Domenica 17 giugno con una S. Messa a San Zeno in Monte si aprirà ufficialmente la fase diocesana dell’inchiesta per portare agli altari il primo successore di san Giovanni Calabria che ebbe un ruolo importante anche nello sviluppo del “Sacro Cuore”

Si apre ufficialmente la fase diocesana della causa di beatificazione di don Luigi Pedrollo, che fu per oltre 40 anni il più stretto collaboratore di don Calabria e dopo la sua morte ne raccolse il testimone alla guida dell’Opera da lui fondata. La cerimonia di apertura è prevista per la mattinata di venerdì 15 giugno in curia a Verona, alla presenza del vescovo mons. Giuseppe Zenti, del Superiore generale dell’Opera padre Miguel Tofful e dei membri designati dal vescovo per far parte del Tribunale diocesano.

 

L’apertura pubblica della causa avverrà invece domenica 17 giugno alle 10,30 con una S. Messa presieduta dal vescovo a San Zeno in Monte, presso la Casa Madre dell’Opera.

 

Don Pedrollo fu chiamato a guidare l’Opera subito dopo la morte del fondatore, avvenuta nel dicembre 1954. Proprio sotto la sua guida venne costruito l’ospedale geriatrico dedicato a don Calabria. La prima pietra del geriatrico venne posta il 17 giugno 1955 dopo che il Consiglio generale presieduto da don Pedrollo diede l’approvazione definitiva. Negli anni successivi il primo successore di don Calabria seguì da vicino i progressi nei lavori a Negrar (vedi foto 1), fino all’inaugurazione avvenuta il 12 settembre 1958 con la benedizione dell’allora vescovo di Verona mons. Giovanni Urbani.

 

Negli anni trascorsi da Superiore generale, fino al 1967, don Pedrollo dimostrò grande carisma e capacità organizzativa. In particolare fu lui ad aprire l’Opera alle missioni, nel 1959, realizzando un antico sogno di don Calabria. Fu sempre lui, inoltre, a dare nuovo impulso all’UMMI (Unione Medico Missionaria Italiana), ente di cooperazione internazionale che ha tuttora la sede nella Cittadella della Carità (vedi foto 2).

 

“È una grande gioia l’apertura di questa causa – dice padre Miguel Tofful, Superiore generale della Congregazione calabriana – don Luigi Pedrollo ha avuto un ruolo fondamentale nella nascita e poi nella continuazione dell’Opera. Ha incarnato la figura del prete “apostolico” così come l’aveva concepita don Calabria: umile, attento ai poveri, innamorato del Vangelo e con una fiducia incrollabile nella Provvidenza”.

 

La fase diocesana della causa di beatificazione prevede che i membri del tribunale designati dal vescovo, in questo caso guidati da don Tiziano Bonomi, prendano in esame i documenti scritti da don Pedrollo e ascoltino le testimonianze di chi lo ha conosciuto, così da verificare se abbia esercitato in modo eminente le virtù teologali e cardinali. Se alla fine il responsabile incaricato dal vescovo darà parere favorevole, tutto il materiale passerà a Roma all’esame della Congregazione delle Cause dei Santi. Se anche qui il parere sarà favorevole, il Papa potrà decidere che il Servo di Dio venga dichiarato Venerabile. A quel punto ci sarà la fase più delicata, in quanto per la beatificazione dovrà essere riconosciuto un evento miracoloso, come una guarigione inspiegabile, attribuibile all’intercessione del Venerabile.