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I frollini “Buonicore”, ora in vendita al bar dell’ospedale, sono realizzati dai ragazzi detenuti nel carcere minorile di Palermo, nell’ambito di un progetto ideato dall’Opera Don Calabria e sostenuto dall’Associazione Nazionale Magistrati

Buccia di mandarino di Ciaculli proveniente da un terreno confiscato alla mafia, farina bio molita a pietra, latte e burro a chilometri 0, zucchero integrale di canna Muscovado, lievito biologico… Sono gli ingredienti di alta qualità dei biscotti Buonicore, un frollino secco tipico della tradizione siciliana. Ma soprattutto, da alcuni mesi questi sono gli ingredienti che stanno cambiando la vita a un gruppo di ragazzi detenuti nel carcere minorile di Palermo (vedi foto). Tutto grazie al progetto “Cotti in fragranza”, nato nell’area sociale dell’Opera Don Calabria e realizzato attraverso la cooperativa sociale Rigenerazioni Onlus, con la collaborazione dell’Associazione Nazionale Magistrati di Palermo, che ha donato il forno, e della Fondazione San Zeno (vedi sito del progetto).

 

Ora i biscotti Buonicore sono in vendita anche al bar dell’ospedale Sacro Cuore Don Calabria, dopo che durante le festività natalizie sono stati donati a tutto il personale ospedaliero. Si tratta di un gesto di solidarietà e vicinanza per un progetto “buono” in tutti i sensi, nel quale l’Opera calabriana si propone di promuovere un riscatto sociale che passa dalla formazione, dal lavoro di qualità e dall’attenzione alla persona: valori che valgono tanto per le attività sociali quanto per quelle sanitarie gestite dalla Congregazione (vedi scheda sull’area sociale dell’Opera Don Calabria).

 

L’idea di partenza del progetto “Cotti in fragranza” è anche una sfida. È possibile impiantare un’impresa dentro un carcere minorile, insegnare ai ragazzi un mestiere, pagare gli stipendi e fare un prodotto di qualità che permetta di stare sul mercato?

 

Al momento i risultati sono sbalorditivi. Il laboratorio di pasticceria è stato inaugurato dentro il carcere minorile Malaspina di Palermo nel settembre 2016 e ad oggi vi lavorano cinque ragazzi detenuti, assunti dopo essersi specializzati con un corso di formazione professionale in carcere. Ogni mattina escono dalla cella, percorrono i trenta metri per arrivare al laboratorio e iniziano il loro turno di 7 ore di lavoro. A guidarli c’è Nicola, un abile maestro pasticcere che con la sua professionalità è anche un vero e proprio educatore (all’inaugurazione era presente anche il presidente del Senato on. Pietro Grasso).

 

Attualmente il forno produce circa 300kg di biscotti al mandarino ogni settimana e di fatto l’intera produzione viene venduta. La start-up “calabriana” ha sviluppato accordi commerciali con vari locali e punti vendita anche prestigiosi. Da alcuni mesi, inoltre, è partito un importante accordo con Conad che sta distribuendo i biscotti nei suoi megastore in Sicilia, con la prospettiva di estendere l’offerta a livello nazionale.

 

L’obiettivo principale del progetto è riempire la pena dei ragazzi, cioè fare in modo che quando usciranno abbiano imparato un mestiere vero e possano quindi avere una possibilità concreta di scegliere una vita onesta”, dice Alessandro Padovani, responsabile dell’area sociale dell’Opera calabriana in Europa. “Questa è un’attività vera – aggiunge – ed è anche per questo che i ragazzi seguono insieme a noi tutte le fasi del lavoro, compresi gli accordi commerciali e i rapporti con i clienti. L’idea è che l’impresa stia in piedi perché lavora bene e non perché la gente fa beneficienza”.

 

Una storia, quella di “Cotti in fragranza”, che è l’intreccio di tante storie. Per prima cosa ci sono i mandarini, anzi le bucce di mandarino di Ciaculli, che arrivano da un terreno confiscato alla mafia, grazie a un accordo con l’associazione Jus Vitae che su quel terreno ha realizzato un fattoria didattica. Poi c’è Nicola, il pasticcere-educatore del laboratorio. Da qualche anno è sulla sedia a rotelle a causa di un incidente che lo ha allontanato dal suo bar pasticceria. Le vie della Provvidenza lo hanno portato a insegnare in un corso promosso dall’Inail nella comunità per tossicodipendenti gestita a Trabia dall’Opera Don Calabria. Da qui il salto per il laboratorio di “Cotti in fragranza” è stato breve. Infine ci sono loro, i giovani pasticceri detenuti. Ci sono le loro storie di ragazzi che stanno imparando un mestiere per il “dopo”. Qualcuno ha già figli e con lo stipendio guadagnato può pagare l’asilo per loro. Piccole grandi conquiste che fanno intravedere una vita diversa, una possibilità di riscatto.

 

“Visto il successo di questi primi mesi abbiamo in mente alcune idee per ampliare il progetto – prosegue Padovani – In particolare stiamo progettando di realizzare un laboratorio esterno al carcere, con l’idea di aumentare la produzione e permettere a qualche ragazzo di uscire dal carcere per il tempo del lavoro, naturalmente se verranno accordati i permessi dal giudice”. In questo modo sarà possibile vendere direttamente i biscotti al pubblico, cosa attualmente impossibile in carcere. Inoltre si sta progettando il lancio di nuovi prodotti di pasticceria dolce e salata.

matteo.cavejari@sacrocuore.it