Il 12 febbraio di 72 anni fa, il prefetto di Verona Giovanni Uberti emana un decreto: grazie all’intensificarsi dell’attività sanitaria la Casa Sacro Cuore da ospizio diventa giuridicamente un ospedale

Da pochi giorni l’ospedale Sacro Cuore Don Calabria ha compiuto 72 anni. Almeno sul piano giuridico, perché il 12 febbraio del 1946 la Casa Sacro Cuore otteneva il riconoscimento come ospedale “a seguito di una visita di sopralluogo da parte del medico provinciale”, come riporta Mario Gecchele, nel libro L’ospedale Sacro Cuore di Negrar (1922-1954), in Storia dell’Opera Don Calabria, volume II/3, 2011 di cui riportiamo ampi stralci (vedi foto degli anni Quaranta).

 

Scrive Gecchele: “…nello stesso anno iniziavano i lavori di profonda trasformazione edilizia, di consolidamento, di ammodernamento e di ingrandimento, che in pochi anni cambiarono il volto al Sacro Cuore aggiungendo soprattutto il grandioso Geriatrico, dedicato a San Giovanni Calabria.

 

Prefetto di Verona era il senatore Giovanni Uberti, ‘carissimo amico’ dell’Istituto Buoni Fanciulli. La direzione dell’ospedale, per ottenere il sospirato, e più volte negato a don Sempreboni (il parroco di Negrar fondatore del Casa di riposo Sacro Cuore, ndr), riconoscimento civile, nella relazione che accompagnava la domanda sottolineava la distanza dell’ospedale di Bussolengo (12 km) senza alcun collegamento, e da quello di Verona (13 Km) con collegamenti inefficienti e faceva presente il lavoro di ammodernamento che aveva visto aumentare il numero di ricoverati ‘da una trentina ad un centinaio’ con direttore il dottor Consolaro e primario chirurgico il dottor Zanuso, con l’aiuto del dottor Clementi per pediatria e il dottor Salgari per radiologia.

 

Nella domanda inoltrata nell’ottobre del 1945, dopo una breve cronistoria dell’ospedale, nella quale si ricordava che già altre volte erano state inoltrate le pratiche per il riconoscimento ed effettuati gli emendamenti suggeriti, si precisava che l’ospedale aveva lo scopo di ‘soddisfare i desideri e i bisogni della popolazione del capoluogo e della zona montana’, data la difficoltà di raggiungere altri ospedali come quello di Bussolengo e di Verona, per la scarsezza e la lentezza dei mezzi di comunicazione.

 

Di fronte alla dichiarazione dell’intensa attività sanitaria dell’ospedale (‘dal 1 Maggio 1944 al 20 Gennaio 1946 abbiamo avuto N. 22.680 presenze giornaliere con una media di N.36 presenze’, con posti letto totali di 55), il prefetto, dopo aver incaricato il medico provinciale di verificare sul posto la situazione, in data 12 febbraio 1946 emanava il decreto con cui ‘l’Ospedale S. Cuore di Negrar è classificato alla terza categoria prevista dall’art. 6 del R.D. 30 Settembre 1938 N. 1631′”.