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Gli aggiornamenti sul virus Zika e sul vaccino contro la Dengue saranno al centro del corso di Medicina dei Viaggiatori in programma dal 24 al 28 ottobre, organizzato dal Centro per le Malattie Tropicali

Quali sono i reali rischi che corrono i viaggiatori recandosi nei Paesi dove è presente il virus Zika? A che punto siamo con i vaccini contro malattie che stanno provocando vere e proprie pandemie come la dengue o la West Nile? E ancora, come seguire a livello sanitario i migranti che tornano in patria a visitare amici e parenti dopo molto tempo trascorso in Italia?

 

Sono questi alcuni dei temi che verranno affrontati nel corso di Medicina dei Viaggi e dei Viaggiatori, rivolto a chi lavora in questo settore, che si terrà dal 24 al 28 ottobre all’ospedale Sacro Cuore Don Calabria di Negrar. Il corso, organizzato dal Centro per le Malattie Tropicali diretto dal dottor Zeno Bisoffi, è giunto alla nona edizione e vedrà la partecipazione tra gli altri di Leo Visser, presidente eletto della prestigiosa “International Society of Travel Medicine” (vedi programma corso).

 

Sul virus Zika l’attenzione resta molto alta – dice il dottor Andrea Rossanese, coordinatore scientifico del corso e responsabile dell’ambulatorio di Medicina dei Viaggiatori del Sacro Cuore -. In particolare si è scoperto che questo virus, dopo aver contagiato un uomo, può restare nel suo liquido seminale per due mesi. Ciò significa che un viaggiatore, dopo essere tornato da una zona a rischio, può contagiare la sua compagna anche dopo molte settimane e questo rappresenta un problema se la donna resta incinta perché Zika può provocare gravi danni al feto”. Gli studi hanno stabilito infatti una correlazione tra il virus e la microcefalia nei neonati.

 

Il problema, sottolinea il dottor Rossanese, richiede ancora più attenzione perché nella maggioranza dei casi la persona contagiata da Zika resta asintomatica. “Per tale motivo l’OMS consiglia di attendere sei mesi per un eventuale concepimento dopo un’esposizione al virus da parte dell’uomo, mentre la donna si libera del virus in tempi un po’ più rapidi e due mesi sono sufficienti”.

 

Per quanto riguarda il tema dei vaccini, l’attenzione sarà puntata sulla dengue. Il dottor Visser parlerà infatti dei risultati dell’utilizzo su larga scala del vaccino contro questa malattia, attuato per la prima volta in Messico.

 

Nei cinque giorni di corso saranno affrontati molti altri temi legati alla medicina dei viaggi. Si parlerà ad esempio di quali attenzioni mediche vanno dedicate a particolari categorie di viaggiatori, come gli sportivi di alto livello che si spostano per una competizione, le donne in gravidanza e allattamento o i soggetti immunodepressi. Una sorta di medicina dei viaggiatori “su misura”, in linea con l’esigenza di rispondere a bisogni sempre più precisi e specifici a seconda del viaggio che si va a intraprendere.

 

Proprio l’attenzione “personalizzata” al viaggiatore e al tipo di viaggio è al centro del lavoro effettuato dall’ambulatorio di Medicina dei Viaggiatori del Sacro Cuore, che ogni anno fornisce circa mille consulenze a viaggiatori di vario tipo: turisti, lavoratori, missionari, cooperanti, studenti in partenza per un periodo all’estero, migranti che tornano temporaneamente in patria.

 

Al corso saranno presenti anche i rappresentanti della Società Italiana di Medicina dei Viaggi e della Faculty of Travel Medicine di Glasgow. “Dobbiamo puntare ad un dialogo in rete sempre più efficace tra gli enti scientifici che operano in questo settore – conclude il dott. Rossanese – e questo corso è un’occasione in tal senso. Anche perché la sfida, nella medicina dei viaggiatori come in altri settori, è avere un approccio definito “One Health”, ovvero una visione complessiva sul tema della salute, capace di mettere in relazione la persona con la società, il clima e l’ambiente nel quale si trova a vivere e interagire”.

 

matteo.cavejari@sacrocuore.it