Il 40% delle patologie tumorali si potrebbero evitare con una dieta sana come quella mediterranea, se combinata con esercizio fisico e rinuncia al fumo. I consigli dell’oncologa Alessandra Modena per allontanare i fattori di rischio dalla nostra tavola

Circa il 40% dei tumori potrebbe essere evitato con uno stile di vita sano, cioè non fumando, dedicando del tempo della nostra giornata all’attività fisica, mantenendosi normopeso e in particolare facendo attenzione a cosa mettiamo sulla nostra tavola. “E’ risaputo che un modello di alimentazione “sana” è la dieta mediterranea, una piramide alimentare dove predominano frutta e verdura, di cui bisognerebbe assumere almeno cinque porzioni al giorno. E’ una dieta varia ed equilibrata che per alcuni alimenti prevede moderazione e per altri ne sconsiglia fortemente l’assunzione”, afferma la dottoressa Stefania Gori, Direttore dell’Oncologia Medica dell’IRCCS Ospedale Sacro Cuore Don Calabria di Negrar.

La dottoressa Alessandra Modena dell’Oncologia Medica ci spiega il perché. “Gli alimenti ricchi di grassi e zuccheri sono una delle maggiori cause di sovrappeso e di obesità, fattori a loro volta di rischio di gran parte dei tumori, come quelli della mammella, della prostata, del pancreas e del tratto gastroenterico. Quello adiposo, infatti, non è un tessuto inerte, ma contiene i precursori degli estrogeni. In particolare nelle donne in post-menopausa, l’eccesso di grasso corporeo agisce aumentando il rischio di patologia neoplastica della mammella. E differenti studi hanno dimostrato l’influenza di sovrappeso e obesità non solo sull’incidenza di sviluppare un tumore ma anche sul rischio di recidiva nelle persone che già hanno avuto una neoplasia.”

 

Gli zuccheri. “Il loro consumo deve essere limitato perchè contengono molte calorie e possono influire sul peso corporeo. Inoltre, una dieta ricca di zucchero può favorire il rischio tumorale aumentando la produzione di insulina: elevati livelli di insulina favoriscono la promozione e la progressione delle cellule neoplastiche. E’ bene ricordare che tra gli alimenti ricchi di zuccheri non ci sono solo i dolci, ma anche i carboidrati, di cui sono ricchi il pane e la pasta,che è bene quindi consumare in quantità moderata e possibilmente in forma integrale per aumentare l’apporto di fibre.

 

Fibre. “E’ consigliabile assumere quotidianamente almeno 30 grammi di fibre (solubili e insolubili) in quanto favoriscono un minor assorbimento di zuccheri e grassi da parte dell’intestino”.

 

Carni rosse e carni processate. “Le carni rosse (ovine, suine e bovine) in genere non devono essere eliminate dalla dieta, ma limitate ad un massimo di 500 grammi alla settimana. Dovrebbero invece essere abolite le carni rosse processate (ad esempio salumi, carne in scatola, wurstel), cioè quelle che per essere conservate sono state sottoposte a lavorazione mediante essiccatura, salatura o affumicatura e aggiunta di additivi. E’ stato infatti dimostrato come il consumo giornaliero di 50 grammi di carne processata possa aumentare del 18% il rischio di ammalarsi di tumore al colon. Particolare attenzione va inoltre posta alla modalità di cottura di tali alimenti (ad esempio alla griglia), in quanto alte temperature di cottura causano il rilascio di sostanze chimiche molto dannose per il nostro organismo, come gli idrocarburi policiclici aromatici, i nitriti e i nitrati”.

 

Soia. “La soia contiene isoflovanoidi, sostanze di origine vegetale strutturalmente e funzionalmente simili agli estrogeni prodotti dall’organismo, e quindi è un alimento particolarmente studiato in campo oncologico. Ad oggi i dati relativi alla possibile relazione tra assunzione di soia e carcinoma mammario sono ancora controversi.Alcuni studi effettuati sulla popolazione asiatica hanno dimostrato un possibile effetto protettivo della soia nei confronti del carcinoma mammario. In un più recente studio condotto su cavie (topi), è stato tuttavia sottolineato come gli effetti “benefici” della soia sui tumori mammari ormono-sensibili scomparirebbero nel momento in cui la soia veniva inserita nella dieta “dopo” la diagnosi di tumore al seno. In assenza di evidenze certe, è pertanto consigliabile che le pazienti con diagnosi di tumore al seno ormono-sensibile limitino il consumo di cibi contenenti fitoestrogeni, tra cui la soia”.

 

Alcol. “L’alcol è una sostanza tossica e potenzialmente cancerogena e come tale deve essere assunta con molta moderazione. Il rischio di sviluppare il cancro è dose-dipendente e pertanto si raccomanda di limitarne il consumo, consigliando di non superare i 12 grammi di etanolo al giorno per le donne (un bicchiere di vino) e i 24 grammi per gli uomini (due bicchieri di vino). Vari sono i meccanismi con cui l’etanolo e il suo metabolita genotossico acetaldeide possono favorire l’insorgenza di tumori e tra questi vanno ricordati il danno al DNA e le aberrazioni o i riarrangiamenti cromosomici indotti”.