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La lombalgia è un sintomo e pertanto per essere curata bisogna indagarne le cause. Al “Sacro Cuore Don Calabria” è nato un team multidisciplinare per offrire al paziente un trattamento efficace e personalizzato. Un convegno sul tema venerdì 24 maggio

“Dottore, ho mal di schiena, cosa può essere?”. Una domanda che soprattutto i medici di medicina generale si sentono rivolgere molte volte nel loro ambulatorio, ma la cui risposta richiede un preciso inquadramento clinico per ogni paziente. Infatti la lombalgia è un sintomo che rimanda ad un ampio spettro di patologie, da curare con trattamenti diversi e possibilmente in maniera personalizzata.

 

 

Di “Mal di schiena: dalla diagnosi alla terapia” si parlerà venerdì 24 maggio, a partire dalle 14, al Centro Diagnostico Terapeutico Ospedale Sacro Cuore di via San Marco 121 (Verona), la struttura per l’attività in libera professione dell’Ospedale di Negrar (vedi programma).

 

 

L’incontro è rivolto ai medici di medicina generale e agli specialisti di varie discipline, in quanto solo un approccio multidisciplinare del problema può portare a una sua soluzione. Non a caso gli interventi saranno tenuti dai componenti del team multispecialistico sulla lombalgia dell’IRCCS Ospedale Sacro Cuore Don Calabria, formato da: radiologo, ortopedico, reumatologo, medico nucleare, terapista antalgico e fisiatra.

 

 

Malattia socio-sanitaria

“La lombalgia cronica è una delle patologie più diffuse – afferma il dottor Antonio Marchetta, responsabile del Servizio di Reumatologia – Si stima che in Italia ne soffrano 7 italiani su 10, con maggiore incidenza nella fascia di età dai 20 ai 50 anni. E’ un problema medico-sociale per i costi diretti ed indiretti, in termini di esami, farmaci, terapia fisiche e riabilitative, assenze lavorative”.

 

Quando rivolgersi al medico

l dolore alla schiena può essere indicativo di una patologia importante. quando è persistente da più di due settimane e notturno. E’ bene rivolgersi al medico soprattutto nel momento in cui è associato a febbre, malessere e perdita di peso immotivata, disturbi neurologici …

 

Le cause

Nel 90% dei casi il dolore lombare ha origini meccaniche, dovute all’osteoartrosi (la degenerazione della cartilagine che riveste le articolazioni della colonna vertebrale), a patologia degenerativa del disco intervertebrale (protrusioni ed ernie discali) o all’osteoporosi(con i classici ‘crolli vertebrali’ soprattutto nelle donne anziane). “Ma il mal di schiena può avere anche cause infiammatorie di origine autoimmune come le spondiloartriti in corso di artropatia psoriasica o di malattie infiammatorie croniche intestinali, o ancora riconoscere una causa infettiva come le spondilodisciti” prosegue il medico.

Da non sottovalutare il fatto che la colonna può essere interessata primitivamente da patologie ematologiche non infrequenti nella età avanzata come il mieloma o linfomi, oppure anche essere sede di localizzazioni secondarie metastatiche in corso di neoplasia della prostata e della mammella.

Inoltre c’è tutto il capitolo del cosiddetto ‘dolore riferito’ cioè una sintomatologia dolorosa che deriva da problematiche viscerali, vale a dire di organi interni contenuti nella cavità toracica e addominale che possono esprimersi o esordire come dolore a livello della colonna (aneurisma della aorta, neoplasie del pancreas, intestino, utero…). Per questo diventa fondamentale fare una diagnosi tempestiva e corretta, affinché il paziente possa essere indirizzato allo specialista competente per una terapia efficace e personalizzata

 

Il ruolo del radiologo

La diagnosi non può prescindere da un iter diagnostico radiologico.“Si parte dalla normale radiografia per poi passare ad esami più sofisticati come la Tac o la Risonanza Magnetica a seconda del tipo di sintomo e in base al sospetto diagnostico. In taluni casi potrebbe essere opportuno eseguire una Densitometria ossea se si sospetta un’osteoporosi con crolli vertebrali oppure uno studio elettrofisiologico per capire se c’è un interessamento del nervo sciatico e a quale livello”, spiega il radiologo Giovanni Foti che assieme al collega Stefano Rodella ha organizzato il convegno. “L’ottimizzazione dell’iter diagnostico allontana il rischio di peggioramento della patologia (pensiamo per esempio alle spondilodisciti) – precisa il dottor Foti – ma anche riduce la sofferenza del paziente e i costi sanitari”.

Le terapie

L’ultima parte del convegno è riservata al trattamento del mal di schiena. L’armamentario terapeutico si avvale di trattamenti farmacologici per alleviare il dolore e ridurre la infiammazione ma anche di procedure mini invasive talora molto efficaci e rapide nel ridurre la sintomatologia dolorosa intensa (infiltrazioni locali, vertebroplastica percutanea e discectomie). Fondamentale, inoltre, è il trattamento fisiokinesiterapico impostato dal fisiatra che deve mirare al ripristino della funzionalità della colonna e al mantenimento del benessere del paziente.