Compie 15 anni il gruppo di volontariato dell’Opera Don Calabria presente nella Cittadella della Carità. Un anniversario nel segno della formazione e del servizio “in punta di piedi” al fianco degli ammalati
Compie 15 anni il gruppo di volontariato dell’Opera Don Calabria operante all’interno della Cittadella della Carità di Negrar. La sezione venne infatti fondata nel 2001 per iniziativa dei due religiosi calabriani don Elvio Damoli e fratel Matteo Ponteggia (che al tempo era vice presidente dell’ospedale).
Oggi il gruppo del volontariato è composto da 44 persone che a turno mettono a disposizione il loro tempo libero per svolgere una serie di preziosi servizi nelle varie strutture dell’ospedale. In particolare i volontari sono presenti tutti i giorni nelle tre residenze dell’area socio-sanitaria della Cittadella della Carità: Casa Perez, Casa Clero e Casa Nogarè. Alcuni di loro prestano servizio anche presso i reparti di Riabilitazione e di Geriatria, rispettivamente al terzo e al quarto piano dell’ospedale Don Calabria. Inoltre viene garantita una presenza presso la Speciale Unità di Accoglienza che ospita le persone in stato vegetativo. Il gruppo fa parte dell’Associazione di Volontariato Calabriano “Francesco Perez”, ente al quale sono iscritti oltre 700 volontari che prestano servizio nelle varie Case italiane dell’Opera Don Calabria.
Il lavoro dei volontari all’interno dell’ospedale consiste prima di tutto nel far compagnia agli ammalati, offrendo loro la possibilità di dialogare ed essere ascoltati. Poi ci sono vari altri servizi, sempre concordati con il personale dei reparti. Spesso i volontari trasportano i pazienti che non possono muoversi da soli, ad esempio portandoli in giardino oppure a fare esami e visite quando necessario. In altri casi danno un supporto agli operatori durante i pasti o fanno attività di animazione. Alla domenica ci sono poi da eseguire i trasporti per portare gli ammalati a Messa.
“Il volontariato all’interno di un ospedale è molto diverso da altri tipi di volontariato – dice Francesco Nordera, segretario del gruppo – Infatti qui non si tratta solo di fare dei piccoli servizi, ma di comprendere nel profondo gli ammalati che abbiamo davanti, cogliendo la sofferenza che li affligge e cercando di entrare in empatia con loro. Inoltre bisogna saper entrare in contatto con i familiari e con il personale del reparto. Non è un lavoro facile e c’è bisogno di essere preparati. Per questo cerchiamo di dedicare tempo ed energie alla formazione“.
Proprio la formazione rappresenta un tratto distintivo del gruppo di volontariato calabriano. Durante l’anno vengono organizzati incontri con cadenza mensile, nei quali si promuove la riflessione sugli aspetti psicologici e spirituali del servizio in ospedale, grazie anche all’aiuto dei formatori Camilliani.
“A livello di spiritualità il modello al quale i volontari si richiamano è quello di san Giovanni Calabria – dice don Gaetano Gecchele, religioso calabriano e assistente ecclesiastico del gruppo – Non solo don Calabria diceva che, all’interno di un ospedale, l’ammalato è dopo Dio il nostro vero padrone, ma anche compiva azioni di carità concreta verso i malati. Ad esempio sappiamo che una delle sue prime azioni caritative da giovane fu di fondare la Pia Unione per il sollievo degli ammalati poveri, creata insieme al conte Francesco Perez“.