Un fumetto per spiegare i complessi meccanismi cellulari alla base dell’impiego degli analoghi della somatostatina per i tumori neuroendocrini. E’ l’idea nata dal binomio di conoscenza scientifica e fantasia messo in atto dalla chirurga Letizia Boninsegna e dall’oncooga Paola Agense Cassandrini. Grazie all’animaletto Zerby ora la diagnosi e la terapia dei Net non è più un argomento per soli adetti ai lavori
Il tema è uno di quelli ostici, già dal nome: gli analoghi della somatostatina. Ma c’è chi, come la chirurga Letizia Boninsegna e l’oncologa Paola Agnese Cassandrini dell’IRCCS Ospedale Sacro Cuore Don Calabria, è riuscito a spiegare l’argomento con un fumetto rivolto ai pazienti affetti dai tumori neuroendocrini (NET- Neuroendocrine Tumours), patologie oncologiche che colpisco il tessuto neuroendocrino presente in vari organi (pancreas, intestino, stomaco, polmoni…) e trattabili, appunto, con gli analoghi della somatostatina.
L’agile libretto porta la prefazione di Andrea Pamparana, in questa occasione nelle vesti di paziente e non di noto giornalista e scrittore.
“Comunicare a una persona che è affetta da una neoplasia non è mai semplice. In particolare non lo è nel caso dei NET che sono tumori rari (l’incidenza di 2-5 casi all’anno ogni 100mila abitanti), e poco conosciuti al grande pubblico – afferma la dottoressa Boninsegna -. Le difficoltà aumentano quando si affronta il capitolo della terapia che si basa sugli analoghi della somatostatina e agisce attraverso meccanismi cellulari complessi. L’idea del fumetto è nata proprio con l’intento di affrontare il tema in modo semplice e con un po’ di leggerezza, senza togliere nulla alla serietà della patologia”.
Il protagonista indiscusso della pubblicazione è Zerby, un buffo e tondo animaletto uscito dalla fantasia della dottoressa Boninsegna e dalla grafica di Chiara Sega. Zerby ha una pelliccia a strisce bianche e nere, simile al mantello di una zebra, animale simbolo dei NET. Infatti il tumore neuroendocrino è proprio quella zebra – citando una famosa frase – a cui nessuno pensa se sente uno scalpitio di zoccoli, perché un simile rumore viene sempre attribuito a un cavallo (cioè all’adenocarcinoma del pancreas o al cancro del colon retto).
Zerby a striscie bianche e nere è l’analogo della somatostatina
Nel fumetto, invece, Zerby è l’analogo della somatostatina, la versione sintetica dell’ormone prodotto dal nostro corpo e in grado, perché ne possiede le “chiavi”, di entrare nella cellula tumorale NET, fermandone la crescita, interrompendo la produzione di sostanze (nel caso di tumori funzionanti) o addirittura uccidendola.
Gli amici Taddeus (l’ormone della crescita) e Vlado (l’insulina)
Un meccanismo complesso per capire il quale vengono in aiuto Taddeus, il leoncino che rappresenta l’ormone della crescita, e Vlado il maialino che interpreta l’insulina. Entrambi sono ormoni, come la somatostatina, cioè proteine che circolano nel sangue e hanno il compito di portare messaggi alle cellule. Non in maniera casuale, però, ma solo a quelle cellule che possono recepire il messaggio. Così un’altra parola astrusa, recettore, diventa la porta della cellula attraverso la quale solo un determinato ormone ‘messaggero’ può entrare, perché esso possiede la forma della porta stessa. Per esempio le cellule scheletriche hanno un recettore a forma di Teddeus (l’ormone della crescita) che ordina loro di svilupparsi. Lo stesso discorso vale per la somatostatina, l’ormone per il quale le cellule Net possiedono il recettore. Ma poiché la somatostatina che circola normalmente nel sangue è pochissima e ha un’emivita breve (scompare dopo circa 3 minuti), non è efficace dal punto di vista terapeutico. Questo il motivo per cui si ricorre ai farmaci, gli analoghi della somatostatina (Octreotide, Sandostatina o Lanreotide).
Zerby con attaccato alla coda un palloncino luminoso: la diagnosi PET
Queste sostanze, però, hanno un ruolo oltre che terapeutico anche diagnostico. Zerby, in tale occasione, si accende come una lampadina perché “gli viene attaccato sulla coda un palloncino luminoso”, cioè una molecola radioattiva o radionuclide (il Gallio 68) che emette radiazioni visibili alla Pet, localizzando in questo modo il tumore neuroendocrino.
Attenti al cow-boy Zerby armato di potenti armi: la terapia radiorecettoriale
Se poi sulla coda gli viene posto un radionuclide più potente (il Lutezio 177 o l’Yttrio 90), Zerby si trasforma in un cattivissimo cow-boy dotato di ‘armi’ che emettono emissioni beta, quindi in grado di distruggere la cellula cattiva. Ecco spiegata la terapia radiorecettoriale.
E per quanto riguarda la Serotonina, responsabile della crisi da Carcinoide? Questo è il tema del prossimo fumetto con protagonista Markus, un asinello dispettoso… Le dottoresse Boninsegna e Cassandrini e la grafica Chiara Sega sono già al lavoro.