La dottoressa Emanuela Turcato, responsabile dell’U.O. di Geriatria, spiega quali sono le categorie più a rischio e cosa si può fare per ridurre i disagi durante le ondate di calore
Perchè gli anziani sono considerati a rischio ogni volta che c’è un’ondata di calore come quella che stiamo vivendo? In cosa consiste esattamente questo rischio? E quali sono i comportamenti da seguire per godersi l’estate senza troppi patemi anche durante la terza età? Abbiamo posto queste ed altre domande alla dottoressa Emanuela Turcato, responsabile dell’Unità Operativa di Geriatria all’ospedale Sacro Cuore Don Calabria.
Dottoressa, tutti gli anziani sono a rischio quando c’è un’ondata di calore?
Bisogna intendersi sul termine “anziani”. Diciamo che le persone maggiormente a rischio sono quelle che hanno più di 75 anni e presentano già condizioni precarie di salute per altri motivi. Viceversa, persone con meno di 75 anni, che stanno bene e sono mediamente attive, corrono più o meno gli stessi rischi di un qualsiasi altro adulto.
Quali condizioni patologiche rendono l’anziano più vulnerabile al caldo?
Senz’altro deve stare più attento chi soffre di cardiopatia o di patologie croniche a livello polmonare o renale. Anche chi ha problemi di decadimento cognitivo o Parkinson è facilmente soggetto a disidratazione. Ma il discorso vale in generale per tutti coloro che non sono pienamente autosufficienti, trovandosi magari in situazioni di mobilità ridotta e con terapie farmacologiche pesanti da seguire.
Ci sono motivi fisiologici che portano gli anziani a soffrire particolarmente il caldo?
I motivi sono sostanzialmente due: da un lato l’anziano sente meno lo stimolo della sete, dall’altro ha una sudorazione inadeguata a regolare correttamente la temperatura corporea quando fa molto caldo. Tra l’altro spesso questa condizione diventa un circolo vizioso, perché bevendo poco, si suda poco e così la temperatura corporea sale mentre il corpo si disidrata sempre di più.
Quali comportamenti bisogna seguire per ridurre i rischi?
Il primo antidoto alla disidratazione è una dieta equilibrata, con molta frutta e verdura di stagione. In tal senso vanno bene anche le spremute, i succhi, così come i gelati con i pezzettoni di frutta dentro. Poi bisogna bere a intervalli regolari, adeguando il consumo di liquidi alla sudorazione. È importante stare in luoghi freschi e non uscire nelle ore più calde.
Aria condizionata: sì o no?
Direi che anche gli anziani vanno abituati a usare il condizionatore in casa, mantenendo una temperatura intorno ai 26 gradi e riducendo il livello di umidità. L’importante è che il condizionamento sia usato in modo costante e non a momenti, perchè non vanno bene nemmeno gli sbalzi di temperatura. Anche l’abbigliamento è da tenere in considerazione: abiti larghi in cotone e lino sono da preferire ad abiti più pesanti che talvolta gli anziani usano d’estate.
Quali sono i sintomi di disidratazione o di un eventuale colpo di calore?
I sintomi di un malessere da caldo sono vari. Generalmente partono leggeri e poi vanno in crescendo. Si va dai crampi alla stanchezza, dal calo di pressione alle vertigini. Altri sintomi sono l’eccessiva sonnolenza, la sensazione di bocca asciutta, la cefalea, talvolta uno stato confusionale. Poi, con l’aggravamento, si hanno aumento della temperatura corporea, battito accelerato, agitazione crescente, pressione sempre più bassa, talvolta alterazione dello stato di coscienza.
Cosa fare quando ci si accorge che un anziano ha un malore da caldo?
Bisogna anzitutto tenere l’anziano in luogo fresco e fargli spugnature, bagnandolo con pezzette umide. Poi è necessario fargli assorbire liquidi, anche sotto forma di purea di frutta. Nei casi più gravi, o quando l’anziano ha difficoltà a deglutire e quindi a reintegrare i liquidi persi, è necessario chiamare il medico di base. In quel caso si dovrà procedere con le flebo. Se poi ci sono ulteriori complicazioni, la strada più opportuna potrà essere quella del Pronto Soccorso.
Ci sono invece dei comportamenti da evitare?
In caso di febbre dovuta a colpo di calore non va bene usare il paracetamolo, in quanto inefficace e a rischio di effetti collaterali. Non va bene nemmeno cercare refrigerio dal caldo con i ventilatori, specie se la temperatura supera i 32 gradi. Infatti l’aria asciuga il sudore che servirebbe al corpo per riequilibrare la temperatura. Sudando meno, la temperatura corporea rimane in realtà più alta, quindi si ottiene l’effetto contrario a quello desiderato.
Cosa consiglia a chi si prende cura di anziani a rischio?
La cosa fondamentale per chi si prende cura di un anziano, specie se non autosufficiente, è dargli da bere a orari fissi, in modo da non dimenticarsi. E poi tenere sotto controllo la temperatura delle stanze. È bene ricordare che può bastare un solo pomeriggio caldo per causare disidratazione e colpo di calore in un anziano. Chiaramente il rischio aumenta con la maggior durata delle ondate di calore, perché l’eventuale disidratazione, se non adeguatamente integrata, prosegue per più giorni.
Vedete molti casi qui in geriatria al Sacro Cuore?
Durante l’estate arrivano qui diversi casi di anziani sofferenti per il caldo. Molti di loro vengono mandati qui dal Pronto Soccorso, soprattutto nei casi più gravi, dove il quadro clinico generale è complicato da altre patologie. Nei casi più lievi, invece, l’anziano viene curato direttamente al Pronto Soccorso con una terapia basata sulla reidratazione con flebo.