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Venerdì 1 dicembre a Verona i maggiori specialisti italiani e alcune personalità a livello internazionale faranno il punto sulle più innovative tecniche chirurgiche per la cura del tumore al retto, tra cui l’asportazione del cancro per via transrettale

Sono oltre 15mila (circa 1.300 nel Veneto) i nuovi casi di tumore al retto stimati per il 2017 in Italia (dati Associazione Italiana di Oncologia Medica). Sempre secondo stime saranno 250 le nuove diagnosi nella provincia di Verona nell’anno in corso.

Ma la neoplasia che colpisce la parte finale dell’intestino fa meno paura. In Italia la sopravvivenza media a cinque anni ha infatti raggiunto la percentuale del 62% (dati AIOM) anche per gli stadi più avanzati, con risultati leggermente superiori in Veneto. E i trattamenti chirurgici sono sempre meno invasivi, consentendo al paziente una buona qualità di vita.

L’obiettivo nei prossimi anni di tutti gli specialisti coinvolti nella diagnosi e nella cura di questo tumore (oncologi, endoscopisti, radioterapisti e chirurghi) è quello di promuovere la prevenzione, la diagnosi precoce e di trattare questa patologia con un approccio multidisciplinare nell’ottica di aumentare ulteriormente sopravvivenza e qualità di vita, anche grazie all’evoluzione delle tecniche chirurgiche.

Sullo “Stato dell’arte nel trattamento delle Malattie del retto. Approfondimenti di tecnica chirurgica” si confronteranno venerdì 1 dicembre alla Gran Guardia i maggiori specialisti italiani di chirurgia e personalità di rilievo internazionale (vedi video-intervista di presentazione).

Ad organizzare il congresso, giunto alla seconda edizione, è la Chirurgia Generale dell’ospedale Sacro Cuore Don Calabria di Negrar, diretta dal dottor Giacomo Ruffo, che ha sviluppato negli anni metodiche chirurgiche laparoscopiche e robotiche di eccellenza.

Relatore illustre del simposio sarà Roel Homps dell’Oxford University Hospital, uno dei massimi esperti al mondo di un’innovativa tecnica chirurgica, eseguita da pochi centri specializzati, tra cui quello di Negrar, che consente l’asportazione del tumore per via transrettale.

Interverranno anche i professori Eric Roullier e Joel Leroy, esponenti della maggiore scuola europea di laparoscopia, che si trova a Strasburgo.

Inoltre saranno presenti l’oncologa Stefania Gori, presidente dell’Associazione Italiana di Oncologia Medica e direttore dell’Oncologia di Negrar; Francesco Corcione e Paolo De Paolis, rispettivamente past president e presidente eletto della Società Italiana di Chirurgia; Claudio Bassi, direttore della Scuola di specialità in Chirurgia dell’Università di Verona; Pierluigi Marini presidente ACOI (Associazione Chirurghi Ospedalieri Italiani); Gianandrea Baldazzi, presidente SICOP (Società Italiana Chirurgia nell’Ospedalità Privata, e Paolo Del Rio presidente SICO (Società Italiana Chirurgia Oncologica).

Ma il 1° dicembre non si parlerà solo di chirurgia. Una sessione sarà dedicata ai protocolli ERAS (Enhanced Recovery After Surgery), un nuovo approccio multidisciplinare all’intervento chirurgico che ha come obiettivo una migliore ripresa del paziente dopo l’operazione grazie anche a una particolare attenzione della fase pre-operatoria. L’utilizzo intensivo della chirurgia mini-invasiva abbinato ai protocolli ERAS porta la degenza del paziente da 10 a 5 giorni, con notevoli vantaggi per il paziente stesso e una riduzione dei costi sanitari.

Ma il tumore al retto non è solo chirurgia, ma anche prevenzione e diagnosi precoce. Nel video il dottor Giacomo Ruffo risponde alle domande su questa neoplasia,