Il “Sacro Cuore” è uno dei pochi centri a livello internazionale ad effettuare interventi di neurochirurgia laparoscopica dell’endometriosi, malattia per cui il 25 marzo ricorre la quarta Giornata mondiale di sensibilizzazione
Il dolore alla gamba spesso è insopportabile, nemmeno i farmaci riescono a controllarlo. Sembra una sciatalgia che si acuisce durante il ciclo mestruale, talmente forte da impedire di guidare l’auto o da rendere necessario l’uso della stampella.
Sono i racconti di molte donne che giungono all’Unità operativa di Ginecologia e Ostetricia dell’ospedale Sacro Cuore Don Calabria, diretta dal dottor Marcello Ceccaroni (foto), dopo essere state rimpallate da medico a medico per un problema dai falsi connotati ortopedici, non sapendo invece che il loro calvario era causato dall’endometriosi, patologia ginecologica di cui il 25 marzo ricorre la quarta Giornata mondiale di sensibilizzazione.
Quello di Negrar è un Centro di riferimento internazionale per la cura dell’endometriosi e primo Centro al mondo per numero di interventi chirurgici per endometriosi severa (cioè con la resezione dei legamenti uterini, dell’intestino o della vescica), circa 1.500 all’anno. (vedi articolo e video)
Le pazienti con problemi agli arti inferiori sono fortunatamente una piccola percentuale dei 3 milioni di donne che in Italia soffrono di endometriosi, 175 milioni nel mondo, con un’incidenza pari a quella del diabete.
Per loro l’endometrio (cioè il tessuto che si sfalda durante la mestruazione e che ha come sede naturale l’utero) non ha invaso solo le ovaie, le tube, l’intestino o l’apparato urinario, ma preme sui nervi che hanno origine nella parte terminale della colonna vertebrale, come il nervo sciatico, il plesso sacrale o il nervo pudendo, causando dolore e per questo una limitata mobilità dell’arto inferiore.
“Seguendo gli insegnamenti del professor Marc Possover, pioniere di queste tecniche, sette anni fa abbiamo iniziato i primi interventi di neurochirurgia laparoscopica dell’endometriosi e a breve pubblicheremo i risultati di uno studio scientifico che ha coinvolto 300 pazienti – spiega il dottor Ceccaroni -. Insieme al suo centro di Zurigo, siamo uno dei pochissimi centri al mondo a praticare questi interventi con tecniche mini-invasive. In genere questo tipo di chirurgia è tradizionalmente affrontata dal neurochirurgo ma con metodi non laparoscopici e senza curare contestualmente anche l’endometriosi infiltrante gli organi pelvici circostanti. A questo si aggiunge che sono pochissimi i centri al mondo, dove il neurochirurgo opera i nervi periferici e ancora meno quelli che si occupano dei nervi della pelvi. L’esperienza acquisita nel tempo a Negrar, riguardo la diagnosi e la cura dell’endometriosi, è stata arricchita dall’approfondimento della neuroanatomia pelvica, per cui il nostro è riconosciuto, come uno dei centri di eccellenza, che è stato in grado di trasformare il vecchio concetto di ‘anatomia chirurgica’ in quello più moderno di ‘chirurgia anatomica'”.
Dallo studio è emerso che esistono una serie di patologie infiltranti che creano una distorsione dei tessuti della pelvi. “L’effetto è quello di una colata di colla che si indurisce”, semplifica il primario. Oltre all’endometriosi, che rappresenta circa l’80% delle pazienti sintomatiche, a Negrar abbiamo operato anche donne con esiti da trattamento di radioterapia per tumore al retto o affette da alcuni tumori dei nervi periferici, considerate non operabili in altri ospedali. Alcune pazienti erano affette da malformazioni vascolari che intrappolano il nervo, dando vita alla cosiddetta sindrome del muscolo piriforme. E’ una tecnica che noi abbiamo iniziato ad applicare per l’endometriosi, ma che si è verificata valida anche per altre problematiche”.
La neurochirurgia laparoscopica dell’endometriosi prevede due tipi di intervento. “In genere procediamo con una decompressione nervosa laparascopica che mettiamo in atto quando il nervo viene compresso da un nodulo endometriosico – spiega Ceccaroni -. Se invece il nervo è anche infiltrato dal tessuto effettuiamo la neurolisi, una sorta di pulizia profonda del nervo stesso”.
I risultati sono sorprendenti: “Già dal giorno seguente all’intervento la paziente avverte di aver migliorato la mobilità dell’arto. Per alcune è necessario un lungo percorso riabilitativo, con fisiatri, fisioterapisti e terapisti del dolore, per restituire al muscolo il ripristino della sua forza e del suo tono e alla gamba la sua funzionalità“.
Nonostante siano interventi complessi, le complicanze sono trascurabili rispetto ai vantaggi: solo il 25% sviluppa una neurite (infiammazione del nervo), ma è un problema che si risolve in poco tempo, con le adeguate terapie. D’altro canto, l’aggravamento della patologia ed il suo progredire, possono in alcuni casi determinare lesioni irreversibili che portano alla perdita dell’uso di un arto inferiore o dolori cronici invalidanti, refrattari a qualsiasi tipo di terapia “.
Mentre il tasso di recidiva è del 7% , lo stesso per qualsiasi intervento di endometriosi. “Non è detto che la malattia si ripresenti a livello dei nervi – chiarisce il medico – E non è neppure automatico che si debba procedere dopo anni con un altro intervento. In molti casi l’endometriosi è curabile farmacologicamente, con una terapia ormonale”.
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elena.zuppini@sacrocuore.it