Dalla visita al pre-ricovero, dalla degenza alla dimissione: l’Unità di ORL del “Sacro Cuore” ha ideato un originale percorso per ridurre lo stress nei piccoli pazienti e nei loro familiari in occasione di interventi chirurgici che riguardano i bambini

L’idea di andare in ospedale, la visita in reparto, l’eventuale ricovero o il doversi sottoporre ad un intervento: ciascuna di queste situazioni può provocare un forte stress nel paziente e nei familiari. Ma se il paziente è un bambino, l’agitazione è sicuramente maggiore e spesso diventa vera e propria paura, soprattutto da parte dei genitori e dei nonni che vedono il proprio piccolo affidato a mani “sconosciute”, anche se esperte.

 

Come fare, dunque, perché l’esperienza dell’ospedale per un bambino non diventi un momento così traumatico? A partire da questa domanda, i medici e gli infermieri dell’Unità Operativa di ORL del Sacro Cuore Don Calabria, diretta dal dottor Sergio Albanese, hanno ideato un percorso assai originale che ha l’obiettivo di eliminare la paura e mettere a proprio agio i piccoli pazienti e i loro familiari durante tutte le fasi della permanenza in ospedale.

 

I BAMBINI IN ORL

Nell’Unità di ORL di Negrar i bambini rappresentano circa il 30% di tutti i pazienti: nel 90% dei casi la loro età è compresa tra 3 e 6 anni. Il rimanente 10% è rappresentato per la maggior parte da bambini oltre i 6 anni e in minima parte da bambini di età inferiore ai 3 anni. Gli interventi effettuati in questo ambito sono circa 450 all’anno, di cui il 90% è costituito da tonsillectomia e adenoidectomia, due procedure chirurgiche che in genere provocano dolore, anche se per un tempo molto circoscritto.

Partendo da questi dati, il personale ha analizzato tutto il percorso che porta il bambino dalla visita all’intervento e quindi alla dimissione, identificando i passaggi più traumatici e apportando le opportune correzioni per ridurre lo stress psicofisico dei piccoli pazienti.

 

IL PERCORSO DEL BAMBINO

Il risultato è il nuovo percorso del bambino all’interno dell’Unità Operativa che si articola in quattro fasi:

 

1. La visita e la programmazione dell’intervento. Spesso i genitori si trovano in difficoltà nello spiegare ai propri piccoli ciò che avverrà in ospedale. Per aiutarli, in ORL viene loro consegnato un libretto illustrato che racconta in forma di favola, utilizzando caratteri di scrittura chiari e sufficientemente grandi e con linguaggio molto semplice, tutto il percorso dal momento dell’insorgenza del problema (tonsillite, ipertrofia adenoidea…) e quindi ancor prima della visita ORL iniziale, fino al momento della dimissione dall’ospedale, dopo l’intervento.

I diversi libretti, delle dimensioni di un quaderno, sono costituiti da una quarantina di pagine di cui 20 sono occupate da testo e 20 riportano in immagine, a tutta pagina, quanto scritto. Questa impostazione grafica è stata pensata per permettere al bambino, in relazione alla sua età e al livello di scolarità, di leggere e osservare l’immagine, oppure di non leggere ma di farsi raccontare la storia dal genitore e di colorare l’immagine per fissare i passaggi del percorso (vedi foto).

 

2. Il pre-ricovero – circa una settimana prima del ricovero – in cui il bambino viene sottoposto alle indagini diagnostiche per la preparazione dell’intervento (prelievo ematochimico, visita ORL, visita anestesiologica, visita pediatrica). Uno dei punti più temuti da bambini e genitori è il prelievo di sangue e su questo aspetto, nell’ambito del percorso del bambino, è stata inserita l’applicazione di una pomata anestetica sul braccio (EMLA) per ridurre il dolore dell’ago durante la procedura. Questo ha permesso di eliminare non solo l’eventuale dolore, ma anche la paura di molti bambini nel vedere il sangue che fluisce nella siringa.

 

3. La degenza, in genere in regime di Day Hospital, che ha la durata di due giorni (quello dell’intervento, che è anche il giorno di ingresso, e quello successivo). In questa fase c’è anzitutto da affrontare l’ansia legata alla separazione dai genitori prima dell’intervento. Per ridurre lo stress del distacco, i genitori possono accompagnare il bambino al piano inferiore verso la sala operatoria e insieme ad un infermiere gli somministrano delle gocce sedative che lo tranquillizzano cosicchè quando viene preso in carico per entrare in sala l’ansia risulta molto ridotta.

Un secondo aspetto rilevante in questa fase riguarda la comunicazione con i genitori che attendono impazienti il ritorno dei bimbi dalla sala. A tal fine è stato predisposto un poster che, con l’aiuto di una chiara grafica, illustra i tempi tecnici dell’intervento così che l’attesa non si carichi di paura.

A livello operativo poi è stata introdotta una fase che consiste nell’applicazione di anestetico locale sulle ferite: il blocco delle terminazioni nervose porta ad una totale analgesia che dura molte ore evitando al bambino la fase più dolorosa del decorso postoperatorio. Successivamente in reparto il controllo del dolore viene supportato da un trattamento farmacologico concordato preventivamente con gli anestesisti in modo da anticipare la comparsa del dolore. Il pomeriggio vengono portati ghiaccioli per tutti e successivamente arrivano a sorpresa i clown ad allietare i bambini appena operati. Eliminando lo stress e il dolore la degenza diventa un soggiorno che i bimbi ricordano senza particolare ansia, come confermano i genitori durante le visite di controllo.

 

4. L’ultima fase è quella della dimissione, quando ai genitori e al bambino, dopo un’ulteriore visita ORL, lo specialista illustra i comportamenti corretti da adottare – alimentazione, movimento – durante il periodo della convalescenza.

Il filo rosso del percorso senza paura è l’informazione su “misura”, anche attraverso le immagini, che si colloca in un contesto in cui è il “prendersi cura” e non il “curare” a orientare l’assistenza, in un’ottica di miglioramento continuo e che concorre significativamente a contenere e ridurre lo stress e gli aspetti negativi dell’esperienza vissuta.

Un percorso, questo pensato dall’ORL, che è in continua evoluzione e che aderisce, in modo attento, ai contenuti della Carta dei Diritti dei Bambini e degli Adolescenti (Convenzione Internazionale dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza del 1989, ratificata da tutti i governi europei e si ispira alla Carta di Each del 1988). La Carta, infatti, enfatizza, accanto ad altri aspetti, l’importanza dell’informazione e del coinvolgimento del bambino, con i genitori, nel suo percorso all’interno delle diverse strutture.