E’ la malattia per eccellenza dell’età puberale, sebbene possa colpire improvvisamente perfino gli adulti. L’acne non ha risvolti solo sulla pelle ma anche psicologici, in una fase della vita, l’adolescenza, già complessa. Come trattarla, grazie ai farmaci a disposizione, efficaci anche nelle forme più gravi, ce lo spiega la dermatologa Federica Tomelleri

E’ l’incubo dell’età adolescenziale, quando lo sviluppo ormonale può manifestarsi anche con l’acne, la malattia della pelle che da sola somma il 20% del totale dei casi di patologia infiammatoria visti da un dermatologo nel suo ambulatorio nell’arco di un anno.

L’acne colpisce indifferentemente maschi e femmine. Di solito può esordire nell’età puberale, intorno ai 12 anni, per andare scemando verso i 25, con un picco tra i 18 e i 20 anni. Esiste tuttavia una forma di acne che compare improvvisamente nell’adulto anche se non ne ha sofferto in età giovanile. La patologia origini genetiche e ormonali e in genere si manifesta soprattutto sul viso (nelle parti in cui sono più numerose le ghiandole sebacee come la fronte e il mento, la classica “zona T”) e può presentarsi anche sul dorso e sul décolleté.

“Oggi disponiamo di farmaci con i quali possiamo ottenere ottimi risultati terapeutici, ma si tratta di una patologia con pesanti risvolti psicologici sui ragazzi che ne vengono colpiti”, afferma la dottoressa Federica Tomelleri (nella foto), responsabile del Servizio di Dermatologia dell’IRCCS Ospedale Sacro Cuore Don Calabria. “Esordisce in un’età già impegnativa dal punto di vista psicologico e dobbiamo tener conto che viviamo in una società attenta in modo esasperato all’immagine: il viso resta il nostro biglietto da visita”.

CHE COS’E’ L’ACNE

“L’acne si forma quando l’aumento della secrezione sebacea dovuta agli ormoni si associa a un ispessimento su base genetica del canale della ghiandola sebacea, causando l’ostruzione del follicolo con la comparsa del comedone, il classico punto nero – spiega la dottoressa Tomelleri -. Il sebo trattenuto viene aggredito dai naturali batteri della pelle causando infiammazione e infezione”. Esistono vari tipi di acne, classificati in base alla gravità.

  • Forma lieve: caratterizzata da papule, rilievi della pelle rossastri, accompagnati dai comedoni
  • Forma media: si manifesta con pustole, il cosiddetto brufolo con all’apice il puntino bianco-giallo che indica la presenza di materiale purulento
  • Forma grave: compaiono noduli e cisti, formazioni solide, dure, sottocutanee, dolorose, che possono raggiungere anche alcuni centimetri.
  • Acne fulminante: una forma molto rara, che comporta stati febbrili e richiede anche il ricovero. Spesso lascia esiti cicatriziali deturpanti.
QUANDO RIVOLGERSI A UNO SPECIALISTA

“Una pelle giovanile che presenta punti neri, non necessariamente evolve in acne vera e propria. Quando però in famiglia ci sono casi di acne e/o persistono per alcuni mesi lesioni infiammatorie pustolose, è consigliabile una visita specialistica dal dermatologo”, sottolinea Tomelleri

COME SI CURA

L’inquadramento terapeutico è determinato da due fattori: la gravità della patologia infiammatoria e l’età del paziente. Per quanto riguarda l’aspetto farmaceutico sono disponibili gel o creme a base di:

  • Retinoidi topici come la Tretinoina e l’Adapalene che agiscono sui processi anormali di cheratinizzazione e sono anche antiinfiammatori, quindi funzionano in entrambi i casi di acne comedonica ed infiammatoria.
  • Benzoil Perossido aiuta a prevenire l’ostruzione dei follicoli pilifieri da parte delle cellule morte e inoltre uccide i batteri che causano infezione.
  • Antimicrobici topici (antibiotici topici) colpiscono i batteri della pelle che infettano i follicoli pilliferi ostruiti. Dovrebbero sempre essere abbinati al Benzoil Perossido per prevenire lo sviluppo di resistenza batterica.

“Questi trattamenti locali vengono associati a terapie sistemiche nelle forme medie e gravi – spiega ancora la dottoressa Tomelleri -. Tra i farmaci impiegati: le tetracicline (antibatterici) e l’isotretinoina che agisce sulle microcisti sebacee. Nelle donne è indicata anche la pillola anticoncezionale, in quanto i movimenti ormonali ciclici favoriscono la comparsa delle lesioni”. Come coadiuvante alla terapia medica sono utili il peeling (per esempio a base di acido salicidico) e il laser, che agiscono anche nel prevenire e migliorare l’esito cicratiaziale permanente”.

TRATTAMENTI DERMOESTETICI

“L’acne è una patologia e quando lo stato infiammatorio è importante, i trattamenti estetici nella migliore delle ipotesi sono inutili”, sottolinea la dermatologa. “Anzi se troppo aggressivi, come alcune pulizie del viso, possono peggiorare la situazione”.

DETERSIONE DELLA PELLE E COSMETICI: COSA USARE?

Chi soffre di acne tende a lavarsi spesso il viso usando il sapone, con l’obiettivo anche di togliere il “lucido” che caratterizza la cute seborroica. “Nulla di più sbagliato.  Il sapone ha un’azione aggressiva sulle ghiandole sebacee che rispondono producendo più sebo – sottolinea -. I detergenti devono essere delicati e dedicati con un’azione sebomodulante e antisettica. Anche i maquillage deve essere adatto a pelli con queste caratteristiche. Il fondotinta, per esempio, deve essere oli-free. Purtroppo in commercio esistono prodotti cosmetici in crema coprenti di discutibile qualità. Sarebbero da evitare sempre, ma per le ragazze che soffrono di acne non devono essere presi nemmeno in considerazione. E’ meglio dirottare la scelta sulle linee specifiche delle case farmaceutiche, non prima di aver consultato il proprio dermatologo”.