La procedura di valvuloplastica, eseguita con pieno successo presso il Servizio di Emodinamica del Sacro Cuore, è riservata a pazienti in età avanzata e in condizioni critiche con grave scompenso cardiaco

Presso il Servizio di Emodinamica dell’Unità operativa di Cardiologia diretta dal professor Enrico Barbieri, è stato effettuato nelle scorse settimane il primo intervento di valvuloplastica aortica in una paziente con più di 90 anni affetta da scompenso cardiaco refrattario ai farmaci, causato da una stenosi valvolare aortica severa. L’intervento è stato effettuato con successo dai dottori Guido Canali, Esther Campopiano e Stefano Bonapace.

La procedura è effettuata per via percutanea, in anestesia locale, pungendo l’arteria femorale. Attraverso un catetere dedicato la valvola aortica stenotica viene attraversata con un filo guida, sul quale si fa scorrere un catetere dotato di un pallone del diametro di 20 millimetri e lungo 40. Una volta che il pallone è stato posizionato correttamente sulla valvola, viene gonfiato in modo da allargare l’orifizio stenotico.

«Si tratta di una procedura di “nicchia”, riservata a una determinata categoria di pazienti – spiega il dottor Canali, responsabile del Servizio di Emodinamica -. Sono persone di età avanzata e in condizioni critiche con grave scompenso cardiaco, per le quali la sostituzione chirurgica della valvola aortica, che rimane l’intervento elettivo per il trattamento della stenosi, è controindicata. Ma anche pazienti che per lo stesso motivo non possono essere sottoposti, almeno temporaneamente, alla TAVI (sostituzione della valvola aortica con procedura percutanea)».

Il primo intervento di valvuloplastica aortica è riuscito perfettamente: la paziente è stata dimessa pochi giorni dopo ed è tornata a casa deambulando autonomamente, quando prima dell’intervento aveva gravi difficoltà respiratorie anche a riposo.