Al piano interrato dei Poliambulatori, è stata creata una stanza per le terapie infusionali dedicata esclusivamente ai pazienti affetti da malattie infiammatorie croniche dell’intestino. “E’ uno spazio che risponde ai canoni di sicurezza, distanziamento e confort per il paziente”, spiega la dottoressa Angela Variola, gastroenterologa dell’Unità IBD.

I pazienti affetti da malattie infiammatorie croniche dell’intestino (MICI) seguiti dall’ospedale di Negrar da oggi possono effettuare le infusioni dei farmaci in una stanza esclusivamente dedicata e dotata di 5 postazioni. La nuova location – che si trova al piano interrato dei Poliambulatori – non garantisce solo maggior confort a chi vi accede per la terapia con farmaci biologici, ma è stata pensata con tre obiettivi: sicurezza, distanziamento e flessibilità per i circa 180 i pazienti che si sottopongono alle infusioni, su un totale di circa 2mila affetti da colite ulcerosa e malattia di Crohn curati al “Sacro Cuore Don Calabria”. 

“Per questione di spazi, l’Unità IBD (Inflammatory Bowel Disease-MICI in italiano) del Centro per le malattie retto intestinali aveva a disposizione la stanza per le infusioni solo un giorno alla settimana e un altro, a seconda della necessità, in condivisione con il Servizio di Reumatologia”, spiega la dottoressa Angela Variola, gastroenterologa del Centro, di cui è responsabile il dottor Andrea Geccherle. “Questo comportava un disagio per il paziente, che da oggi non deve più adattarsi al giorno prefissato per la terapia,  ma ha più opzioni di scelta, in base anche ai suoi impegni lavorativi o scolastici – prosegue -. Inoltre con la creazione di una nuova stanza, possiamo garantire il distanziamento necessario per l’emergenza Covid”. Ma è la sicurezza che ha animato la creazione di nuovi spazi. “L’infusione di terapie eterogenee in una stessa stanza (in questo caso i farmaci per le MICI e quelli per le patologie reumatiche) – spiega ancora la dottoressa Variola – favorisce l’errore umano nell’allestimento dei farmaci e nella gestione dei protocolli infusionali. Una stanza ad hoc risponde soprattutto a criteri di sicurezza”.

Con le postazioni dedicate, arriva all’Unità per le malattie infiammatorie croniche dell’intestino anche l’IBD nurse. Si tratta di una figura infermieristica, molto diffusa nei Paesi anglosassoni, che, grazie a una specifica formazione, diventa punto di riferimento del paziente per quanto riguarda le terapie e tutti gli aspetti collaterali della malattia. Quello di Negrar sarà uno dei primi centri italiani ad avvalersi di questo tipo di infermiera con prerogative previste dalla ECCO (European Crohn Colitis Organisation). Tra i suoi compiti anche quello di istruire i pazienti su come effettuare la somministrazione sottocutanea dei farmaci.

“I farmaci biologici possono essere assunti, a seconda delle indicazioni, tramite infusione endovenosa una volta al mese o una ogni due mesi oppure con un’iniezione sottocutanea che si può effettuare tranquillamente a domicilio – afferma Variola -. Sono farmaci, frutto dell’ingegneria biotecnologica, che hanno impresso una vera e propria svolta alle malattie infiammatorie croniche dell’intestino. Grazie a queste molecole i pazienti con colite ulcerosa e malattia di Crohn, moderate o gravi, hanno raggiunto la remissione completa, cioè clinica, radiologica ed endoscopica della patologia”. Questo significa un deciso miglioramento della qualità di vita oltre alle riduzione del rischio di complicanze a lungo termine e di interventi chirurgici. La ricerca in questo campo è sempre attiva: l’Unità IBD ha in corso una ventina di studi clinici per la sperimentazione di fase 2 e di fase 3 di nuovi farmaci biologici

La malattia di Crohn e la colite ulcerosa sono infatti patologie tipiche delle età giovanile: il picco più importante si concentra tra i 15 e i 45 anni, tuttavia si rileva negli ultimi tempi un aumento dell’incidenza in età pediatrica e adolescenziale. In Italia colpisce circa 200mila persone.

Alla benedizione della nuova stanza, impartita da don Waldemar Longo, vicepresidente dell’ospedale, erano presenti, oltre alla direzione dell’IRCCS Sacro Cuore Don Calabria e all’équipe del Centro, anche Salvo Leone e Nadia Lippa, rispettivamente direttore generale nazionale e segretaria provinciale di AMICI- Associazione Malattie Infiammatorie Croniche dell’Intestino. Ha portato un breve saluto Luca Coletto, assessore alla Sanità della Regione Umbria, già con lo stesso ruolo nel Veneto e già sottosegretario alla Sanità.