Benedizione Don Calabria

1922-2022. L’Ospedale Sacro Cuore Don Calabria entra nell’anno del Centenario. Era infatti  il 1° novembre 1922, quando ebbe luogo la benedizione inaugurale dell’ospizio denominato Casa del Sacro Cuore. Un’opera voluta da don Angelo Sempreboni, parroco di Negrar, che contemporaneamente iniziò l’edificazione di uno stabile destinato a ospedale per gli abitanti del paese

Il ricovero Casa del Sacro Cuore

“Il parroco acquistava l’immobile dalla Cassa Rurale in data 12 marzo 1920 con l’intento di aprirvi un ricovero, ma lo stabile non potè essere utilizzato come ospizio se non a partire dal 1° novembre 1922, quando ebbe luogo la benedizione inaugurale con l’ingresso dei primi quattro anziani: l’ospizio venne denominato Casa del Sacro Cuore…”. (M. Gecchele, Storia dell’Opera don Calabria II/3, Edizioni CCSC, Verona-2013, pag. 71).

Il parroco in questione era don Angelo Sempreboni, l’immobile si trovava dietro la chiesa parrocchiale di Negrar (nei pressi dell’attuale Pronto Soccorso) e quella benedizione fu l’inizio della storia centenaria dell’ospedale Sacro Cuore, continuata successivamente nelle mani di San Giovanni Calabria a partire dal 1933.

Negli anni in cui don Sempreboni mise la prima pietra di un sogno, l’assistenza sanitaria era un lusso. Il Comune sosteneva economicamente le cure di base del medico condotto e i ricoveri in ospedale dei più poveri. Per gli altri – piccoli proprietari terrieri e mezzadri di cui era costituita in buona parte la popolazione di 4mila anime di Negrar all’inizio del ‘900 – avere un malato in casa significava nelle migliore delle ipotesi un enorme salasso economico, su cui influiva pesantemente anche la lontananza del paese dalla struttura ospedaliera più vicina, quella di Verona.

don Angelo Sempreboni
don Angelo Sempreboni

Per questo fin dal suo insediamento alla guida della parrocchia di Negrar, il prete originario di Fumane decise di realizzare un piccolo ricovero per anziani e una struttura ospedaliera. Quindi contemporaneamente all’acquisizione della Casa del Sacro Cuore (“una casa colonica, detta Villa Serena, con annesso terreno… di proprietà dei fratelli Rizzi di Verona”), iniziò l’edificazione di uno stabile di fronte al ricovero.

Ma mentre la casa per anziani già nel 1926 contava 30 ospiti (“vecchi e impotenti al lavoro”) – grazie anche allo straordinario impegno di assistenza delle Piccole Suore della Sacra Famiglia arrivate in parrocchia già nel 1918 il piccolo ospedale una volta terminato nel 1931 non venne aperto per mancanza di autorizzazione.

Le domande di riconoscimento civile vennero ripetutamente respinte, tanto che don Sempreboni, morto il 4 luglio del 1932, non riuscì a vedere avviato il suo progetto. Le autorità  negavano l’autorizzazione non per problemi tecnici di qualche genere, ma perché la struttura era gestita da don Angelo, inviso ai maggiorenti fascisti locali, che per il suo impegno sociale lo consideravano un acerrimo nemico antifascista. Don Angelo era consapevole di tanta ostilità, tanto che, pur di avviare l’ospedale per la sua gente, maturò la convinzione di cedere la gestione della Casa Sacro Cuore a un Istituto religioso, in primis a quello delle Piccole Suore della Sacra Famiglia. Ma suor Maria Domenica Mantovani declinò l’offerta. In una lettere del 1931, in cui chiedeva ancora una volta la disponibilità alla religiosa, il parroco riferisce un interessamento da parte dell’Istituto Fatebene-fratelli.

Prima di morire il fondatore della Casa del Sacro Cuore ricevette la visita di don Calabria, che ricorda così quel momento: “Fin dall’inizio ho sempre sentito che la Provvidenza aveva dei grandi disegni da svolgere a Negrar. Disegni che forse voleva esprimermi il benemerito don Angelo Sempreboni, la sera prima della sua morte, quando, non riuscendo più a parlare, gesticolava per potermi dire qualcosa…” (M. Gecchele, Storia dell’Opera don Calabria II/3, Edizioni CCSC, Verona-2013. Prefazione a cura di fratel Mario Bonora).

Il 12 dicembre del 1933 il Consiglio di amministrazione della Società Buoni Fanciulli riteneva “opportuno l’acquisto dell’immobile” della Casa del Sacro Cuore per “i fini sociali” della stessa società.

A cura dell’Ufficio Stampa
IRCCS Ospedale Sacro Cuore Don Calabria

Nella foto di copertina:  la benedizione di don Giovanni Calabria ai malati e alle Sorelle che prestano servizio nel ricovero (vicino a lui il suo vicario e futuro successore, don Luigi Pedrollo. In ginocchio fratel Attilio Riccardi, religioso e medico dell’UMMI).