L’epidemia di nuovo coronavirus (2019-nCoV) ha scatenato (non solo sui social) “una grave infezione” di false notizie., che l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha definito ‘Infodemia”. Nell’articolo alcune tra le più frequenti domande riguardo alla nuova infezione virale proveniente dalla Cina

In questo momento siamo di fronte a una pandemia di infezione da nuovo Coronavirus?

Attualmente non è in atto una pandemia propriamente detta, in quanto questa implica la diffusione rapida di un virus in varie aree geografiche del mondo. Siamo di fronte ad un’epidemia con un focolaio epidemico nella città cinese di Wuhan, con alcuni focolai endemici in altre parti della Cina e la presenza di casi sporadici nel resto del mondo, quasi tutti d’importazione.

Quali differenze ci sono rispetto all’epidemia di SARS e di MERS?

Questa epidemia è simile a quelle precedenti – quella della SARS nel 2002 e della MERS a partire dal 2012 – in quanto ha come protagonista un coronavirus, che ha avuto come fonte un animale ed è passata all’essere umano, e quindi ha assunto le caratteristiche di un’infezione che si diffonde tramite goccioline emesse con tosse o starnuti da una persona malata. Si differenzia dall’epidemia provocata dalla SARS e della MERS (partita dall’Arabia Saudita), per il minore tasso di mortalità. Il 2019-nCoV (o nuovo coronavirus) ha un tasso di decessi del 3%, contro il 10% della SARS e il 30% della MERS. Tuttavia, rispetto a queste ultime, pur non avendo un’alta mortalità, la nuova infezione è una malattia che comporta un grosso impegno del sistema sanitario, nel senso che il 25-30% delle persone contagiate si aggravano al punto tale da richiedere il ricovero e, in molti casi, le cure intensive. Pertanto la preoccupazione nasce dal fatto che ogni Paese deve essere pronto, nell’ipotesi in cui si sviluppasse localmente un’epidemia, ad accogliere in ospedale un alto numero di pazienti.

Il virus è trasmissibile da persone asintomatiche?

E’ stato dimostrato in letteratura che la malattia può essere trasmessa anche da soggetti pochi giorni prima di sviluppare i sintomi. Tuttavia dalla curva epidemica si deduce che le persone asintomatiche hanno un ruolo marginale rispetto alle persone con sintomi nella diffusione del contagio. Un dato confortante, altrimenti dovrebbero essere isolati anche coloro che non manifestano problemi di salute e ciò sarebbe difficile da attuare.

Chi sono i soggetti più a rischio? È vero che nei bambini sotto i 15 anni il virus risulta meno pericoloso e violento?

Per quanto riguarda i bambini e i ragazzi, non possiamo ancora dire con certezza se hanno un rischio meno elevato di contrarre l’infezione. Quello che possiamo dire, in base al basso numero di ricoveri pediatrici, è che i bambini non sviluppano gravi complicanze respiratorie. Forse acquisiscono il virus, ma manifestano la malattia in maniera più lieve. Tra gli adulti i soggetti più a rischio non tanto di contrarre il virus, ma di sviluppare complicanze anche gravi a livello respiratorio, sono, come succede per l’influenza, le persone sopra i 65 anni di età e i malati affetti da patologie croniche, oncologiche e in stato di immunodeficienza.

Non si trovano più mascherine nelle farmacie. Ma è un dispositivo utile in questo momento?

La mascherina è sempre utile per prevenire il contagio se ad indossarla è il malato. Una regola che vale per tutte le patologie a trasmissione respiratoria. La presenza delle mascherine nelle sale di attesa dei Pronto Soccorso e l’invito ad indossarle se si ha febbre, tosse o raffreddore non è dovuta alla cosiddetta emergenza coronavirus, ma a una normale misura di prevenzione che dovremmo attuare tutti soprattutto nella stagione influenzale.

I prodotti made in China possono trasmettere il virus?

No, gli oggetti realizzati in Cina non presentano nessun rischio di trasmissione

E’ pericoloso frequentare bar, ristorati e negozi gestiti da cinesi? Il cibo cinese può essere un veicolo di contagio?

Le evidenze scientifiche attuali dimostrano che il virus non si trasmette per via alimentare. Inoltre in Europa è vietata l’importazione di animali vivi o di carne cruda dalla Cina. In Italia i casi di infezione sono d’importazione. Pertanto se un cinese non è stato nelle zone a rischio è contagioso quanto un italiano. Qualsiasi forma di discriminazione nei confronti della comunità cinese o asiatica oltre ad essere immotivata, è una grave forma di inciviltà.