Viene chiamato il ladro silente della vista, perché, nella maggior parte dei casi, quando si manifestano i primi sintomi, ormai il danno è fatto. Si tratta del glaucoma, una patologia dell’occhio che danneggia il nervo  ottico e si ripercuote quindi sulla capacità visiva del paziente. Secondo i dati della Società Oftalmologica Italiana, si stima che il 2% della popolazione italiana sopra i 40 anni abbia la malattia e che l’incidenza aumenti con l’età interessando il 10% dei soggetti over 70. I soggetti glaucomatosi in Italia sarebbero circa 1 milione, e di questi una buona parte non sa di avere la malattia, mentre sarebbero circa 200 mila gli italiani non vedenti a causa del glaucoma.

La parola d’ordine è quindi prevenzione, che consiste nel sottoporsi ad una visita oculistica circa una volta all’anno a partire dai 40 anni –  a meno che non vi siano particolari fattori di rischio che richiedono di anticiparla – completa della misurazione della pressione dell’occhio, causa principale, quando supera determinati parametri, della patologia. Un messaggio che viene ribadito particolarmente nella settimana dall’11 al 17 marzo, dedicata in tutto il mondo alla prevenzione del glaucoma.

Andrea Palamara, oculistca IRCCS Ospedale Sacro Cuore Don Calabria di Negrar
Dr. Andrea Palamara

“La pressione alta è il principale fattore di rischio per sviluppare la malattia e anche l’unico fattore su cui noi possiamo intervenire”, spiega il dottor Andrea Palamara, responsabile del Servizio Glaucoma dell’Oculistica del “Sacro Cuore Don Calabria”, diretta dalla dottoressa Grazia Pertile. “Quindi per terapia del glaucoma si intende essenzialmente un farmaco o una procedura (laser o chirurgica) per abbassare la pressione dell’occhio al fine di fermare l’evolversi del danno al nervo ottico”. Il Servizio di Glaucoma, in cui opera per la parte diagnostica la dottoressa Silvia Quinternetto, segue  2.500 pazienti all’anno di cui circa 300 nuovi casi.

Dottor Palamara, da cosa è determinata la pressione oculare?

“E’ determinata dalla circolazione all’interno dell’occhio di un liquido (umore acqueo) prodotto da alcune strutture del bulbo oculare e drenato attraverso delle vie di deflusso nel circolo venoso. Se aumenta la produzione del liquido o se è meno efficiente il drenaggio, si verifica un innalzamento della pressione dell’occhio che va a comprimere le fibre nervose retiniche e la testa del nervo ottico, a livello del fondo oculare.  Il danno che ne consegue può restare del tutto asintomatico per lungo tempo e il paziente si accorge di avere un problema alla vista quando ormai la malattia è arrivata a uno stadio avanzato. Per questo è importante la prevenzione.

La pressione alta dell’occhio è la sola causa del glaucoma?

No, ma è la più comune per le forme di glaucoma più diffuse: il glaucoma cronico ad ad angolo aperto e quello ad angolo stretto. Tuttavia è bene precisare che non sempre la pressione oculare elevata è sinonimo di glaucoma. Ci sono persone che sono ipertese oculari, ma non sviluppano mai la malattia e persone che hanno una pressione relativamente regolare ma sia ammalano.

Altre cause e fattori di rischio?

Ci sono forme congenite di glaucoma, per fortuna rare, con delle peculiarità specifiche. I fattori di rischio sono l’età,  la miopia, per il glaucoma ad angolo aperto, e la ipermetropia, per il glaucoma ad angolo stretto; il diabete, a causa di un’alterazione della circolazione, e fattori neurodegenerativi. Infine la familiarità, quindi la predisposizione genetica.

La pressione alta del sangue è un fattore di rischio?

Non è stata provata nessuna correlazione tra l’ipertensione sanguigna e quella oculare. Al contrario, è la pressione bassa ad essere un fattore di rischio. In particolare se la pressione diastolica durante la notte è troppo bassa rispetto a quella oculare, la testa del nervo ottico può avere problemi di flusso ematico ed essere danneggiata in modo grave.

Per accertarci della salute del nostro occhio è sufficiente una visita oculistica all’anno?

Se una persona non ha mai avuto riscontro di patologie oculari nel corso delle visite oculistiche di routine effettuate dall’infanzia in avanti, intorno ai 40 anni dovrà cominciare a sottoporsi a controlli a cadenza circa annuale, proprio per cogliere in tempo i primi segni di una eventuale malattia, prima che si manifesti un danno. In caso di familiarità per glaucoma o di presenza di altri fatttori di rischio, i controlli  dovranno iniziare anche prima, Sarà poi il medico a stabilire, in base al quadro clinico, se è bene fissare delle scadenze più ravvicinate. In caso di sospetto, lo step successivo sarà la diagnostica strumentale ed in primo luogo l’esame del campo visivo.

Di cosa si tratta?

E’ una tecnica computerizzata che testa la soglia di sensibilità visiva dell’occhio, sia centrale che periferica, attraverso la presentazione di più stimoli di diversa intensità luminosa. E’ un esame impegnativo, soprattutto per gli anziani, una sorta di videogioco che richiede attenzione e collaborazione. Vi sono inoltre altre metodiche strumentali che aiutano nella formulazione della diagnosi, tra cui l’OCT, strumento che permette di studiare la conformazione della testa del nervo ottico e di misurare lo spessore delle fibre nervose retiniche.

Una volta accertato il danno, quali sono le terapie?

Come abbiamo detto, l’unica possibilità terapeutica è quella di abbassare la pressione dell’occhio al fine di contenere le conseguenze sul nervo ottico. E lo possiamo fare attraverso la terapia medica oppure tramite procedure laser o chirurgiche. Il percorso terapeutico è dettato dall’entità del danno e del tono oculare riscontrati. Nei casi più semplici si inizia una terapia medica tramite la somministrazione di gocce oculari. Da qualche anno la nostra attenzione si sta concentrando anche sulla “neuroprotezione”, attraverso la somministrazione di sostanze che riducano la vulnerabilità delle fibre nervose.

Quando si ricorre al laser?

Quando la terapia medica, di solito efficace, non risponde. Abbiamo a disposizione diversi trattamenti laser indicati a seconda del tipo di glaucoma. Per esempio, per il glaucoma ad angolo aperto si ricorre alla trabeculoplastica, una procedura che ha come scopo quello di “allargare” le maglie di deflusso dell’umore acqueo. Per il glaucoma ad angolo stretto, invece, procediamo con  l’iridectomia, un intervento che consiste nel forare l’iride con il laser per creare una via di deflusso alternativa nella circolazione dell’umor acqueo all’interno dell’occhio.

Quando interviene la chirurgia?

La terapia chirurgica è di solito la terza opzione, anche se ci sono situazioni per cui la chirurgia è già in partenza la soluzione migliore. Esistono numerose tipologie di interventi, più o meno invasive, di cui il più diffuso è la trabeculectomia.  In caso di glaucomi refrattari o di glaucomi secondari a traumi o ad interventi vitreo-retinici, la chirurgia convenzionale spesso non è sufficiente ed è necessario ricorrere a chirurgie sofisticate, come impianti di valvole drenanti.