Le indicazioni La dottoressa Stefania Gori, direttore dell’Oncologia medica e presidente della Fondazione AIOM, per i malati oncologi in questo momento di epidemia da Coronavirus.“Non è necessario interrompere le cure», rassicura Gori. «Ogni paziente può confrontarsi col proprio oncologo di riferimento per valutare un eventuale posticipo del trattamento antitumorale in base alla sue condizioni, che poi è quello che sempre viene fatto». 

Sono i più fragili, perché le terapie contro il tumore indeboliscono il sistema immunitario. Il principio vale in generale, non solo per l’infezione da Covid-19. Quest’ultimo, però, è nuovo e i malati oncologici sono in apprensione da quando le informazioni sulla sua diffusione suggeriscono che siano soprattutto le persone con patologie pregresse, oltre agli anziani, a rischiare le complicanze maggiori.

Posso venire in ospedale nonostante l’emergenza sanitaria? Devo interrompere le terapie? Sono alcune delle domande che in questi giorni vengono rivolte più spesso ai sanitari. Le approfondisce la dottoressa Stefania Gori, direttore dell’Oncologia medica dell’IRCCS Ospedale Sacro Cuore Don Calabria di Negrar, già presidente di AIOM (Associazione italiana di Oncologia medica) e attuale presidente di Fondazione AIOM.

 

«I pazienti oncologici affetti da tumori solidi», spiega, «non sono in genere a maggior rischio di contrarre l’infezione da nuovo Coronavirus, ma sicuramente sono più esposti alle complicanze, nel caso sviluppino la malattia. Per questo è importante che seguano con cura le raccomandazioni per contenere il contagio: evitare le strette di mano e i contatti ravvicinati, mantenere la distanza di un metro, evitare i luoghi affollati, pulire le superfici di casa, lavarsi spesso le mani».

Sull’uso delle mascherine protettive nelle persone e nei pazienti oncologici che non presentino infezione da Coronavirus, si è sentito un po’ di tutto. «Possono essere utili», chiarisce, «se non c’è la possibilità di mantenere la distanza di almeno un metro dalle altre persone, per limitare il contagio», situazione che, per esempio, può verificarsi «quando un famigliare o il caregiver deve avvicinare il paziente per imboccarlo o aiutarlo ad alzarsi dal letto».

Ma vanno interrotte o meno le cure antitumorali in questo periodo? “Non è necessario interrompere le cure», rassicura Gori. «Ogni paziente può confrontarsi col proprio oncologo di riferimento per valutare un eventuale posticipo del trattamento antitumorale in base alla sue condizioni, che poi è quello che sempre viene fatto». Invece per le persone che hanno già terminato il trattamento attivo e che devono andare in ospedale solo per visite di controllo (o di follow-up) «sempre il medico valuterà se posticipare la visita, per evitare a queste persone di recarsi in ospedale in assenza di una necessità clinica conclamata».

Ma cosa succede se un malato oncologico contrae il Covid-19? «Le terapie poste in essere sono le stesse impiegate per i pazienti non oncologici», dice.

Laura Perina
(da L’Arena 13 marzo 2020)