Gli specialisti del Centro IRC (Italian Resuscitation Council) del Sacro Cuore insegnano le tecniche di base per la rianimazione cardio-polmonare ai ragazzi delle medie di Negrar durante la settimana di sensibilizzazione promossa dal Parlamento Europeo
Una palestra affollata di ragazzi e ragazze tredicenni che fanno il massaggio cardiaco su appositi manichini al ritmo di Staying Alive, intramontabile canzone dei Bee Gees. Sarà più o meno questa la scena che si presenterà stamattina alle scuole medie Emilio Salgari di Negrar, in occasione di un corso sulle manovre rianimatorie di base promosso dal Pronto Soccorso dell’ospedale Sacro Cuore Don Calabria di Negrar, diretto dal dottor Flavio Stefanini, che è anche Centro di Riferimento Didattico e Formativo IRC (Italian Resuscitation Council).
L’evento fa parte della settimana “Viva!”, un’iniziativa voluta dal Parlamento Europeo per sensibilizzare la popolazione sul tema dell’arresto cardiaco. Si calcola infatti che in Europa ogni anno circa 400 mila persone siano colpite dal “cortocircuito elettrico” del cuore, di cui 60 mila in Italia. Nel 70% dei casi è presente almeno un testimone all’evento, ma solo in poche occasioni i testimoni sono in grado di iniziare le manovre di rianimazione in attesa che arrivino i soccorsi (15%).
Eppure i primi momenti, dopo un arresto, sono decisivi per salvare la persona colpita e per impedire danni cerebrali irreversibili. “In seguito ad un arresto cardio-respiratorio il sangue smette di essere pompato ai vari organi e in particolare al cervello che ne risente prima di tutti gli altri poiché ha una limitata riserva di zuccheri e ossigeno. Per questo è fondamentale eseguire il massaggio cardiaco nei primi momenti, perché se il cervello rimane senza sangue per più di 3-4 minuti aumenta fortemente il rischio di danni permanenti – dice il dottor Marco Boni, medico del Pronto Soccorso e responsabile del Centro IRC del nosocomio di Negrar – fortunatamente le manovre rianimatorie di base non sono difficili e con un po’ di formazione possono essere messe in atto da tutti“.
La lezione ai ragazzi e alle ragazze delle scuole “Salgari” prevede una prima parte teorica, durante la quale sarà spiegato cosa avviene in caso di arresto cardiaco. Seguirà la parte pratica con le manovre rianimatorie sui manichini. Il tutto al ritmo di musica… “Un buon massaggio non deve mai interrompersi e deve prevedere tra le 100 e le 120 compressioni al minuto“, sottolinea Boni. Proprio come il numero di battute della batteria in “Staying Alive”…
Il Centro IRC del Sacro Cuore è operativo dal 2009 con corsi e iniziative di sensibilizzazione sulle manovre rianimatorie sia sugli adulti sia a livello pediatrico. Ne fanno parte circa venti sanitari tra medici e infermieri. In questi anni il Centro ha promosso, in collaborazione con l’Ufficio Formazione dell’ospedale, più di 250 corsi BLSD/BLSD pediatrico sulle manovre rianimatorie di base per tutto il personale del “Sacro Cuore” con un numero totale di circa 2500 allievi formati. In tale periodo inoltre ha progressivamente introdotto corsi di rianimazione avanzata dell’adulto (50 corsi e circa 500 allievi formati) e del bambino, con il sostegno del Centro di Formazione Pediatrico Scaligero diretto dal prof. Paolo Biban.
Inoltre gli istruttori IRC tengono corsi per altre strutture sanitarie, per aziende, asili nido, scuole dell’infanzia e genitori (sul primo soccorso nel bambino) nonché per società sportive, includendo la formazione sull’uso del defibrillatore e le manovre di disostruzione in seguito a inalazione di corpi estranei. Infine c’è il lavoro divulgativo a titolo del tutto volontario che si sviluppa annualmente nei locali dell’Ospedale Sacro Cuore, nelle hall di casa Nogarè, del centro prelievi e dei poliambulatori. Infine ma non da ultimo il progetto divulgativo sempre a titolo volontario nelle scuole della Valpolicella e di Verona, che rappresenta una grande sfida, con la collaborazione di altri centri di formazione IRC come il C.d.F “Valpolicella Cuore”.
“I ragazzi sono molto ricettivi su questi temi e c’è uno studio, in Danimarca, che dimostra come dopo un’attività di formazione capillare fatta nelle scuole, a distanza di 9-10 anni sia nettamente aumentata la percentuale di persone che sopravvivono ad un arresto cardiaco con prognosi favorevole, con un raddoppio nel numero di persone che hanno ricevuto la rianimazione cardio-polmonare da personale non sanitario. Anche per questo l’European Resuscitation Council, società scientifica europea collegata all’ Italian Resuscitation Council, di cui noi siamo parte, sta promuovendo la campagna Kids Save Lives che ha come obbiettivo la divulgazione della formazione su questi temi nelle scuole”, conclude il dottor Boni.
matteo.cavejari@sacrocuore.i