia i nostri cuori. Dio vi benedica e accompagni sempre con doni e grazie particolari in questo Natale e nel prossimo Anno Nuovo!
Miguel Tofful
Superiore Generale dell’Opera Don Calabria
Nella foto: una Natività realizzata nell’Atelier di Arteterapia del Dipartimento di Riabilitazione dell’IRCCS Ospedale Sacro Cuore Don Calabria da Andrea, ricoverato a causa di un incidente e accanto una riflessione di don Primo Mazzolari che riportiamo qui sotto. La Natività e la riflessione sono state tratte dal biglietto natalizio dell’Irccs di Negrar.
E con Lui viene la gioia.
Se lo vuoi, ti è vicino.
Anche se non lo vuoi, ti è vicino.
Ti parla anche se non parli.
Se non l’ami, egli ti ama ancor di più.
Se ti perdi, viene a cercarti.
Se non sai camminare, ti porta.
Se tu piangi, sei beato perché lui ti consola.
Se sei povero, hai assicurato il regno dei cieli.
Se hai fame e sete di giustizia, sei saziato.
Se perseguitato per causa di giustizia,
puoi rallegrarti ed esultare.
Così entra nel mondo la gioia,
attraverso un bambino che non ha niente.
La gioia è fatta di niente,
perché ogni uomo che viene al mondo
viene a mani vuote.
Cammina, lavora e soffre a mani vuote,
muore e va di là a mani vuote.
I vaccini contro il Covid-19: quali sono e come funzionano

Il 27 dicembre è stato scelto come l’inizio simbolico in Europa della più grande campagna di vaccinazione mai realizzata nella storia. SI tratta di una vera e propria svolta nella lotta contro il Covid-19. Nel video il dottor Andrea Rossanese risponde a tutte le domande sui tre vaccini principali, fugando molti dubbi
Quali sono i principali vaccini contro il virus SARS-CoV-2 responsabile del Covid-19? Come funzionano e come vengono somministrati? Sono vaccini sicuri nonostante la velocità con cui sono stati creati? E ancora, quanto durerà l’immunizzazione? Mentre la campagna vaccinale è ormai ai nastri di partenza, il dottor Andrea Rossanese, esperto del Dipartimento di Malattie Infettive e Tropicali del Sacro Cuore, risponde in questo video ai dubbi e alle domande più frequenti sui vaccini di Pfizer, Moderna e AstraZeneca.
MICI: quando a soffrire è anche la pelle e le articolazioni

Il morbo di Crohn e la colite ulcerosa hanno spesso un esordio intestinale, ma non è raro che tali sintomi siano accompagnati da manifestazioni reumatologiche e dermatologiche. Un tema a cui è dedicato il quarto Focus annuale IBD in programma giovedì 17 e venerdì 18 nella formula webinar
Le manifestazioni extraintestinali nelle Malattie Infiammatorie Croniche dell’Intestino e il ruolo del team multidisciplinare sono al centro del quarto Focus annuale IBD, promosso dal Centro per le Malattie retto-intestinali dell’IRCCS Ospedale Sacro Cuore Don Calabria, di cui è responsabile il dottor Andrea Geccherle.
A causa delle restrizioni dovute alla pandemia, il convegno si terrà nella formula del webinar su piattaforma dedicata giovedì 17 e venerdì 18 dicembre a partire dalle 15 (è necessario iscriversi su hmgacademy. healthmeetingsgroup.it cliccando su “accedi”). Vedi programma allegato
Le Malattie Infiammatorie Croniche Intestinali quali il morbo di Crohn e colite ulcerosa hanno un decorso spesso complesso, e a volte iperacuto, e possono evolvere anche in patologie reumatologiche o dermatologiche.
A tutt’oggi queste malattie hanno una causa sconosciuta, anche se talora si nota una frequenza familiare e genetica o risultano correlate a disordini immunitari.
Spesso il morbo di Crohn e la colite ulcerosa hanno un esordio intestinale, ma non di rado subentrano manifestazioni collaterali che rendono le MICI delle vere e proprie sindromi, la cui diagnosi differenziale può risultare difficile.
La coesistenza in questi pazienti di manifestazioni che possono interessare contemporaneamente la reumatologia e la dermatologia rende più complessa la gestione clinica delle MICI, imponendo un approccio multidisciplinare sia alla scelta terapeutica che al follow-up.
La presa in carico del paziente da parte di un’équipe di specialisti risponde meglio alle esigenze di chi manifesta tali sindromi, senza dispersione di risorse, in quanto si riducono il numero di esami diagnostici e i lunghi tempi di attesa che richiederebbero consulenze separate e non integrate tra loro.
La gestione multipliscinare del paziente con IBD è da anni realtà presso l’IRCCS Ospedale Sacro Cuore Don Calabria, anche grazie all’apporto dell’équipe del dottor Antonio Marchetta, responsabile del Servizio di Reumatologia, e della dottoressa Federica Tomelleri, responsabile del Servizio di Dermatologia, coorganizzatori del convegno.
All’incontro saranno presenti anche specialisti dell’Università di Padova e di Verona e il massimo esperto internazionale nell’ambito dell’ambito dell’imaging reumatologico, il professor Dennis McGonagle dell’ospedale universitario di Dublino