A gennaio è previsto il picco dei contagi, ma la profilassi può essere ancora utile soprattutto per le categorie a rischio. Alcune regole igieniche per non ammalarsi e cosa fare quando si è colpiti dal virus

Natale e Capodanno sotto le coperte per oltre 23mila veneti (ultimi dati disponibili) colpiti dall’influenza, che nel mese di gennaio dovrebbe raggiungere il picco di contagi. Sebbene sul filo di lana, la vaccinazione è ancora raccomandata, soprattutto per le persone che hanno più di 65 anni, quelle affette da malattie croniche e per gli operatori sanitari. Purtroppo sono ancora pochi gli italiani che si sottopongono a questa forma di profilassi, sottovalutando un’arma efficace per evitare in particolare l’insorgenza di complicanze, a volte mortali.

 

Già 2 milioni gli italiani colpiti

Dall’inizio della sorveglianza epidemiologica (ottobre) sono in totale 66.988 i veneti che hanno contratto il virus. Si stima che dall’inizio della stagione siano oltre 2 milioni gli italiani che hanno dovuto arrendersi a febbre, tosse, raffreddore e dolori articolari, i sintomi influenzali più comuni.

 

Sono questi i dati diffusi dal bollettino Influnet dell’Istituto Superiore della Sanità, secondo il quale, per ora, l’andamento dell’epidemia è paragonabile a quello che si è registrato l’anno scorso, quando furono colpiti dal virus 5 milioni di italiani.

 

Nel Veneto – come in tutta Italia – dal 25 al 31 dicembre la fascia di età maggiormente colpita è stata quella dei bambini da zero a 4 anni. Segue quella dei bambini e ragazzi dai 5 ai 14 anni, mentre è più contenuto il tasso di incidenza tra gli adulti e gli anziani.

 

Pochi anziani si vaccinano

Merito di una maggiore adesione alla campagna vaccinale degli over 65, una delle classi più a rischio di complicanze? I dati definitivi non sono ancora disponibili. Si registra tuttavia un lieve aumento negli anni degli anziani che si sottopongono al vaccino, ma non è ancora sufficiente visto che lo scorso anno gli ultrasessantacinquenni vaccinati sono stati solo il 56% degli anziani residenti in Veneto quando la soglia di copertura fissata dall’Oms per gli over 65 e le categorie a rischio è del 75% .

 

Ma il cattivo esempio lo danno gli operatori sanitari

La mancanza di consapevolezza dell’utilità del vaccino per la salute personale e pubblica non riguarda solo quelli di “una certa età”, visto che la scorsa stagione si sono vaccinati 774.409 veneti su una popolazione di quasi 5 milioni di abitanti. E in particolare lo scettro del cattivo esempio va proprio al personale sanitario, categoria che lo scorso anno ha raggiunto (si fa per dire) solo il 15% di adesione al vaccino.

 

Eppure restando sempre dentro i confini regionali dal 2010 sono stati oltre 600 i ricoveri in ospedale per influenza, con 95 decessi. Nel 2017 sono state ricoverate 101 persone con 8 decessi. Quest’anno in Veneto si registra già il primo decesso correlabile all’influenza: un uomo di 53 anni con patologie pregresse. A dimostrazione che l’influenza può non essere una banale malattia.

L’impatto economico

Anche l’impatto economico non è banale. Secondo uno studio realizzato dall’Alta Scuola di economia e management dei sistemi sanitari (Altems) dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma, dal titolo “Adulti Vaccinati”, solo per la vaccinazione antinfluenzale, tra giornate di lavoro che non vengono perse e minore spesa previdenziale, la vaccinazione impatta per 500 euro a persona nell’arco dell’anno. Se si riuscisse a “convincere” 900mila adulti in età lavorativa in più a vaccinarsi (rispetto ai circa 2 milioni di italiani che attualmente si vaccinano in età adulta) il sistema economico “guadagnerebbe” ben 450 milioni di euro ogni anno.

 

Prevenzione: vaccino e poche regole igieniche

Di motivi per vaccinarsi quindi ce ne sono molti e resta ancora del tempo per farlo, secondo gli esperti, sebbene si andrà a una progressiva diminuzione di casi nelle prossime settimane. Nel frattempo è bene cercare di prevenire il contagio per sé e gli altri applicando delle banali regole igieniche: lavarsi spesso le mani (in assenza di acqua si possono usare gel alcolici); coprirsi bocca e naso con il fazzoletto quando si starnutisce e si tossisce; non recarsi al lavoro o in luoghi frequentati quando si è influenzati; usare la mascherina se si è costretti ad andare in ospedale o dal medico nonostante l’influenza.

 

La cura: riposo, antipiretici e mai antibiotici L’influenza di solito si risolve spontaneamente nel giro di pochi giorni restando a riposo, assumendo bevande calde e un’alimentazione leggera. Salvo complicanze, per esempio a livello respiratorio. In quei casi è necessario rivolgersi al medico. Farmaci antipiretici e antinfiammatori attenuano i sintomi come la febbre e il “male alle ossa”. La somministrazione dei farmaci richiede particolare attenzione per i bambini, le donne in gravidanza e le persone affette da qualche patologia. Da non dimenticare mai: gli antibiotici non sono solo inutili, ma pure dannosi, perché l’influenza è causata da un virus, e contro i virus gli antibiotici non possono fare nulla, tranne nel caso di complicazioni batteriche che devono essere diagnosticate da un medico.