Il tumore mammario maschile è una neoplasia rara e nel 10% dei casi è causato dalla mutazioni dei geni BRCA1 e BRCA2: negli uomini sani con familiari femminili affette da questa mutazione sono indicati lo screening genetico ed esami periodici

Un nodulo alla mammella che si fa sentire sotto la doccia. Una secrezione sospetta che esce dal capezzolo. Sono tutti segnali a cui le donne hanno imparato a prestare attenzione e che hanno permesso a molte di sottoporsi alle cure quando il tumore era ancora nella fase iniziale. Ma sono segnali che anche l’uomo dovrebbe prendere in considerazione, perché il tumore mammario è una patologia prevalentemente femminile, ma interessa, anche se raramente, il sesso maschile.

 

La mammella infatti non è una un organo ghiandolare presente solo nella donna. Nelle prime fasi di vita la quantità di tessuto mammario nelle femmine e nei maschi è più o meno la stessa. E’ con la pubertà che la situazione cambia: gli ormoni femminili prodotti dalle ovaie (estrogeni) ingrandiscono la ghiandola nelle donne, mentre quelli maschili (testosterone) tengono sotto controllo la crescita della stessa negli uomini. La scarsità di tessuto mammario sommata alla poca esposizione agli estrogeni comporta una minore diffusione del tumore al seno nell’uomo.

 

Cinquecento casi all’anno

Si stima, infatti, che in Italia circa lo 0,5-1% dei casi di neoplasie mammarie interessino il sesso maschile, percentuale che si traduce in 500 casi all’anno contro gli oltre 52mila nella donna (dati AIOM-AIRTUM 2018). Proprio per la sua rarità il tumore al seno nell’uomo è ancora poco studiato e la maggior parte degli studi pubblicati hanno preso in considerazione un numero limitato di pazienti.

 

Diagnosi tardiva
A differenza di quanto accade per le donne, l’assenza di un programma di screening e la scarsa consapevolezza del problema da parte del sesso maschile contribuiscono a far sì che la diagnosi del tumore mammario nell’uomo avvenga in una fase avanzata rispetto al carcinoma femminile. Tuttavia la prognosi e la sopravvivenza a parità di stadio sono sovrapponibili al tumore mammario nella donna.

 

I sintomi

E’ molto importante che anche l’uomo non sottovaluti alcuni sintomi”, sottolinea la dottoressa Stefania Gori, direttore dell’Oncologia Medica e presidente degli Oncologi italiani (photo gallery 1). “Proprio per la scarsità di tessuto mammario, il tumore si presenta frequentemente come un nodulo indolore dietro l’areola del capezzolo – prosegue -. Oppure può comparire una retrazione del capezzolo o un’ulcerazione dello stesso con la secrezione di sangue.Ma bisogna essere attenti anche ad un eventuale ingrossamento dei linfonodi dell’ascella“.

 

Fattori di rischio

Mutazioni dei geni BRCA1 e BRCA2.Quelli genetici sono i maggiori fattori di rischio per il cancro al seno maschile. Circa il 10% delle neoplasie mammarie nell’uomo è correlato alla presenza di mutazioni dei geni BRCA1 e BRCA2. Pertanto per gli uomini sani con parenti femminili colpite da tumore al seno o alle ovaie, portatrici dalla mutazione dei geni BRCA1 e BRCA2 è indicato sottoporsi allo screening genetico per verificare la presenza della mutazione ed esami periodici (vedi articolo).

Maggiore produzione di ormoni femminili. Altro fattore di rischio è l’alterazione del metabolismo ormonale, (rapporto tra estrogeni e testosterone) che si può verificare in alcune patologieLa stessa obesità può favorire infatti un’alterazione ormonale in quanto nel tessuto adiposo possono essere prodotti i precursori degli ormoni estrogeni.

Età e cure radioterapiche. Altro fattore di rischio è l’età – la gran parte di queste neoplasie viene diagnosticata intorno ai 70 anni – e pregresse cure radioterapiche a livello toracico.

 

Esami diagnostici
Accertamenti diagnostici Gli accertamenti diagnostici sono gli stessi del tumore femminile: ecografia mammaria e mammografia, e biopsia tramite agoaspirato.

Terapia chirurgica

La mastectomia è il trattamento chirurgico indicato per tutti i casi di tumore mammario maschile”, spiega il dottor Alberto Massocco, responsabile della Chirurgia senologica e presidente della Lega Italiana Lotta contro i tumori di Verona (photo gallery 2). “Nel nostro ospedale procediamo di prassi e durante lo stesso intervento alla biopsia del linfonodo sentinella e in caso di diagnosi positiva all’asportazione di tutti i linfonodi ascellari”.

 

Terapie farmacologiche

“Per i trattamenti non chirurgici si seguono le medesime indicazioni del carcinoma mammario femminile sia per quanto riguarda la radioterapia (vedi articolo) sia per la chemioterapia neoadiuvante(prima della chirurgia per diminuire il volume della nodulo tumorale, ndr) e adiuvante (dopo l’intervento per prevenire eventuali recidive a livello locale o metastasi su altri organi, ndr). Anche l‘ormonoterapiapuò essere un’opzione terapeutica efficace, in quanto la maggior parte dei tumori mammari maschili sono formati da cellule con i recettori per gli ormoni estrogeni e progesterone”, conclude la dottoressa Gori.

 

elena.zuppini@sacrocuore.it