Dal 20 al 26 maggio si tiene in tutto il mondo la Settimana della tiroide: attenzione ai sintomi e soprattutto alla prevenzione delle principali patologie che può essere fatta tramite l’assunzione quotidiana di sale iodiato per cucinare
Torna anche quest’anno, dal 20 al 26 maggio, la Settimana mondiale della tiroide, promossa dalle associazioni scientifiche di Endocrinologia e dei pazienti più rappresentative per accendere i riflettori sulla salute di una ghiandola tanto piccola quanto fondamentale per il nostro organismo (pesa mediamente solo 20 grammi).
“Amo la mia tiroide e faccio la cosa giusta” è lo slogan dell’edizione 2019. E una delle prime cose giuste da fare è quella di assumere quotidianamente e senza eccedere, il sale iodiato per cucinare, acquistabile in qualsiasi supermercato.
“Lo iodio serve alla piccola ghiandola endocrina per sintetizzare gli ormoni tiroidei i quali, a loro volta, regolano il buon funzionamento del muscolo cardiaco e scheletrico, il metabolismo osseo, lipidico e glucidico e sono essenziali per lo sviluppo del sistema nervoso del feto” spiega il dottor Lino Furlani, responsabile del Servizio di Endocrinologia e coordinatore organizzativo nazionale dell’Associazione Medici Endocrinologi (AME).
La carenza di iodio è all’origine di una delle patologie funzionali della tiroide più diffuse, l’ipotiroidismo, che colpisce circa il 5% della popolazione sopra i 60 anni. Una percentuale che cresce se si comprendono anche i casi di ipotiroidismo subclinico, che non si manifesta con i classici sintomi, ma è rilevabile solo tramite il dosaggio nel sangue del TSH. Inoltre, la carenza di iodio favorisce lo sviluppo di noduli (vedi articolo)
TSH
La tirotropina o tireotropina o TSH, appunto, è l’ormone prodotto dall’ipofisi con il compito di regolare la funzione tiroidea (produzione di T3 e T4). Se il TSH è superiore alla norma significa che la tiroide lavora poco, mentre se è inferiore può essere sintomo di ipertiroidismo, cioè di un eccessivo funzionamento della tiroide, l’altra patologia funzionale della ghiandola più diffusa (ne soffre il 3% della popolazione).
IPOTIROIDISMO
Cause e sintomi
Una delle cause principali dell’ipotiroidismo è la tiroidite autoimmune, conosciuta come ‘morbo di Hashimoto’. Poiché comporta un’insufficiente produzione di ormoni T3 e T4 da parte della tiroide, tutto l’organismo ‘rallenta’ i suoi processi con sintomi quali affaticamento, sonnolenza, aumento di peso, sensazione di freddo.
Terapia
La terapia dell’ipotiroidismo prevede l’assunzione di Levotiroxina, l’ormone sostitutivo per eccellenza. “E’ importante che la terapia sia calibrata bene ed individualizzata”, afferma il dottor Furlani. “Il giudizio del buon compenso funzionale non si basa solo sugli esami del sangue: la cura deve tenere in considerazione anche l’età della persona, il suo stile di vita e altre condizioni fra cui la gravidanza. Bisogna inoltre porre molta attenzione all’interferenza di altri farmaci o sostanze con la terapia: farmaci come gli inibitori di pompa (Omeprazolo e analoghi) o sostanze come la soia devono essere assunti a distanza di 4 – 5 ore dall’ormone tiroideo perché ne potrebbero compromettere l’assorbimento. Sono disponibili diverse formulazioni di ormone tiroideo (compressa, liquida e soft-gel) che permettono di individualizzare la terapia e ne riducono le interferenze di assorbimento”.
IPERTIROIDISMO
Cause e sintomi
Anche per lipertiroidismo la causa principale è una sindrome autoimmune che, quando coinvolge l’intera ghiandola, viene definita ‘morbo di Basedow’; l’ipertiroidismo può anche essere sostenuto da un solo nodulo, in un contesto di tiroide plurinodulare, ed in tal caso è conosciuta come “morbo di Plummer”. Nell’ipertiroidismo vi è una iperproduzione di ormone tiroideo, quindi l’organismo funziona in modo accelerato. I sintomi infatti sono: agitazione, ansia, nervosismo, tachicardia, ipercinesia, astenia, dimagrimento, ipersudorazione e minor resistenza allo sforzo”.
Terapia
La terapia può essere farmacologica con l’assunzione di Tiamazolo (oppure Propiltiouracile in casi particolari). Nelle situazioni che non rispondono alla terapia medica si può optare per la chirurgia (vedi video) che prevede l’asportazione della ghiandola in toto (soprattutto nel caso di tiroidi voluminose o con noduli importanti) o per il radioiodio(vedi video), che consiste nella somministrazione orale di una capsula di iodio-131. Lo iodio contenuto nel radiofarmaco ha lo scopo di distruggere i tessuti attivi della tiroide. Una volta effettuata la terapia chirurgica o medico-nucleare è necessario assumere l’ormone tiroideo sostitutivo.
PERSONE A RISCHIO
La valutazione del buon controllo della funzione tiroidea e della sua struttura (Ecografia) è indicata in alcune categorie di persone:
- Donne in età fertile e in particolare coloro che hanno in programma una gravidanza. Infatti l’ormone tiroideo prodotto dalla madre è responsabile nelle prime settimane di vita della maturazione del sistema nervoso del feto. E’ importante inoltre che la futura mamma inizi prima della gravidanza una supplementazione di iodio (non è sufficiente il sale iodiato) che poi manterrà per tutti i 9 mesi e durante l’allattamento. La gravidanza comporta una perdita di iodio nelle urine che potrebbe mettere a rischio lo sviluppo della tiroide del feto. Durante l’allattamento l’assunzione dello iodio ha anche una funzione di prevenzione delle malattie tiroidee nel bambino.
- Gli anziani. Spesso i sintomi dell’ipotiroidismo sono confusi con l’astenia propria dell’anziano
- Le persone che hanno familiarità per malattie della tiroide(disfunzioni e neoplasie tiroidee)
elena.zuppini@sacrocuore.it