ATTIVITA’

CHIRURGIA ONCOLOGICA

In Italia, il cancro del colon-retto rappresenta il terzo tumore per incidenza negli uomini e il secondo nelle donne.

Il tasso di guarigione è maggiore del 90% se la malattia è diagnosticata in stadio precoce e del 71% in stadio II. Per questo è importante aderire allo screening del cancro del colon-retto mediante ricerca di sangue occulto nelle feci rivolto a uomini e donne di età compresa fra 50 e 69 anni. Lo screening colorettale può consentire il riscontro e la rimozione di precursori (adenomi) prima della trasformazione in carcinoma e la diagnosi di carcinomi in stadio iniziale, con conseguente miglioramento della sopravvivenza e riduzione della mortalità. I fattori di rischio dei tumori del colon-retto sono gli stili di vita e la familiarità. IFattori di protezione sono invece il consumo di frutta e verdure, carboidrati non raffinati, la vitamina D e il calcio

APPROCCIO MULTIDISCIPLINARE

Per ogni paziente, una volta completati gli esami di stadiazione, viene eseguita una discussione multidisciplinare a cui partecipano chirurghi, oncologi, radiologi, radioterapisti, gastroenterologi, anatomo-patologi e infermieri dedicati a seguire il paziente colo-rettale.  Sulla base dell’esito della riunione multidisciplinare, il paziente verrà poi convocato per la discussione della proposta terapeutica e delle sue opzioni per decidere insieme il programma di trattamento.

NEOPLASIA DEL COLON

Per i tumori del colon è solitamente indicata in prima linea la chirurgia resettiva con tecnica mininvasiva (laparoscopia o robotica) e solo in una minima percentuale di casi con tecnica laparotomica. La laparoscopia e la robotica prevedono piccole incisioni a livello della parete addominale e un piccolo taglio di servizio (circa 5 cm) da cui estrarre il pezzo operatorio. Entrambe le tecniche permettono di eseguire movimenti complessi con estrema precisione all’interno del corpo, consentono una riduzione del dolore postoperatorio e un più rapido recupero dopo l’intervento rispetto all’approccio laparotomico/via aperta (taglio di maggiori dimensioni a livello addominale) che viene riservato oggi a meno del 5% dei nostri pazienti.  L’INTERVENTO

NEOPLASIA DEL RETTO

Il trattamento della neoplasia del retto è più complesso per la variabilità legata alla presentazione clinica della neoplasia e per le molteplici opzioni terapeutiche a disposizione. Il trattamento del tumore del retto è personalizzato per ogni paziente e la scelta terapeutica si basa sulla sede della malattia, sulla sua estensione, sul grado di infiltrazione dei tessuti circostanti e sulle condizioni cliniche del paziente.

Come per il colon, così gli interventi di resezione di retto vengono eseguiti in laparoscopia o in robotica. Queste due tecniche permettono una visualizzazione magnificata e ad alta risoluzione dei piani di corretta dissezione, consentendo una chirurgia di altissima precisione, radicale dal punto di vista  oncologico ma nello stesso tempo consrvativa dei plessi nervosi. Questo riduce in maniera netta le sequele post-operatorie della funzionalità intestinale, urinaria e sessuale. L’INTERVENTO

POSSIBILI COMPLICANZE POST OPERATORIE

In assenza di complicanze postoperatorie e grazie all’applicazione del protocollo ERAS, la degenza ospedaliera è di circa 2 – 3 giorni per gli interventi di resezione colica e di circa 3 – 5 giorni per gli interventi di resezione di retto. Le complicanze che possono intercorrere dopo un intervento di resezione colica o rettale sono: emorragia, deiscenza anastomotica (cedimento della sutura intestinale), occlusione intestinale, rallentato recupero del transito intestinale (ileo paralitico).