Pronto Soccorso del

Nell’anno appena concluso il Pronto Soccorso di Negrar ha raggiunto quasi 51mila accessi, oltre 9mila rispetto al 2016 Il primario Stefanini: “Numeri che indicano una crescita dell’attrattiva dell’ospedale: i cittadini sanno di trovare nella nostra struttura la risposta ai loro bisogni di salute”

Quasi 10mila accessi in più in tre anni. E’ il trend di crescita registrato dal Pronto Soccorso dell’IRCCS Sacro Cuore Don Calabria dal 2016 al 2019: l’anno scorso, infatti, si è chiuso toccando quota 50.972, con un incremento di 9.576 accessi rispetto a tre anni fa. Un record per l’Ospedale di Negrar e per l’équipe di 15 medici diretti dal dottor Flavio Stefanini.

 

A mio parere l’incremento del numero di accessi è determinato da più fattori concomitanti”, spiega il direttore del Pronto Soccorso di Negrar. Innanzitutto l’aumento fisiologico di accessi in tutti i Pronto Soccorso italiani, che ha raggiunto la media annua del 6-7%. La stragrande maggioranza sono codici bianchi e verdi, che per quanto riguarda la nostra struttura nel 2019 sono stati rispettivamente il 43,5% e il 44,7% del totale degli accessi”. La prevalenza di casi non complessi che arrivano in Pronto Soccorso non è sicuramente un fenomeno nuovo. “Da un lato esiste sicuramente un problema di uso improprio del Pronto Soccorso da parte del cittadino. Dall’altro è anche vero che il cittadino non sempre trova risposta in tempi relativamente rapidi sul territorio, quindi si reca nelle strutture di emergenza anche quando di emergenza non si tratta”.

 

Da un fattore di ordine nazionale a uno locale. “Il ridimensionamento del Pronto Soccorso dell’Ospedale Orlandi di Bussolengo – prosegue – ha comportato nell’ultimo anno un allargamento del bacino di utenza del nostro reparto di emergenza e anche un numero maggiore di casi complessi. L’anno scorso i codici rossi sono stati lo 0,5% (nel 2016 erano lo 0,3%) e i codici gialli l’11,1% (2016: 9,6%). Mi preme però sottolineare che abbiamo avuto maggiore affluenza anche da zone i cui Pronto Soccorso sono a pieno regime, come per esempio Verona capoluogo”.

 

Un indicatore, quest’ultimo, che rileva, per il dottor Stefanini, “una crescita dell’attrattiva del nostro ospedale in generale – sottolinea il dottor Stefanini -. L’eccellenza raggiunta, in particolare per quanto riguarda alcune patologie, ha generato un incremento di afflusso al Pronto Soccorso da parte dei cittadini che sanno di trovare nella nostra struttura un certo tipo di risposta”. Una risposta anche per quanto riguarda la tempista: nell’anno appena concluso la media di permanenza dei pazienti in Pronto Soccorso è stata di 2 ore e 46 minuti, mentre per quanto riguarda l’OBI (Osservazione Breve Intensiva), che prevede la permanenza fino a 48 ore prima delle dimissioni o del ricovero, la media è stata di 9 ore e 53 minuti.

elena.zuppini@sacrocuore.it