Era il 19 ottobre del 1992. I protagonisti di allora (e di oggi) raccontano quel momento storico dell’ospedale Sacro Cuore, tra cui il primo primario, il dottor Giancarlo Salazzari: “Qualche timore, ma tanto entusiasmo e gioco di squadra”

Solo un piccolo disguido organizzativo ha impedito che l’inaugurazione della Cardiologia dell’Ospedale Sacro Cuore Don Calabria coincidesse con i 500 anni esatti della scoperta dell’America, il 12 ottobre del 1992. Il taglio del nastro è avvenuto una settimana dopo, il 19 ottobre, ma dalla memoria dei protagonisti di quel momento storico affiorano timore ed entusiasmo, le stesse sensazioni di chi si inoltra in una “nuova” terra.

 

La storia comunque riporta che il “Sacro Cuore Don Calabria”, 25 anni fa, non era del tutto a digiuno in Cardiologia, intesa come specialità. Il “cuore” del reparto ha iniziato a pulsare come Servizio agli inizi degli anni Ottanta. Si effettuavano tutta la diagnostica di base (“con standard elevati per quell’epoca”, raccontano i testimoni): visite ed esami come l’Elettrocardiogramma, l’Holter, il Cicloergometro ed Ecocardiogramma. Vi operavano tre medici: i dottori Herman Guilarte e Salvatore Longo, attualmente in pensione, e il dottor Edoardo Adamo, allora giovane cardiologo e ancora operativo a Negrar.

 

“Il Servizio di Cardiologia – racconta Adamo – era aggregato alla Divisione di Medicina, dove sei letti erano riservati ai pazienti con problemi di cuore. Il primario, dottor Oreste Ghidini, era un gastroenterologo ma guardava con favore l’espansione della Cardiologia e ci stimolava all’impegno. Iniziai a frequentare il Servizio su base volontaria nel 1983 e venni assunto definitivamente nel 1987. Se mi guardo indietro sembrano passati secoli – prosegue -. Basta pensare che la reperibilità notturna si basava… sull’amicizia: tra i medici dell’ospedale ci conoscevamo un po’ tutti e quando era necessario un consulto, lo specialista di un altro reparto chiamava il cardiologo con cui aveva più confidenza!”.

 

Gli anni Ottanta furono un periodo di intenso lavoro che pose le basi per l’apertura del reparto. La svolta avvenne il 1° settembre del 1991 quando giunse al “Sacro Cuore Don Calabria” il dottor Giancarlo Salazzari con il compito di aprire il reparto e di diventarne il primario. “Ricordo che il direttore sanitario Gastone Orio venne all’ospedale di Borgo Trento, dove lavoravo, illustrandomi la proposta – ricorda Salazzari -. Non dovetti pensarci a lungo. Quando si lavora per molti anni nello stesso posto, si rischia di adagiarsi sulla quotidianità perdendo quell’entusiasmo che si dovrebbe avere in qualsiasi professione e ancora di più quando ci si occupa della salute delle persone. Fondare una Cardiologia e aiutarla a crescere mi apparvero subito degli stimoli a cui non poter rinunciare. E ho avuto ragione”.

 

Il dottor Salazzari si dette subito da fare per “arruolare” nuovi medici. “Il primario venne un giorno a cercarmi in ospedale a Verona – racconta il dottor Giulio Molon, responsabile del Servizio di Elettrofisiologia e Cardiostimolazione -. Mi propose di trasferirmi a Negrar, dove dal 1991 ero consulente, tre volte alla settimana, per la lettura e la refertazione degli esami Holter. Gli risposi che la sua proposta mi rendeva felice, poiché al “Sacro Cuore” mi trovavo molto bene. In particolare mi aveva colpito l’ottimo clima tra tutto il personale e la gentilezza verso i pazienti. Inoltre conoscevo molto bene Salazzari e il suo grande valore professionale e umano. Negrar era il posto ideale per iniziare la mia professione come ospedaliero”.

 

Il fatidico taglio del nastro avvenne il 19 ottobre del 1992. Non senza l’inconveniente dell’ultimo momento, racconta Enzo Dalle Pezze, primo caposala del reparto e oggi con lo stesso ruolo presso la Speciale Unità di Accoglienza Permanente per gli stati vegetativi e la Casa di Riposo Nogarè. “Era stata fissata la data del 12 ottobre – racconta – ma ad una settimana mancavano buona parte degli arredi, pertanto l’inaugurazione fu slittata di altri sette giorni”.

 

Per la Cardiologia fu scelto il secondo piano del “Sacro Cuore” (la stessa collocazione di adesso), dove furono riservati 16 posti letto, che divennero 22 quando i cardiologi “conquistarono” anche il reparto di Malattie Tropicali, trasferito al “Don Calabria”.

 

“Abbiamo iniziato dal nulla e siamo cresciuti assieme”. Lo ripete più di una volta Dalle Pezze, al quale fa eco Alessandra Renzi, una delle prime infermiere, oggi caposala del Servizio di Cardiologia, ed Enzo Righetti, che lavora ancora in reparto.

 

“E’ il caso di dirlo: la Cardiologia mi è rimasta nel cuore – dice Dalle Pezze -. Eravamo una vera e propria squadra, molto affiatata, non solo tra noi infermieri ma anche con i medici. Provenendo dalla Riabilitazione, non conoscevo nulla della gestione del paziente cardiologico. Per entrare nel contesto, venni inviato presso la Cardiologia e l’Unità Coronarica di Borgo Trento per un’esperienza di venti giorni. Posso dire di essermi formato sul campo, confrontandomi di continuo con i colleghi e con i cardiologi”.

 

“Io provenivo dalla Divisione di Medicina – interviene Renzi – ma non ero preparata per un reparto come quello di Cardiologia. E al reparto di allora, quando nei primi anni di notte era presente solo un infermiere professionale e un operatore. Non c’era il supporto dell’attuale tecnologia. Un esempio? Non esisteva la telemetria: giorno e notte, a brevi intervalli di tempo, andavamo al letto del paziente per controllare i monitor. Ma affrontavamo le difficoltà con coraggio e la disponibilità di tutti, in primo luogo il primario”.

 

“Venivo da 15 anni di Ortopedia – afferma Righetti -. Qualche timore era inevitabile, perché l’ambito era totalmente differente, ma c’era la voglia di imparare cose nuove, di crescere professionalmente. Ricordo i primi monitoraggi, le prime somministrazioni dei farmaci con le pompe, le tante difficoltà ma anche le tante soddisfazioni. E’ stata una sfida e un’avventura”.

 

In questa avventura il professor Enrico Barbieri, l’attuale primario, fece la sua prima comparsa il 14 settembre del 1999, chiamato da Salazzari come consulente per le coronarografie. Fu la prima pietra per l’attività di emodinamica e la svolta della Cardiologia di Negrar. “Ero ricercatore presso l’Università di Verona – ricorda Barbieri – e mi chiamarono per svolgere le coronarografie in sede, prima i pazienti venivano inviati in Borgo Trento. L’esame avveniva al primo piano del “Sacro Cuore” dove ora c’è la Radiologia. Divenni primario il 1° settembre del 2001, quando Salazzari andò in pensione, e poco più di un anno dopo venne fatta la prima angioplastica”.

 

Il resto è cronaca. Dalla prima angioplastica si è passati a 310 interventi all’anno, di cui 150 in urgenza (dati 2016). L’U.O.C. di Cardiologia con le due sale di Emodinamica e i 4 posti di Terapia Intensiva Cardiologica dall’ottobre del 2016 è un Centro HUB della Rete Veneta per l’infarto miocardico, con operatività h24 per tutto l’arco dell’anno.

 

Dagli impianti di pacemaker effettuati ancora sotto la guida di Salazzari si è sviluppata invece l’attività di Elettrofisiolologia e di impiantistica. Nel 1999 i dottori Guido Canali (oggi responsabile del Servizio di Emodinamica) e Paolo Girardi (attualmente all’ospedale di San Bonifacio) fecero il primo impianto di pacemaker definitivo. Attualmente i pacemaker hanno la forma di un proiettile e stanno tutti dentro al cuore e anche i defibrillatori sono sempre più sofisticati. Infine, il Laboratorio di Ecocardiografia che mosse i primi passi negli anni Ottanta, oggi vanta la certificazione europea e si distingue nell’ambito dello studio delle patologie cardiache congenite, anche a livello fetale.

 

Che cosa è rimasto di quell’avventura di 25 anni fa? La risposta dei protagonisti della Cardiologia di ieri e di oggi è all’unisono: “La nostra Unità Operativa è diventata sempre più interventistica, ora forniamo prestazioni di altissimo livello professionale e tecnologico. Ma quello che non è cambiato è l’atteggiamento di disponibilità e di comprensione verso i pazienti. Rimane il cardine della nostra attività quotidiana”.

 

elena.zuppini@sacrocuore.it