Il 19 maggio si celebra il World IBD Day, la Giornata mondiale delle Malattie Infiammatorie Croniche dell’Intestino (malattia di Crohn e rettocolite ulcerosa) a cui aderisce anche il Centro di Negrar diretto dal dottor Andrea Geccherle. Sono circa 3500 i pazienti che si rivolgono al Sacro Cuore seguiti da un team multidisciplinare, fondamentale per una presa in carico efficace delle persone affette da queste patologie

Andrea Geccherle, responsabile del Centro Polispecialistico per le malattie retto-intestinali
Dr. Andrea Geccherle
Dr.ssa Angela Variola

Il 19 maggio si celebra la Giornata mondiale delle malattie infiammatorie croniche intestinali, conosciute come IBD (Inflammatory Bowel Disease) l’acronimo inglese dell’italiano MICI. All’evento – caratterizzato dall’illuminazione viola di molti monumenti cittadini, tra cui l’Arena di Verona – aderisce anche il Centro IBD dell’IRCCS Ospedale Sacro Cuore Don Calabria, di cui è responsabile il dottor Andrea Ceccherle, da tempo punto di riferimento per i pazienti (circa 3.500) affetti da malattia di Crohn e rettocolite ulcerosa. Impegnato sul fronte della ricerca (25 le sperimentazioni internazionali in corso e numerose le pubblicazioni all’attivo), il Centro di Negrar ha da poco acquisito nel suo team una nuova dottoressa proveniente dall’Università di Bari, Alessia Todeschini, che si affianca alla dottoressa Angela Variola, responsabile delle terapie con farmaci biologici.

 

 

Dr.ssa Alessia Todeschini

Proprio la dottoressa Todeschini è stata premiata al recente Congresso della Federazione Italiana delle Società delle Malattie dell’Apparato Digerente (FISMAD) come autrice di uno dei tre migliori lavori scientifici – “Safety of Covid-19 vaccine in patients with inflammatory bowel disease: data of a national study (ESCAPE-IBD –  realizzati da un giovane gastroenterologo under 35.

Le patologie infiammatorie croniche dell’intestino colpiscono 4 milioni di persone nel mondo, e circa 200mila solo in Italia. Si tratta di uomini e donne, spesso in giovane età, fortemente condizionati nella vita lavorativa e privata da manifestazioni quali diarrea cronica o recidivante, perdite di sangue intestinali, dolori addominali… Con oneri gravosi non solo dal punto di vista umano, ma anche economico in termini di perdita di giorni lavorativi e di sostenibilità del Sistema Sanitario Nazionale a causa delle complicanze gravi a cui va incontro la malattia se non tempestivamente curata.

Giornate come quella della del 19 maggio hanno quindi lo scopo di sensibilizzare e informare le istituzioni, il mondo sanitario (a partire dai medici di famiglia) e l’opinione pubblica di quanto siano fondamentali la diagnosi precoce delle IBD per prevenire le complicanze, l’impegno nella ricerca di nuove terapie e il supporto sociale ai pazienti.

“Fino a 10 anni fa le terapie erano poche e i pazienti andavano incontro a ripetuti interventi chirurgici (per stenosi o fistole come nel caso del morbo di Crohn) – spiega il dottor Geccherle -. Oggi grazie alla ricerca disponiamo di farmaci, come quelli biologici, che consentono di tenere sotto controllo l’infiammazione, permettendo al paziente di condurre una vita del tutto normale. E altre prospettive terapeutiche innovative stanno venendo avanti. Purtroppo la causa delle IBD è ancora sconosciuta – sottolinea il gastroenterologo -. L’ipotesi è la reazione immunologica abnorme da parte dell’intestino nei confronti di antigeni (per esempio batteri normalmente presenti nell’intestino) che viene scatenata in virtù di fattori genetici e ambientali. Infatti molto spesso il paziente presenta in associazione altre patologie autoimmuni di carattere reumatologico”.

Proprio la complessità del paziente IBD è all’origine di un modello di presa in carico basato sulla multidisciplinarietà riguardo il quale il Centro di Negrar è stato un precursore. “Il morbo di Crohn e la Colite ulcerosa sono patologie autoimmuni, cioè caratterizzate da una reazione scorretta del sistema immunitario, che attacca cellule sane del nostro organismo come fossero estranee – spiega ancora il dottor Geccherle -. Pertanto i bersagli di questo meccanismo possono essere contemporaneamente più distretti del corpo: per questo è fondamentale per la buona riuscita della cura, che il paziente sia seguito dal gastroenterologo, dall’endoscopista, dal chirurgo generale, dal radiologo e ma anche da altri specialisti come per esempio il reumatologo, l’oculista e l’endocrinologo”.