
Il West Nile è un virus, trasmesso dalle zanzare, presente nel nostro Paese dal 2008, quindi può definirsi endemico. In Italia si stanno registrando alcuni decessi, ma i numeri in linea con le estati precedenti. Purtroppo non abbiamo a disposizione né un farmaco specifico né un vaccino. E’ importante quindi proteggersi dalle punture di zanzare e ridurne il numero con le periodiche disinfestazioni. Ecco tutto ciò che si deve sapere sul virus.
La cronaca registra casi di febbre West Nile, tra cui anche alcuni decessi. Federico Gobbi, direttore scientifico dell’IRCCS Sacro Cuore Don Calabria di Negrar, dove dirige anche il Dipartimento di Malattie Infettive e Tropicali. E’ professore associato all’Università di Brescia:

“I numeri delle infezioni registrate sono in linea con gli anni passati. Nulla a che vedere con quanto è accaduto per esempio nel 2022, quando in Veneto ci furono 531 casi diagnosticati: 150 pazienti avevano sviluppato la forma neuro invasiva e sono stati 22 i decessi. In base alle proiezioni questa estate non raggiungeremo mai le cifre di tre anni fa. Quindi non è in atto nessuna emergenza di salute pubblca. Non siamo di fronte al Covid, che a differenza del West Nile era trasmissibile da uomo a uomo per via aerea. Ci vuole comunque consapevolezza che il West Nile è un virus presente nel nostro Paese dal 2008, che non esistono farmaci né vaccini e che l’unica via è la prevenzione, in questo caso la protezione dalle punture di zanzare”.
L’origine e la natura del virus West Nile
West Nile Disease (WND) o malattia del Nilo Occidentale è causata da un virus a RNA appartenente al genere Flavivirus. Il West Nile Virus (WNV) prende il nome dal distretto dell’Uganda (West Nile) dove nel 1937 è stato isolato per la prima volta il patogeno nel sangue di una donna colpita da febbre. Si è poi diffuso in Africa, Medio Oriente, Nord America, Asia Occidentale ed Europa, dove è stato segnalato a partire dal 1958. In Italia è endemico. I primi casi si sono registrati nel 2008 sul territorio della Pianura Padana.
Trasmissione solo attraverso la puntura di zanzara
Il WNV non si trasmette da uomo a uomo, né per via aerea né per contatto. Il virus sopravvive in natura grazie a un ciclo primario di trasmissione: zanzara-uccello-zanzara. Le zanzare Culex di specie modestus e pipiens si infettano pungendo uccelli migratori (serbatoio del virus), trasmettendo a loro volta il virus ad altri uccelli. Tuttavia le stesse zanzare sono in grado di infettare ospiti accidentali come il cavallo e l’uomo, ma né negli equini né negli esseri umani il WNV raggiunge nel sangue una concentrazione sufficientemente elevata da infettare altre le zanzare. La ragione per cui il WNV è diventato endemico in Italia è dovuta alla presenza sul territorio della Culex pipiens, la zanzara che punge dal tramonto fino alle prime luci dell’alba, e al passaggio di uccelli migratori.
Trasfusioni di sangue: donatori controllati e sacche di sangue testate
L’unica via di trasmissione da uomo a uomo sono le trasfusioni di sangue. Ma in Italia i Centri trasfusionali eseguono di routine su ogni sacca il test NAT per escludere la presenza del virus e i donatori sono controllati.
L’infezione: 1 persona su 150 sviluppa la forma grave
La West Nile Disease è caratterizzata da 2-14 giorni di incubazione. Su 150 persone infettate 120 non presentano sintomi e 30 sviluppano una sindrome simil-influenzale: febbre, mal di testa, mal di gola, dolori muscolari e alle articolazioni, congiuntivite, rash cutanei (tronco, estremità e testa), ingrossamento dei linfonodi, nausea, dolori addominali… Solo una persona su 150 va incontro alla forma neuro-invasiva: meningite, encefalite e paralisi flaccida acuta. Nel 15% dei casi la forma meningitica porta al decesso.
Persone più a rischio
I soggetti più a rischio per la forma più grave sono gli anziani, gli immunodepressi, i pazienti cronici o pluripatologici in quanto il loro sistema immunitario è indebolito fisiologicamente dall’età o per causa di malattia.
Diagnosi: serve un test di laboratorio
Una febbre simile all’influenza deve sempre destare sospetti in piena estate. A causa di sintomi aspecifici, l’infezione è difficile da diagnosticare con un solo esame obiettivo del medico. Per arrivare alla diagnosi è necessario fare un test specifico di laboratorio disponibile in ospedale.
Quando preoccuparsi
Una febbre in estate deve sempre destare sospetto in assenza di sintomi come raffreddore o mal di gola. Sarebbe quindi opportuno sottoporsi al test di laboratorio per individuare l’origine di un’evetuale infezione. Se invece inseime alla febbre, sorgono sintomi neurologici come forte mal di testa. rigidità nucale, nausea, vomito, fastidio alla luce… è necessario rivolgersi d’urgenza in ospedale.
Terapia: non esiste un farmaco anti-virale per l’infezione da West Nile
Per la WND non esiste una terapia specifica, ma solo farmaci per alleviare i sintomi (antipiretici e antinfiammatori). Nei casi più gravi è necessario il ricovero in ospedale, dove si procede alla somministrazione di fluidi intravenosi e a respirazione assistita.
Prevenzione: protezione dalle punture di zanzare
Non esiste un vaccino contro il West Nile Virus. Il metodo più efficace di prevenzione è la protezione dalle punture di zanzare usando, in particolare dopo il tramonto, repellenti cutanei, zanzariere alle finestre e diffusori di insetticidi ad uso domestico. E’ fondamentale, inoltre, la collaborazione di tutti affinché non vengano a crearsi ambienti favorevoli al deposito delle uova e allo sviluppo delle larve di zanzare come i serbatoi di acqua stagnante (anche un semplice sottovaso) che devono essere eliminati o trattati con larvicidi
Nel 2010 la Regione Veneto ha istituito un progetto pilota per la sorveglianza delle arbovirosi (malattie trasmesse dalle zanzare) il cui responsabile scientifico è l’IRCSS Ospedale Sacro Cuore Don Calabria e a cui collaborano l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie e l’Istituto di Microbiologia e Virologia di Padova. Per le patologie di importazione (Zika, Dengue e Chikungunya) al fine di evitare che diventino endemiche, esso prevede la segnalazione del caso di infezione entro le 12 ore dal sospetto diagnostico al Servizio Igiene Sanità Pubblica del Dipartimento di Prevenzione dell’Azienda Ulss competente per il territorio che può attivarsi, attraverso i Comuni, per la disinfezione della zona limitrofa all’abitazione del paziente o nel luogo dove si è probabilmente infettato.
Per il West Nile Virus la disinfezione deve avvenire periodicamente soprattutto nelle aree in cui le trappole dell’Istituto Zooprofilattico hanno raccolto zanzare infette o dove il virus è stato isolato nei cavalli.