L’Hospice “Don Luigi Pedrollo” è stato studiato per offrire strutturalmente al paziente un’accoglienza residenziale simile a quella familiare. Le 10 stanze, infatti, situate al piano terra, sono dei piccoli appartamenti in cui i pazienti possono portare anche i loro effetti personali. In linea con la funzione propria degli hospice, anche in quello del “Sacro Cuore Don Calabria” il prendersi cura è rivolto non solo al paziente, ma anche ai familiari. Per loro sono stati realizzati spazi comuni, dove possono incontrarsi e nell’eventualità condividere l’esperienza che stanno vivendo. Spazi come la cappella, il soggiorno e anche una tisaneria.

L’Hospice “Don Luigi Pedrollo”,  inaugurato lo scorso 6 novembre dal presidente della Regione Veneto, Luca Zaia,  rientra nella Rete di Cure Palliative dell’ULSS 9. Gli hospice sono dedicati ai pazienti – non necessariamente oncologici – in fase terminale di vita, non più responsivi alle terapie convenzionali, ma che necessitano di cure palliative non erogabili a domicilio, cioè di trattamenti per il controllo dei sintomi (in particolare dolore, insufficienza respiratoria e distress psicologico), oltre che un supporto psicologico e spirituale. L’hospice può essere anche una sistemazione temporanea nel caso in cui il caregiver (colui, in genere un familiare, che si prende cura del paziente) sia momentaneamente impossibilitato ad assistere il proprio congiunto a domicilio oppure quando si verifica una stabilizzazione di malattia che permette al paziente di ritornare a casa, dopo un periodo di ricovero nella struttura.

L’accesso all’hospice è gestito dalla COT- Centrale Operativa Territoriale dell’ULSS 9 a cui il medico ospedaliero o di medicina generale invia la richiesta di ricovero. Pertanto possono essere accolti tutti i cittadini del territorio della “Scaligera”, non solo i pazienti dell’IRCCS di Negrar. Alla richiesta di accesso segue una valutazione multidimensionale finalizzata a definire un Piano di assistenza individuale (PAI) per ogni paziente. Il personale che opera nell’hospice è formato da medici, infermieri, psicologici, assistenti sociali e spirituali.

Dott. Roberto Magarotto

“L’erogazione delle cure palliative richiede competenza e professionalità perché la qualità di vita del paziente è un obiettivo primario quando egli è in fase terminale”, ha sottolineato il dottor Roberto Magarotto, responsabile medico dell’Hospice,  oncologo ed esperto di cure palliative. “Questo hospice è il coronamento di un lavoro sulle cure palliative iniziato nel nostro ospedale nel 2007, quando è stata aperta nel reparto di Oncologia medica una sezione (8 letti) dedicata ai pazienti che necessitano di terapie di supporto – ha continuato -. Il lavoro è proseguito nel 2012 con la certificazione da parte di ESMO (European Society for Medical Oncology), rinnovata ogni tre anni, di Centro integrato di Oncologia e Cure palliative, dove integrato significa l’associazione dei trattamenti oncologici attivi alle cure continuative (che nel concreto non differiscono da quelle palliative) affinché il paziente possa affrontare nel miglior modo possibile tutto il percorso di cura. Infine nel 2021 è stato attivato un team   intra-ospedaliero di cure palliative per i pazienti pre-terminali e terminali ricoverati in tutti i reparti”.

 

 

 

 

 

 

L’Hospice “Don Luigi Pedrollo” è stato studiato per offrire strutturalmente al paziente un’accoglienza residenziale simile a quella familiare. Le 10 stanze, infatti, situate al piano terra, sono dei piccoli appartamenti in cui i pazienti possono portare anche i loro effetti personali. I monolocali sono dotati di angolo cottura, tavolo da pranzo, servizi igienici privati e divano-letto per la permanenza anche notturna di un’altra persona. In linea con la funzione propria degli hospice, anche in quello del “Sacro Cuore Don Calabria” il prendersi cura è rivolto non solo al paziente, ma anche ai familiari. Per loro sono stati realizzati spazi comuni, dove possono incontrarsi e nell’eventualità condividere l’esperienza che stanno vivendo. Spazi come la cappella, il soggiorno e anche una tisaneria.

Gli ampi locali di degenza sono affacciati tutti verso l’esterno: alcuni danno direttamente sul giardino, mentre i rimanenti godono di un balcone privato, nel rispetto totale della privacy. Come per tutta la Cittadella della Carità, in cui l’Hospice è situato, è stato curato particolarmente il verde all’esterno della struttura, un ampio prato dove sono stati impiantati degli ulivi. Un ulivo è stato collocato anche all’interno del cavedio al centro dell’edificio a pianta quadrata.

 

 

 

 

 

Il piano terra, di 1.350 mq, oltre i monolocali, ospita uno studio medico, l’ambulatorio medico e infermieristico, un soggiorno comune, il bagno assistito, la cappella, una sala riunioni e alcuni uffici tra cui quello dell’assistente sociale. Nel seminterrato (1.180 mq) si trovano gli spogliatoi del personale, tre celle del commiato e i vani tecnici.

DON LUIGI PEDROLLO (1888-1986)

Il Servo di Dio Luigi Pedrollo nacque a San Gregorio di Veronella il 31 dicembre 1888. Venne ordinato sacerdote nel 1912 e poco dopo entrò nell’Opera fondata da don Giovanni Calabria. Don Pedrollo fu sempre molto vicino a don Calabria, tanto da diventare il suo vicario e, dopo la morte del Fondatore, il suo primo successore. Sotto la sua guida vennero aperte le prime missioni della Congregazione, inoltre venne costruito l’ospedale geriatrico “Don Calabria” di Negrar.

Morì in concetto di santità il 16 febbraio 1986. Attualmente è in corso la sua causa di canonizzazione.