I rappresentanti delle strutture sanitarie dell’Opera Don Calabria, tra le quali l’IRCCS di Negrar, si sono incontrati il 5 e 6 novembre per gettare le basi di una più stretta sinergia fra le strutture sanitarie che si ispirano al Carisma calabriano

 

Una rete capace di creare collaborazioni e sinergie tra gli ospedali che si ispirano al Carisma di San Giovanni Calabria. È questo l’obiettivo del Sistema Calabriano di Sanità, di cui fa parte anche l’IRCCS Sacro Cuore Don Calabria di Negrar. Ed è con tale prospettiva che nei giorni scorsi i rappresentanti degli ospedali e dell’Amministrazione Generale dell’Opera Don Calabria si sono riuniti a Marituba, in Amazzonia, per un incontro intitolato “Prendersi cura della vita facendo parte dell’Opera Don Calabria” (vedi galleria fotografica e interviste video).

 

L’evento, giunto alla sua terza edizione, si è svolto martedì 5 e mercoledì 6 novembre con la partecipazione di circa cinquanta fra medici e dirigenti amministrativi delle quattro strutture dei Poveri Servi della Divina Provvidenza: oltre al Sacro Cuore erano presenti l’ospedale “Divina Provvidenza” di Marituba (Brasile), la “Bro. Francisco Perez Clinic” di Manila (Filippine) e il “Divina Provvidenza” di Luanda (Angola). C’era inoltre rappresentata la diocesi brasiliana di Teixeira de Freitas, con il vescovo calabriano mons. Jailton Lino, i cui ospedali sono entrati a far parte della rete sanitaria dell’Opera.

 

Per l’IRCCS hanno partecipato all’incontro il presidente fratel Gedovar Nazzari, il direttore amministrativo Claudio Cracco e il vice direttore sanitario dottor Davide Brunelli, oltre al dottor Claudio Bianconi che si occupa dei progetti di cooperazione internazionale sanitaria.

 

Il tema principale affrontato durante la prima giornata, con un intervento del vescovo di Castanhal mons. Carlos Verzelletti, è stata la “Nuova Carta degli Operatori Sanitari”, fortemente voluta da Papa Francesco e pubblicata nel 2016 dal Dicastero Vaticano per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale. Una carta che, alla luce dei mutamenti scientifici e clinici successivi all’anno della prima comparsa, si propone di apportare, sempre in riferimento al Magistero della Chiesa, nuovi elementi che tengano conto della ricerca in campo biomedico, farmacologico e bioetico. Altre riflessioni hanno riguardato la situazione sanitaria in Amazzonia, dove le strutture religiose sono colonna portante del sistema di assistenza, e la spiritualità calabriana vista in rapporto al prendersi cura degli ammalati.

 

Durante la seconda giornata c’è stata una tavola rotonda sul tema della progettazione internazionale in ambito sanitario, con partecipazione del vicario generale della diocesi di Milano, don Mario Antonelli in rappresentanza della Fondazione Candia, di Franca Farina per l’associazione “Amici di monsignor Pirovano” di Erba (Como), di Alessandro Galvani per l’UMMI e di fratel Matteo Rinaldi per la Congregazione dei Poveri Servi. Al pomeriggio c’è stato un interessante momento di confronto e scambio sui temi della gestione e della formazione fra i quattro ospedali dell’Opera.