Questa mattina in occasione della festa di S. Giovanni Calabria sono stati inaugurati i lavori di ristrutturazione del quarto piano dello stabile dedicato al Santo veronese. La Medicina Tropicale è stata dotata di stanze a medio e alto isolamento
Due reparti completamente rinnovati, pensati per il benessere e per il comfort del paziente e dotati di tutti i dispositivi tecnologici necessari per il tipo di assistenza a cui sono dedicati. E’ questo il risultato della ristrutturazione del quarto piano dell’ospedale Don Calabria di Negrar, che ospita l’Unità Operativa di Geriatria e le degenze del Centro per le Malattie Tropicali.
Ad inaugurarli questa mattina è stata la benedizione del superiore generale dei Poveri Servi della Divina Provvidenza, padre Miguel Tofful, in occasione della tradizionale Festa di San Giovanni Calabria fondatore della Cittadella della Carità, di cui fa parte l’ospedale Sacro Cuore Don Calabria (vedi video dell’inaugurazione e interviste).
“Credo che questo piano, dove ci troviamo, sarebbe stato particolarmente caro a don Calabria – ha detto il presidente dell’ospedale, fratel Gedovar Nazzari -. La Medicina Tropicale si occupa delle malattie originarie dei Paesi in via di sviluppo, quindi dei poveri del mondo e dei migranti. Le cosiddette malattie dimenticate dall’opinione pubblica e dagli investimenti della scienza e dell’industria farmaceutica. La Geriatria tratta altre povertà: la fragilità dei nostri anziani che spesso, oltre a essere colpiti dai mali della vecchiaia, soffrono di un’altra brutta malattia, la solitudine. Vengono anche loro dimenticati, anche se potrebbero dare ancora molto alla nostra comunità”.
Ad illustrare i contenuti della ristrutturazione è stato l’amministrazione delegato Mario Piccinini, che ha sottolineato in particolare la realizzazione di un reparto di Malattie Tropicali dotato di stanze a medio e alto isolamento. “Le nove stanze sono predisposte per l’isolamento respiratorio, cioè possono diventare a pressione negativa, ovvero più bassa rispetto ai locali adiacenti, impedendo così all’agente patogeno di diffondersi all’esterno della stanza stessa – ha illustrato – Inoltre è stata realizzata per ogni stanza di degenza un’anticamera-filtro che separa l’esterno dal locale dove si trova il paziente”. Due stanze singole sono riservate per l’alto isolamento, cioè predisposte per malattie virali ad elevata contagiosità anche da contatto. Si differenziano per l’ampia anticamera-filtro che dispone di un’entrata e di un’uscita separate. L’operatore entra nello “spazio pulito” per le procedure igieniche e per la vestizione. Uscito dalla stanza del paziente, il medico o l’infermiere entra nello “spazio sporco” dove si sveste prima di ritornare in reparto.
“La maggior parte dei casi che trattiamo non sono contagiosi – ha detto il dottor Zeno Bisoffi, direttore del Centro delle Malattie Tropicali, una delle eccellenze italiane in questo campo -. Allora qualcuno potrebbe chiedersi perché un investimento simile nel nostro ospedale. La spiegazione si trova nel fatto che esiste un rischio, seppur remoto di infezioni gravi ad alta contagiosità. Ebola ci ha insegnato che malattie simili possono arrivare anche in Europa. Magari non si presenteranno mai da noi, ma è necessario essere preparati a questa evenienza. E ritengo che questo investimento qualifichi ulteriormente il “Sacro Cuore Don Calabria” come servizio pubblico”.
Per il reparto di Geriatria la ristrutturazione ha realizzato 14 stanze completamente rinnovate (una sola da tre letti) e alcuni spazi comuni, come un soggiorno dove i familiari possono incontrare i degenti e aiutarli a camminare, grazie alla presenza di attrezzature dedicate. “Voglio pensare questi nuovi ambienti– ha affermato la dottoressa Emanuela Turcato, responsabile dell’Unità Operativa – come l’immagine di una geriatria, in senso di specialità medica, rinnovata. Oggi il geriatra non è più il “medico dei vecchi”, che si prende cura esclusivamente del paziente fragile arrivato nella fase finale della sua vita. Con l’aumento della vita media e con una chirurgia che interviene con successo anche su coloro che un tempo erano considerati i grandi vecchi, il geriatra assume, con la sua peculiarità di saper valutare in modo multidimensionale il paziente, un ruolo di stretto collaboratore di altri specialisti per supportali nel processo di cura dell’anziano e aiutarlo a recuperare il benessere e l’autonomia che aveva prima della malattia”.
All’inaugurazione è intervenuto anche Pietro Girardi, direttore generale dell’Ulss 20 e commissario straordinario della Ulss 21 e 22. “Ringrazio questo ospedale come dirigente sanitario per l’attività che svolge, ma anche come cittadino. Perché questi due reparti rappresentano il futuro dell’assistenza sanitaria. La nostra società sta invecchiando e con le migrazioni è inevitabile dover trattare anche malattie non endemiche”.