In occasione della XXVII Giornata mondiale del malato la riflessione di fratel Gedovar Nazzari, presidente dell’IRCCS Ospedale Sacro Cuore Don Calabria: “Nel servizio al malato acquista significato una struttura religiosa e calabriana come la nostra”

L’11 febbraio la Chiesa celebra in tutto il mondo la Giornata del malato. Una data significativa che coincide con il giorno in cui nel 1858 a Lourdes la Madonna apparve per la prima volta alla giovane Bernadette. A istituire questa festa nel 1993 fu San Giovanni Paolo II, il Pontefice polacco che ha vissuto concretamente e mostrato al mondo il significato teologico della sofferenza dovuta alla malattia. Il dolore, l’invalidità, la dipendenza da altri anche nelle più banali attività quotidiane come partecipazione alla sofferenza redentrice di Cristo sulla croce.

 

E’ un compito arduo il modo in cui la teologia cristiana ci chiede di vivere la malattia. Quando ci ammaliamo seriamente l’umanità tutta in noi si ribella, chiedendosi perché la vita la sottopone a una così dura prova. Lo stesso accade quando si ammala una persona a noi cara. La fede nella bontà di Dio è un mantello che ci avvolge e ci rassicura e la preghiera un balsamo che lenisce le ferite. La vicinanza di Dio non fa sentire mai soli.

 

Una vicinanza che si fa reale attraverso lo strumento dell’amore e della tenerezza di chi assiste il malato. Peggiore della malattia è la condizione di viverla nella solitudine. Conoscono bene questo dramma le famiglie con malati psichiatrici o affetti da patologie neurodegenerative che nel tempo vedono allontanarsi le persone, anche i parenti più stretti. La malattia fa paura, è umano cancellarla anche dai nostri pensieri, ma fa parte della vita, e può entrare in quella di ciascuno di noi.

 

La Giornata mondiale del malato è un’occasione di riflessione sulla fragilità umana, su quanto diventiamo poveri quando veniamo privati del nostro bene più grande, la salute. Ma anche sulla forza interiore che possediamo e che ci rende capaci di vivere la malattia come un’opportunità cristiana e umana. Quante persone raccontano come la malattia abbia cambiato la loro vita, come abbia reso più salda la loro fede o come grazie ad essa abbiano riscoperto l’amore di Dio insieme a valori che avevano messo in secondo piano!

 

Ma questa Giornata è soprattutto un momento in cui riflettere sul nostro compito come uomini e come donne, e in particolare come cristiani, di fronte alle persone malate. E’ un compito di servizio. Perché se “tutte le volte che avete fatto qualcosa a uno dei più piccoli di questi miei fratelli, lo avete fatto a me! (Mt 25,40), allora il volto del malato è il volto di Dio. E’ quindi nel servire il malato che acquista significato un ospedale religioso e calabriano come il “Sacro Cuore Don Calabria”.

 

Un servizio che si esplica offrendo al paziente le migliori terapie oggi disponibili e nel prendersi cura della globalità della persona dal punto di vista medico, psicologico e spirituale. In modo particolare quando più nessuna cura è efficace. Anche come operatori sanitari siamo chiamati ad essere Samaritani, perché è nel prendersi cura del prossimo più fragile, immagine di Cristo, che si realizza in pienezza la nostra umanità.

Fr. Gedovar Nazzari

Presidente dell’IRCCS Ospedale Sacro Cuore Don Calabria