Quest’anno l’inizio della stagione influenzale ha registrato un numero dei ricoveri per le infezioni e le sue complicanze più alto tra i bambini di età compresa tra lo 0 e i 4 anni rispetto a quello relativo alle  persone di età superiore ai 65 anni. Tra le possibili cause dei numerosi casi di influenza pediatrica anche l’alimentazione e l’inquinamento

Giorgio Zavarise, Pediatra IRCCS Ospedale Sacro Cuore Don Calabria di Negrar
Dr. Giorgio Zavarise

Quest’anno l’influenza stagionale colpisce particolarmente i bambini. Un dato soltanto: a metà dicembre, i   ricoveri settimanali pediatrici registravano un aumento del 50% rispetto al picco record delle ultime sette stagioni influenzali. Insolitamente, a livello nazionale, il numero dei ricoveri per influenza, e le sue complicanze, è più alto tra i bambini dagli zero ai quattro anni  rispetto a quello relativo alle persone di età superiore ai 65 anni. Con sintomi come febbre tosse e spossatezza che durano oltre a qualche giorno.

La situazione non deve essere sottovalutata e la frase scontata “si tratta di una semplice influenza” è anacronistica. I virus a RNA, come quello dell’influenza e il virus respiratorio sinciziale (responsabile delle bronchioliti, che l’anno scorso aveva causato un picco di infezioni quasi due mesi prima del previsto) stanno negli ultimi tempi diventando più aggressivi.

Possiamo solo ipotizzare alcune spiegazioni.

  • Molte infezioni potrebbero essere dovute a un “deficit immunitario” nella popolazione, derivante dalla mancanza di esposizione – grazie alla mascherina e altre misure di contenimento del SARS-CoV-2 – all’influenza stagionale durante la pandemia di COVID-19 e alla conseguente scarsa vaccinazione.
  • Il sottotipo dominante dell’influenza di quest’anno, H3N2, è noto per causare malattie più gravi rispetto ad altri ceppi comuni.
  • È anche possibile che precedenti o concomitanti infezioni da COVID-19 siano causa di aggravamento dei sintomi provocati da altri virus respiratori, incluso quello dell’influenza.

Attualmente non è possibile ancora prevedere se il numero dei casi di influenza continuerà a salire anche per il mese di gennaio, o se il rapido aumento registrato all’inizio della stagione porterà a un calo di infezioni anticipato come era capitato nel 2021 con il virus respiratorio sinciziale

Ma perché anche i bambini con età superiore ai 4 anni si ammalano più spesso con sintomi che durano più a lungo?

Oltre alle già citate cause, potrebbero aggiungersi anche l’alimentazione e l’inquinamento.

Iniziamo dall’alimentazione che, come ormai sappiamo, influenza la nostra salute in diversi modi. Eccesso di calorie, errata distribuzione e qualità dei nutrienti e diete ricche di alimenti ultraprocessati, agiscono sulla risposta immunitaria in maniera negativa, tramite il microbiota intestinale

In particolare i cibi ultraprocessati-  ossia alimenti confezionati e pronti per essere riscaldati o consumati direttamente, frutto di ripetute lavorazioni industriali – contengono più calorie, ma saziano meno, creano dipendenza, sono povere di micronutrienti e promuovono infiammazione.

Diversi esperimenti – i cui risultati sono stati pubblicati da riviste scientifiche prestigiose –  hanno evidenziato che topi nutriti esclusivamente con cibi ultraprocessati sono più suscettibili all’infezione da virus dell’influenza rispetto ai topi nutriti con cibo semplice, riportando anche conseguenze peggiori.

Come comportarsi, quindi? Una buona regola è data dal detto: “consuma pochissimo il cibo che tua nonna o meglio la tua bisnonna non riconoscerebbe come cibo”

L’inquinamento. Il particolato atmosferico, che determina la qualità dell’aria, potrebbe fungere da carrier, ossia come vettore di trasporto, per molti virus. Ma si sospetta che possa anche potenziarne la diffusione nell’aerosol, attraverso la creazione di un microambiente adatto alla loro persistenza. L’inalazione a sua volta trasporta il particolato all’interno dei polmoni, permettendo così al virus di svilupparsi in profondità nel tratto respiratorio causando infezioni.

Se è in nostro potere uno stile di vita sano – a partire dall’alimentazione -, più difficile è incidere sul cambiamento climatico e sull’inquinamento, anche se ciascuno di noi può dare un contributo. Di certo disponiamo già di un’arma efficace contro il virus dell’influenza e le sue conseguenze ed è la vaccinazione.

Dottor Giorgio Zavarise
pediatra, specializzato in malattie infettive