Si chiama ABVS e a differenza dell’Ecografia tradizionale acquisisce le immagini tridimensionali dell’intero volume della mammella, in modo oggettivo, cioè indipendentemente dall’esperienza del medico, fornendo maggiori informazioni diagnostiche
Da alcuni mesi la Sezione di Senologia del Servizio di Diagnostica per immagini dell’Ospedale Sacro Cuore Don Calabria, diretto dal dottor Giovanni Carbognin, dispone di un sistema ecografico volumetrico, noto come ABVS (Automated Breast Volume Scanner) o ecografia robotica.
Una risorsa importante per lo studio del tumore alla mammella, in grado di aumentare la accuratezza diagnostica e fornire informazioni preziose al chirurgo che deve eseguire l’intervento.
“Rispetto ai sistemi ecografici tradizionali – spiega il dottor Carbognin – l’ABVS agisce come un’indagine TC, quindi trasforma l’ecografia da metodica soggettiva, cioè dipendente dall’esperienza dell’operatore, a metodica oggettiva”.
Si tratta di un apparecchio dotato di braccio robotizzato con sonda ad alta risoluzione che viene appoggiata sulla mammella e acquisisce con tre scansioni in pochi minuti, indipendentemente dal medico, un volume che può essere visualizzato come singole immagini in tutti i piani dello spazio attraverso monitor dedicati.
“La risoluzione delle immagini è decisamente migliore – prosegue il medico radiologo – di conseguenza lo sono le informazioni diagnostiche ottenibili. Il processo è simile a quanto viene già ottenuto con i mammografi tridimensionali con Tomosintesi, da tempo in dotazione nella nostra Sezione di Radio-Senologia”.
Ma quando viene impiegata l’ecografia tridimensionale? “L’ABVS è indicato in generale nelle donne, quasi sempre giovani, con seno denso, e innanzitutto per pazienti affette da carcinoma mammario al fine della stadiazione locale – risponde il dottor Carbognin – in particolare nelle lesioni complesse o in quelle in cui non sia chiara la sede o l’estensione della lesione tumorale nell’esame ecografico tradizionale”.
L’ecografia robotica viene utilizzata anche per una migliore valutazione della cicatrice nelle donne operate al seno, soprattutto nei casi dubbi di una possibile recidiva della malattia.
“Si dimostra molto efficace come ‘seconda opinione’ quando dalla Risonanza Magnetica delle mammelle emerge qualche elemento di sospetto, ma anche nelle donne molto giovani che presentano mammelle con numerosi fibroadenomi (la forma di tumore al seno benigna più diffusa e più frequente nelle donne sotto i 30 anni, ndr), per consentirne un più accurato follow up. Infine, come ‘second-opinion’ grazie alla possibilità di invio e revisione dei volumi acquisiti da parte di un altro specialista“, conclude il dottor Carbognin,
L’ecografia tridimensionale completa l’offerta diagnostica della Sezione di Radio-Senologia, che dispone anche di due mammografi digitali con Tomosintesi. La mammografia digitale con Tomosintesi consente, a differenza di quella eseguita dai mammografi tradizionali (o bidimensionali), l’acquisizione in 3D delle immagini mammografiche, sezionando, come una TC, in strati sottilissimi, il volume della mammella.
“Secondo studi più recenti – spiega ancora il primario – questa metodica è in grado di incrementare significativamente sensibilità ed accuratezza diagnostiche nelle neoplasie non palpabili. Inoltre, i mammografi sono dotati di Stereotassi con Tomosintesi, sistema che consente di ‘guidare’ le procedure interventistiche mini-invasive della mammella, come il centraggio preoperatorio o come il sofisticato prelievo di tessuto mammario con tecnica ‘vuoto assistita’, in modo molto più veloce e preciso”.
L’esame senologico all’ospedale di Negrar prevede di routine anche l’ecografia grazie alla disponibilità di due apparecchi di alta fascia tarati specificatamente per la senologia. Vi accedono tutte le donne dopo aver effettuato la mammografia o come primo esame per quelle giovani (sotto i 30 anni) che non presentano sintomi.
La Sezione di Senologia ha, inoltre, accesso a tre apparecchi di Risonanza Magnetica ad alto campo (1,5 Tesla).
Nel 2016 sono state seguite circa 15mila donne e sono stati condotti: 13mila esami senologici completi, 655 aghi aspirati, 365 prelievi con tecnica “vuoto assistita” (con guida Ecografica, Tomografica o di Risonanza Magnetica), e 350 indagini RM delle mammelle con mezzo di contrasto
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