I pazienti non Covid e la pandemia: la seconda fase dello studio psicologico

Prima e dopo il lockdown. Lo studio “ImpACT-COVID-19 for patients” entra nella seconda fase per valutare il vissuto psicologico dei pazienti no Covid dopo la fine della quarantena. Possono partecipare allo studio tutti i pazienti, e non solo quelli del “Sacro Cuore”, scaricando e compilando il questionario qui sotto

Mentre sono in elaborazione i dati raccolti nella prima fase dello studio “ImpACT-COVID-19 for patients”, promosso dalla Psicologia Clinica dell’IRCCS Ospedale Sacro Cuore Don Calabria, è già iniziata la seconda fase, con la somministrazione di nuovi questionari rivolti a pazienti no CoViD. Se nella prima fase l’obiettivo della ricerca era identificare i bisogni reali dei pazienti al fine di garantire a loro aiuto e  sostegno psicologico nel momento del lockdown, la seconda si pone l’intento di valutare l’impatto sul loro vissuto del ritorno alla normalità, seppur molto diversa precedente alla pandemia

Lo studio è aperto a tutti i pazienti e anche a coloro che hanno aderito alla prima fase dello studio. Questi permetteranno  una valutazione più ampia dell’insorgenza del disturbo post traumatico da stress, che può verificarsi anche a distanza di mesi dall’evento traumatico e la cui durata può variare da un mese alla cronicità.

Lo studio clinico  vede come centro coordinatore l’IRCCS Ospedale Sacro Cuore Don Calabria, capofila di una cordata formata da: Fondazione IRCCS Istituto Neurologico Carlo Besta di Milano; Ospedale San Giovanni di Dio di Crotone; Azienda Sanitaria Alto Adige, comprensorio di Bressanone; Ospedale del comprensorio sanitario di Bolzano; AOOR Villa Sofia Cervello di Palermo; Policlinico di Catania;  IRCCS San Martino di Genova; Salus Hospital Gruppo Villa Maria di Reggio Emilia; Humanitas di Roma; Clinica Oncologica P.O. SS Annunziata di Chieti e Ospedale Sacco di Milano.

Dai dati che emergeranno dalla raccolta dei questionari sarà possibile tracciare la fotografia di come ha vissuto questa pandemia chi si trova ad affrontarla in una situazione di fragilità fisica e psicologica come la malattia.

Lo studio è rivolto a tutti i pazienti ad eccezione di quelli colpiti da CoViD-19. Non è necessario essere un paziente del “Sacro Cuore Don Calabria” ed è sufficiente compilare il questionario (totalmente anonimo) che si può scaricare cliccando su questo link: https://forms.gle/9w8Svb4Mmv9wxoLE9

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Prelievo senza coda: per fare gli esami del sangue è attiva la prenotazione

Da martedì 19 maggio sono attivi i sistemi di prenotazione per effettuare i prelievi e gli esami presso il Laboratorio Analisi. Anche la prenotazione è una disposizione introdotta per creare un ambiente ospedaliero più sicuro possibile

L’IRCCS Sacro Cuore Don Calabria di Negrar prosegue nella messa in atto di tutte le misure necessarie per rendere l’ospedale un luogo sicuro in questa Fase 2 dell’emergenza Coronavirus. Da martedì 19 maggio sono attivi i sistemi di prenotazione obbligatoria per effettuare i prelievi e gli esami presso il Laboratorio analisi.

Si può fissare l’ora e il giorno on line sul sito web www.sacrocuore.it cliccando “Prelievo senza coda”. Oppure telefonando al numero 045.6013081 dal lunedì al venerdì dalle 8 alle 18 e il sabato dalle 8 alle 13. La prenotazione consente di rispettare le norme anti-contagio, ma anche di evitare fastidiose attese. Il giorno dell’esame verrà richiesta sempre la prescrizione medica, la tessera sanitaria e il codice di prenotazione.

Al Laboratorio Analisi, che si trova nell’area dell’Ospedale Sacro Cuore, si accede dopo aver varcato il check point all’ingresso. Qui il personale dedicato provvede alla misurazione della temperatura corporea, a verificare la presenza delle mascherina e a chiedere la detersione delle mani con gel idroalcolico. Con una temperatura corporea superiore a 37,5° l’accesso in ospedale sarà sottoposto a parere medico. Ad ogni visitatore viene consegnato un “lasciapassare” da mostrare all’ingresso di ogni reparto e servizio.

Anche la sala di attesa del Laboratorio Analisi è stata allestita per il rispetto del distanziamento sociale, con la riduzione dei posti a sedere di almeno 1/3.


Verona è pronta a una nuova normalità. A dirlo è uno studio dell'IRCCS Sacro Cuore

Lo studio epidemiologico “Comune di Verona 2020” – condotto dal “Sacro Cuore Don Calabria – ha rilevato che la città può ripartire in sicurezza essendo meno dell’1% i positivi asintomatici. Guardia alta per l’autunno: il 95% non è mai venuto in contatto con il virus

Verona è pronta a ripartire. E può farlo, unica città in Italia, in base a un’indagine epidemiologica, la quale rileva che oggi meno dell’1% dei veronesi è positivo asintomatico, cioè in grado di diffondere il Covid-19 senza saperlo. Guardia molto alta per il prossimo autunno: quasi il 95% dei cittadini non è venuto in contatto con il virus (vedi i video in fondo a questo articolo).

A dirlo sono i risultati della ricerca epidemiologica “Comune di Verona 2020” promossa dall’IRCCS Ospedale Sacro Cuore Don Calabria in collaborazione con il Comune scaligero, l’Ulss Scaligera 9, l’Azienda ospedaliero universitaria integrata e l’Ateneo veronese, con lo scopo di determinare per la prima volta in Italia la distribuzione del nuovo Coronavirus in una città di medie dimensioni.

Obiettivo centrato pienamente. A cominciare dal campione. Sono 1.515 i veronesi dei 1.527 del campione statisticamente rappresentativo della popolazione veronese (235.000 abitanti) che hanno aderito dal 24 aprile all’invito di partecipare volontariamente allo studio (99,2%). Tutte le età sono state ben rappresentate: di particolare interesse la presenza nel campione di ben 96 minorenni e 29 ultra 90-enni.

 Venerdì 8 maggio si è conclusa al Centro Diagnostico Terapeutico “Sacro Cuore” di Verona la raccolta dei campioni biologici – test sierologici e tampone oro/nasofaringeo – dei parametri vitali (frequenza cardiaca, respiratoria e saturazione di ossigeno) e di eventuali sintomi presenti o che si sono manifestati nelle settimane precedenti. Dati che sono stati incrociati nell’analisi per un’indagine unica nel suo genere e con un margine di errore calcolato dell’1,5%.

I principali risultati 
  • 10 soggetti asintomatici positivi al tampone – cioè infetti – (0,7%) e corrispondenti, nella popolazione generale, a 1.645 cittadini veronesi, verosimilmente in grado di infettare.
  • 68 soggetti con tampone negativo e anticorpi IgA/IgG positivi (4,5%) pari a 10.575 cittadini veronesi che hanno contratto il virus nelle settimane scorse. Di questi solo l’11% aveva già ricevuto una diagnosi, mediante tampone, di malattia da SARS-CoV2, mentre addirittura l’89% dei soggetti ha riferito di non aver avuto alcun sintomo o solo lievi sintomi correlabili a CoViD-19; talmente lievi da non inficiare la normale vita quotidiana. Questi fanno parte dei cosiddetti poco-sintomatici che hanno avuto un ruolo fondamentale nella diffusione del virus.
  • 1.437 soggetti con tampone e anticorpi negativi (94,8%) pari a 222.730 cittadini veronesi.
Veronesi rispettosi del lockdown, ma attenzione

“I risultati incoraggianti emersi dallo studio indicano che a Verona attualmente è presente un basso rischio di infezione grazie al comportamento virtuoso dei cittadini veronesi che hanno in maggioranza rispettato il periodo di lockdown”, commentano il dottor Carlo Pomari, responsabile della Pneumologia dell’IRCCS Ospedale Sacro Cuore Don Calabria, e il biostatistico Massimo Guerriero, coordinatori dello studio.Tuttavia non possiamo non sottolineare che ben 1.645 veronesi sono attualmente potenzialmente infettivi. Questo cosa significa? Che il virus a Verona non è scomparso, ma la sua presenza in solo lo 0,7% della popolazione consente di ritornare, per così dire, a una nuova normalità. A una sola condizione però: che siano mantenute rigorosamente tutte le misure di contenimento del contagio: uso della mascherina, igiene frequente delle mani e distanziamento sociale.  Solo comportandoci come se ciascuno di noi fosse infettivo, possiamo scongiurare di ritornare alla situazione drammatica negli ospedali di poche settimane fa”, sottolineano i due ricercatori.

 Guardia alta per il prossimo autunno

Molto importante per il prossimo futuro è il dato dei veronesi che non sono ancora venuti a contatto con il virus. “Questi sono quasi il 95% – proseguono -. Ciò ci obbliga a non farci trovare impreparati nei confronti di un’eventuale nuova ondata di infezioni in autunno mediante un’adeguata programmazione sanitaria sia della medicina del territorio sia ospedaliera. Anche in questo caso l’impatto sarà proporzionale alla nostra capacità di mantenere tutte le misure per la riduzione del contagio e alla corretta reattività dei sistemi sanitari.”

Altri dati

Analisi dei sintomi

I positivi al tampone: non hanno dichiarato sintomi

I positivi alla sierologia e non al tampone (sono venuti a contatto con il virus):

Anosmia (perdita dell’olfatto): 28%

Stanchezza: 27%

Febbre: 20%

Tosse: 20%

I sani: meno del 2% ha dichiarato anosmia e febbre

Analisi dell’età

I positivi al tampone: media 53 anni

Coloro che hanno avuto tampone positivo in passato: media 44 anni

Tra coloro che hanno sierologia positiva: 4 casi dai 10 ai 17 anni e 4 casi: dai 18 ai 23 anni, a significare, calcolando anche il dato precedente, la bassa prevalenza del virus sulla popolazione giovane.

 

 

La ricerca

La fase operativa dell’indagine epidemiologica ha avuto inizio lo scorso venerdì 24 aprile al Centro Diagnostico Terapeutico “Sacro Cuore” di Verona, dove i primi cittadini scelti con criterio casuale dai registri dell’Anagrafe sono giunti per effettuare il test sierologico per la ricerca degli anticorpi anti-CoViD-19 (IgA/IgG) e il tampone oro/nasofaringeo. Tramite lettera consegnata dalla Protezione Civile sono stati invitati 2.061 veronesi (di almeno 10 anni), il 35% in più del campione necessario di 1.527, al fine di compensare il numero dei cittadini che fisiologicamente rifiutano di partecipare a uno studio.

Presso il Centro è stato allestito un vero e proprio circuito ad anello e a senso unico, in modo tale da garantire il massimo distanziamento sociale e quindi la maggiore sicurezza possibile. Già all’ingresso era prevista la misura della temperatura corporea affinché i soggetti con temperatura superiore a 37.5°C fossero inviati immediatamente alla zona drive-in per l’esecuzione del solo tampone, mentre gli altri iniziavano il percorso “pulito”. Questo prevedeva la compilazione e sottoscrizione di tutti i moduli della privacy, l’accettazione, la misurazione dei parametri vitali (frequenza cardiaca e respiratoria e saturazione di ossigeno) e il prelievo di sangue. A seguire la persona usciva dalla struttura per salire nella sua auto e portarsi quindi nella zona tamponi: l’esecuzione del tampone veniva effettuata direttamente in auto e all’aperto.

Le 65 persone che per vari motivi non potevano muoversi sono state raggiunte a domicilio con un’unità mobile dello stesso ospedale di Negrar, con a bordo un medico, due infermiere ed un autista.

 

Il Comitato scientifico dello studio “Comune di Verona 2020” è composto da:

Coordinatori: Carlo Pomari, responsabile della Pneumologia dell’IRCCS Ospedale Sacro Cuore Don Calabria di Negrar, e Massimo Guerriero, biostatistico ed epidemiologo.

Zeno Bisoffi, direttore del Dipartimento di Malattie Infettive e Tropicali dell’IRCCS Ospedale Sacro Cuore Don Calabria e professore associato di Malattie Infettive e Tropicali dell’Università di Verona

Albino Poli, direttore del Dipartimento di Diagnostica e Sanità Pubblica dell’Università di Verona

Claudio Micheletto, direttore della Pneumologia dell’Azienda ospedaliero universitaria di Verona


MICI: una Giornata mondiale celebrata in rete

Il 19 maggio si celebra in tutto il mondo la Giornata delle malattie infiammatorie croniche dell’intestino. L’emergenza sanitaria non consente manifestazioni, ma a far incontrare chi soffre queste patologie e chi se ne occupa ci pensa la rete

Nonostante il Coronavirus, anche quest’anno la Giornata Mondiale delle Malattie Infiammatori Croniche dell’Intestino (MICI o IBD in inglese), che si celebra il 19 maggio, non passerà inosservata e il colore viola avvolgerà la rete. L’Associazione Nazionale per le Malattie Croniche dell’Intestino (AMICI) ha promosso la manifestazione nazionale “Italian World IBD week: #AMICIaDISTANZA” che prevede collegamenti tramite youtubeFacebookTwitter e Slido fra i vari centri, iniziati il 13 maggio. Durante i collegamenti in diretta, sono affrontati da parte di importanti specialisti della patologia i temi di maggior interesse per i pazienti. Il 19 maggio dalle 10 alle 12 saranno on line anche i medici del Centro IBD dell’IRCSS Ospedale Sacro Cuore- Don  Calabria di Negrar, i dottori Andrea Geccherle e Mirko DI Ruscio, e la dottoressa Angela Variola. Per saperne di più: https://amiciitalia.eu/categorie/incontri-amici/italian-world-ibd-week-amiciadistanza

Si stima che in Italia le persone affette da MICI – morbo di Crohn e colite ulcerosa –  siano circa 200.000. Tali patologie possono insorgere in qualsiasi momento della vita ma solitamente colpiscono i giovani e la maggiore incidenza è documentata fra i 20 e i 40 anni. Il decorso delle malattie è caratterizzato da fasi di attività intervallate da periodi di remissione, con un variabile rischio di complicanze nel corso del tempo. Il processo infiammatorio cronico intestinale, inoltre, espone nel tempo ad un aumentato rischio di cancro colo-rettale. L’evoluzione cronica e progressiva della malattia, presenta anche un andamento fluttuante che crea una condizione di disagio psico-sociale nella persona che ha difficoltà a vivere normalmente a causa della compromissione della qualità di vita in termini di benessere personale, lavorativo e interpersonale.

“Il concetto di multidisciplinarità per la gestione del paziente affetto da MICI è uno dei punti che da tempo perseguiamo presso il Centro IBD dell’IRCSS Ospedale Sacro Cuore- Don Calabria a cui afferiscono circa 2500 pazienti, commenta il responsabile dottor Andrea Geccherle.  “Già da anni le nostre attività educazionali, ed in parte anche quelle di ricerca scientifica, sono volte alla valorizzazione dell’approccio multidisciplinare, che vedono nella presa in carico psico-socio-assistenziale l’aspetto fondamentale per rendere concreto questo modello di gestione del paziente”.

Anche Ulss 9 Scaligera con la rete provinciale per le IBD ha confermato la volontà e la necessità di segnare l’evoluzione dal modello organizzativo di “rete”, dove l’accento è posto principalmente sull’approccio multidisciplinare e sull’integrazione dell’offerta tra l’ospedale e i servizi territoriali al fine di coniugare la continuità della presa in carico della persona nell’ottica di sostenibilità del sistema. “Molteplici sono i benefici previsti dall’attuazione del nuovo modello di cura – sottolinea il dottor Geccherle – un aumento dell’appropriatezza clinica, organizzativa e gestionale del paziente, una migliore integrazione tra le unità d’offerta della rete dei servizi, il raccordo ottimale tra varie competenze professionali, un migliore accesso alle prestazioni sanitarie, una funzione di accompagnamento del paziente nella gestione di tutti gli adempimenti collegati”.


In un video le nuove regole per un accesso sicuro al "Sacro Cuore"

Insieme al dottor Davide Brunelli mostriamo le procedure che garantiscono a pazienti ed operatori un accesso in sicurezza ad ogni aspetto dell’attività ospedaliera. Perchè in questa “fase 2” dell’emergenza coronavirus tutto sta tornando ad una nuova normalità

In un video itinerante all’interno della Cittadella della Carità mostriamo le procedure che garantiscono a pazienti ed operatori un accesso in sicurezza durante la fase 2 dell’emergenza coronavirus. Ad accompagnarci è il dottor Davide Brunelli, vicedirettore sanitario del Sacro Cuore, che spiega il nuovo protocollo studiato appositamente per favorire percorsi assistenziali “puliti dal coronavirus” in ogni aspetto dell’attività ospedaliera: dalle visite alle sale d’attesa, dai ricoveri programmati agli interventi chirurgici, dalla prenotazione degli esami agli ingressi tramite pronto soccorso. Un protocollo che permette di tornare ad una “nuova normalità”, accogliendo i pazienti e prendendosi cura delle loro patologie con nuove regole ma anche con la consueta umanità e competenza.
Per il dettaglio delle procedure adottate vedi anche questo link: ospedale in sicurezza e la brochure allegata (vedi brochure)


Covid-19, Negrar a capo di grande studio sull'idrossiclorochina per la prevenzione

L’IRCCS Ospedale Sacro Cuore Don Calabria è capofila italiano di un grande studio internazionale promosso da Oxford sull’efficacia della clorochina/idrossiclorochina nel prevenire l’infezione da nuovo Coronavirus. Coinvolgerà 40mila operatori sanitari di Asia, Africa ed Europa.

L’idrossiclorochina può prevenire il Coronavirus? A stabilirlo sarà uno studio internazionale su 40mila operatori sanitari di tre continenti, che vede capofila per l’Italia l’IRCCS Ospedale Sacro Cuore Don Calabria di Negrar (Verona). Almeno ottocento i medici ed infermieri che saranno arruolati nel nostro Paese, dando vita al più grande studio italiano sul personale sanitario, la categoria maggiormente esposta al contagio da Sars-Cov2. Dai risultati, previsti entro l’anno, ci si attende un contributo fondamentale nella risposta alla pandemia, soprattutto in assenza di un vaccino.

Lo studio COP-COV (clorochina profilassi-coronavirus) è promosso dall’Università di Oxoford e coordinato dalla sua Unità di Ricerca in Malattie tropicali dell’Università di Mihidol di Bangkok (MORU). Con 40mila partecipanti distribuiti tra circa 100 ospedali in Asia, Africa ed Europa, vede in Italia accanto al centro coordinatore “Sacro Cuore Don Calabria”, l’Azienda Ospedaliero Universitaria Careggi di Firenze.

“La clorochina è un farmaco ben conosciuto, essendo un vecchio antimalarico risalente agli anni ’30. Per quanto riguarda l’Europa, la sperimentazione impiegherà il suo derivato, l’idrossiclorochina, utilizzato, anche per le sue proprietà antinfiammatorie, contro le malattie autoimmuni, come l’artrite reumatoide e il lupus eritematoso”, spiega la dottoressa Dora Buonfrate, coordinatrice della ricerca e infettivologa del Dipartimento di Malattie Infettive e Tropicali di Negrar. “In Italia l’idrossiclorochina è già stata usata fuori indicazione in alcuni casi di COVID-19 sulla base di una attività antivirale dimostrata in vitro. Ma gli studi clinici sono ancora pochi e i risultati su pazienti, al momento, scarsi – prosegue Buonfrate – Da qui l’importanza di questa sperimentazione che grazie ai suoi grandi numeri potrà darci una risposta sull’efficacia di questo farmaco in chiave preventiva. Tanto più che i risultati dovrebbero arrivare entro l’anno quando con tutta probabilità non avremo ancora il vaccino”, conclude Buonfrate.

L’idrossiclorochina è un farmaco bene tollerato ed essendo lo scopo dello studio quello di determinarne l’efficacia preventiva e non terapeutica sarà impiegato nella sperimentazione a dosi relativamente basse. Il personale medico-infermieristico che accetta di partecipare riceverà idrossiclorochina o un placebo (compressa identica ma senza sostanza attiva) in base a una scelta generata da un computer (randomizzazione), in modo che né i ricercatori né i soggetti partecipanti sappiano in quale braccio di studio si trovi l’operatore. La modalità, detta a doppio cieco, viene attuata al fine evitare che giudizi personali possano influenzare i risultati. Alla fine dello studio si paragoneranno i tassi di infezione nei due gruppi e si valuterà se il farmaco ha apportato un vantaggio nella prevenzione dell’infezione.

Secondo Piero Olliaro, professore in malattie infettive correlate alla povertà all’Università di Oxford,  fra i coordinatori di questo studio internazionale e membro del comitato tecnico scientifico dell’IRCCS di Negrar “il numero di contagi è in crescita in molti Paesi e anche in quelli che come l’Italia in cui si assiste a un’inversione della tendenza non possiamo escludere un ripresa o una seconda ondata, per cui trovare un rimedio semplice ed efficace di prevenzione, specialmente per il personale sanitario, rimane una priorità in tutto il mondo. Il farmaco allo studio è l’idrossiclorochina in Europa e Africa e la clorochina in Asia. Trattandosi di prevenire e non di curare una malattia in atto, possiamo usare dosi relativamente basse di farmaco, che sappiamo essere ben tollerate.”

“Il nostro ospedale aggiunge alla pratica clinica un‘intensa attività di ricerca e sperimentazione – commenta Zeno Bisoffi, direttore Dipartimento di Malattie Infettive e Tropicali dell’IRCCS Ospedale Sacro Cuore Don Calabria di Negrar e professore associato dell’Università di Verona. “Basti pensare che, solo su Covid-19, l’IRCCS ha attivi oltre 15 studi. In sostanza, vogliamo studiare l’infezione nel modo più ampio possibile e dare il nostro contributo nella lotta contro il Covid-19 in prima linea anche nello scenario internazionale”.

Nel video allegato il servizio del Tg2 con l’intervista alla dottoressa Dora Buonfrate


I tamponi confermano i test rapidi: tutti negativi nella Rsa e Case di Riposo di Negrar

Vista la tipologia dei pazienti accolti, i 293 ospiti sono stati sottoposti ad un indagine approfondita realizzata in tre fasi: test sierologici rapidi, tampone su un campione statistico e tampone su tutti gli ospiti. Il risultato è stato sempre confermato: tutti negativi al SARS CoV-2

La conferma è arrivata anche dai tamponi: tutti gli ospiti delle Case di Riposo e delle Rsa della “Cittadella della Carità” – l’insieme delle strutture di cui fa parte anche l’IRCCS Ospedale Sacro Cuore Don Calabria –  sono negativi al virus SARS COV2, quello che provoca il CoViD-19.

Ad attestarlo in un primo momento sono stati i test sierologici rapidi per la ricerca degli anticorpi anti COVID-19  a cui sono stati sottoposti i 293 ospiti, anziani e disabili, residenti nell’area-socio sanitaria.

Nonostante il risultato del tutto positivo, per maggior sicurezza la direzione ha commissionato al biostatistico Massimo Guerriero un’indagine campionaria, cioè è stato creato un campione statisticamente rappresentativo degli ospiti delle strutture (90 soggetti) ed è stato sottoposto al tampone. Il risultato dei test sierologici è stato confermato anche dall’analisi molecolare sui tamponi. L’indagine tramite tamponi è stata sarà allargata nei giorni successivi anche ai restanti ospiti. Ancora una volta tutti negativi.

“Fin dall’inizio della pandemia siamo stati particolarmente accorti nei confronti nostra area socio-sanitaria, proprio per la tipologia degli ospiti, pazienti fragili per età e gravi patologie. I risultati emersi dai test rapidi e dai tamponi ci confortano molto, confermando la strategia che abbiamo impostato e che ci ha portato ad oggi ad non avere ospiti positivi al virus e nessun decesso. La Cittadella della Carità ha una direzione unica – afferma l’amministratore delegato, Mario Piccinini – pertanto l’area socio-sanitaria è stata considerata alla stregua di un reparto dell’Ospedale Sacro Cuore Don Calabria: è stata attivata fin da subito la formazione del personale, messi a disposizione di tutti gli operatori i dispositivi di protezione, disposti i tamponi per il personale e per gli ospiti che verranno ripetuti periodicamente come previsto anche dalle disposizioni regionali; interrotte le visite dei familiari, con i quali gli ospiti hanno mantenuto il contatto tramite video-chiamate. La guardia rimane sempre alta, ma l’approccio ospedaliero alle Case di riposo e alle RSA, si conferma il miglior metodo preventivo in caso di pandemia”.

La Cittadella della Carità comprende oltre all’ospedale, Casa Nogarè (Centro servizi anziani autosufficienti e non autosufficienti, Residenza Sanitaria Assistenziale e Speciale Unità di Accoglienza per Stati Vegetativi Permanenti), Casa Fr. Perez (Centro Servizi per adulti e anziani non autosufficienti con problemi psichiatrici e sociali cronici) e Casa Clero (Centro Servizi per religiosi anziani non autosufficienti).


5 maggio: Giornata mondiale del lavaggio delle mani

Domani 5 maggio è la Giornata mondiale del lavaggio delle mani, un gesto semplice che mai come in questo periodo ha assunto un’importanza fondamentale per il contenimento del contagio. Un nostro video mostra come eseguirlo nel modo corretto

Il 5 maggio è la Giornata Mondiale per il lavaggio delle mani promossa dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. Mai come in questi ultimi mesi connotati dall’emergenza Coronavirus questo semplice gesto ha assunto una grande importanza al fine del contenimento del contagio. Troppo spesso dimentichiamo che il lavaggio delle mani è una formidabile barriera preventiva contro tutte le infezioni, soprattutto negli ambienti ospedalieri. E uno dei maggiori alleati contro la diffusione dei germi resistenti agli antibiotici.

Ripetiamo spesso il lavaggio delle mani durante la giornata, promuoviamolo sul posto di lavoro e insegniamolo ai nostri cari.

Il video in allegato mostra come lavarsi le mani in modo corretto: non basta acqua e sapone… anche se sono essenziali

GIORNATA MONDIALE DEL LAVAGGIO DELLE MANI-LOCANDINA

Le buone pratiche per il benessere del neonato

Le infermiere del nido e il direttore della Pediatria dottor Antonio Deganello accompagnano i genitori con 5 video nei quali illustrano come affrontare le piccole sfide quotidiane nella cura del neonato, offrendo un utile servizio che permette di “stare vicini” nonostante l’emergenza coronavirus

Primi giorni in ospedale, inizio dell’allattamento, cambio del pannolino, pulizia del moncone, bagnetto… ci sono tante sfide da affrontare per i genitori fin dalle primissime ore dopo la nascita del loro bambino. Come fare a gestire tutto questo senza affanni e adottando le migliori soluzioni per il benessere del pargoletto? Ce lo spiegano i medici e le infermiere del nido del Sacro Cuore con cinque utili video in cui mostrano il percorso del neonato in ospedale e illustrano le buone pratiche da adottare per prendersi cura di lui nelle prime settimane di vita.

VEDI I VIDEO SUL PERCORSO DEL NEONATO

L’iniziativa, fortemente voluta dalla Pediatria diretta dal dottor Antonio Deganello, ha anche il valore di stare vicini ai neo-genitori in questa fase di emergenza Covid dove non si possono fare corsi e incontri informativi con le modalità tradizionali. Un servizio che conferma la particolare sensibilità del Sacro Cuore nel garantire ai neonati un avvio di vita il più sano e naturale possibile, in linea con il riconoscimento Unicef di “Ospedale Amico dei Bambini per l’Allattamento Materno” ottenuto nel 2018 (vedi articolo sul riconoscimento Unicef).

Il video-corso è a disposizione di tutti i genitori sul sito web dell’ospedale alla pagina Pediatria (sezione neonatale) e sul canale youtube dell’ospedale. Naturalmente chi avesse bisogno di ulteriori informazioni o per altre necessità è possibile contattare le infermiere del nido telefonando allo 045.6013395 (con disponibile anche servizio di video-chiamata).


Al "Sacro Cuore" riprendono le regolari attività ambulatoriali e di ricovero

Da lunedì 4 maggio riprendono progressivamente le attività programmate ambulatoriali e di ricovero. Ecco le disposizioni da rispettare per creare un ambiente ospedaliero il più sicuro e sereno possibile dopo l’emergenza COVID

Da lunedì 4 maggio all’IRCCS Ospedale Sacro Cuore Don Calabria riprenderà progressivamente l’attività di ricovero e ambulatoriale programmata, sospesa a causa dell’emergenza Coronavirus.  In questi giorni saranno ricontattati molti dei pazienti, ai quali, in ottemperanza alle disposizioni regionali che prevedevano l’attuazione solo delle urgenze e della prestazioni non procrastinabili, è stato rimandato l’appuntamento. Per la prenotazione di nuove prestazioni (visite ed esami) è preferibile farlo attraverso il CUP (045.6013257) o il sito www.sacrocuore.it (prestazioni in libera professione). In caso di presenza in ospedale per altra prestazione ci si può rivolgere agli sportelli, mantenendo il distanziamento

Dover recarsi in ospedale è sempre un motivo di ansia ed è comprensibile che il timore aumenti in un momento in cui stiamo affrontando ancora una pandemia. Il nostro ospedale ha messo in atto tutte le misure per garantire un ambiente “CoViD free” fin dall’inizio dell’emergenza, adottando percorsi differenziati per i pazienti colpiti dal Coronavirus. Queste misure sono state ulteriormente rafforzate in vista di un maggior afflusso in ospedale e valgono per tutte le strutture della Cittadella della Carità: Ospedale, Rsa e Case di riposo, Centro Diagnostico Terapeutico e Centro Odontostomatologico (quest’ultimi in via San Marco, 121 a Verona). Le elenchiamo qui di seguito: un ambiente ospedaliero sicuro è possibile solo con  la collaborazione di tutti.

OSPEDALE SICURO

  • Zona filtro (“Triage”) agli ingressi dell’Ospedale (monitoraggio della temperatura e controllo dell’uso della mascherina) con “lasciapassare” per accesso in sicurezza
  • Aree di accettazione, di attesa e ascensori che garantiscano il distanziamento
  • Punti dispenser gel idroalcolico con erogatore automatico
  • Utilizzo obbligatorio e appropriato dei dispositivi di protezione personale (DPI) da parte di tutto il personale
  • Sorveglianza attiva del personale (effettuazione periodica del tampone nasofaringeo e del test sierologico)
  • Potenziamento della sanificazione ambientale
  • Controllo degli impianti di condizionamento dell’aria
  • Sistemi aggiuntivi di trattamento dell’aria
  • Massima attenzione alle procedure che generano aerosol (uso dei DPI adeguati)

RICOVERO

  • Triage telefonico pochi giorni prima del ricovero da parte della segreteria del reparto per rilevare eventuali sintomi riconducibili al COVID
  • Tampone a tutti i pazienti prima del ricovero
  • Sorveglianza con tampone nasofaringeo all’accompagnatore: genitore, partner in ostetricia, assistente di pazienti che necessitano di accompagnamento
  • Sale operatorie “pulite”. Per i pazienti positivi al COVID è riservata una sala operatoria dislocata rispetto al blocco operatorio principale che è quindi “pulito”. Si tratta di una Un ambiente a contaminazione controllata in pressione negativa, cioè dotato di un sistema di areazione che impedisce la dispersione nei reparti e negli ambienti limitrofi di agenti patogeni come il virus SARS-CoV2. La stessa condizione ambientale che si verifica nelle stanze di isolamento per pazienti infettivi. La degenza post chirurgica viene effettuata nel reparto COVID.
  • Limitazione degli accessi per le visite ai degenti (solo per stato di necessità)

VISITE ED ESAMI

  • Check-points per lo screening di sintomi respiratori/temperatura
  • Per la prenotazione di visite ed esami è preferibile farlo attraverso il CUP (045.6013257) o il sito sacrocuore.it (prestazioni in libera professione). In caso di presenza in ospedale per altra prestazione ci si può rivolgere agli sportelli, mantenendo il distanziamento
  • Prenotazione “Zerocode” per l’accesso al centro prelievi
  • Sistemi di avviso chiamata per visite specialistiche ed esami diagnostici
  • Rimodulazione attività ambulatoriale per evitare gli assembramenti: distribuzione degli accessi con allargamento della fascia oraria (pomeriggio e sabato)
  • È richiesta la massima attenzione al rispetto dell’orario di prenotazione. In caso di impossibilità, avviso con necessario anticipo
  • E’ consentito al massimo un accompagnatore e solo se strettamente necessario, ovvero per l’accompagnamento di un minore, di un disabile o di una persona con fragilità. 

 

PRONTO SOCCORSO

  • Triage per immediata identificazione di eventuali pazienti sospetti, con percorso dedicato