Tre operatori del “Sacro Cuore Don Calabria” lavoreranno per un anno all’ospedale Divina Providencia dell’Opera calabriana

Da Negrar a Luanda con la trepidazione di rincontrare una terra, quella africana, che hanno già conosciuto e che, raccontano, “è capace di donarti più di quanto sei in grado di dare”. Sergio Cavagna, infermiere del Pronto Soccorso, Angelo Peretti, tecnico di laboratorio dell’Anatomia Patologica, e Gian Paolo Chiecchi, infermiere della Medicina generale, entro gennaio si recheranno per un anno (“rinnovabile”, sottolineano all’unisono) in Angola per lavorare nell’ospedale Divina Providencia dell’Opera Don Calabria, punto di riferimento per i più poveri in un quartiere, quello di Golf, che conta 1 milione di abitanti. Con loro anche Angela Chesini, moglie di Gian Paolo, collaboratrice dell’Ummi, l’Unione medico missionaria italiana, l’organizzazione non governativa legata al “Sacro Cuore Don Calabria”.

Giovedì 7 gennaio la direzione e i colleghi dell’ospedale di Negrar hanno voluto salutarli con una messa celebrata nella cappella del santo fondatore, a cui ha partecipato anche Stefania, tecnico di laboratorio. “Per un anno farò parte di un comunità veronese di suore di clausura – racconta Stefania -. Anche questa è una terra di missione, da dove potrò aiutare con la preghiera e con le opere caritative le tante persone che anche in città come le nostre hanno bisogno di sostegno. Poi? Deciderà il Signore…”.

Per Sergio e Angelo il viaggio verso Luanda è un ritorno. “Ho lavorato nell’ospedale Divina Providencia per tre anni, dal 2001 al 2003 – sottolinea Sergio Cavagna, 49 anni, di origini trentine -. Per altri due anni (dal 2006 al 2008) sono stato in Mozambico con il Cuamm-Medici con l’Africa e successivamente per un anno in Guinea Bissau. Forse quella della missione è la mia vera strada… A Luanda opererò in un Centro di formazione per infermieri, quindi sarà un lavoro più didattico che sanitario”.

Nel nosocomio angolano Angelo Peretti, 30 anni, è ormai “di casa”: “Per me è la terza volta: ci sono stato per un mese, poi per sei mesi, e adesso per un lasso di tempo adeguato… Lavorerò sempre come tecnico, ma in un laboratorio di analisi chimico-cliniche”. Entrambi definiscono l’esperienza precedente “molto bella, in un contesto sanitario totalmente differente a quello a cui siamo abituati”. “Dagli angolani c’è tanto da imparare – dice Angelo – soprattutto per quanto riguarda il loro modo di concepire la vita. Vivono il momento con una certa serenità e vanno avanti con quel poco che hanno”. “Sono persone molto orgogliose – prosegue Sergio – quindi bisogna entrare nel loro mondo con rispetto. Ma hanno il pregio, a differenza di noi, di andare all’essenziale, anche per quanto riguarda il rapporto con l’altro”.

Anche per Gian Paolo, 34 anni, e Angela, 28 anni, la realtà missionaria non è una novità. Oltre a far parte di gruppi missionari parrocchiali, Gian Paolo è stato in Kenia per tre anni con la Comunità Papa Giovanni XXIII, mentre Angela è stata un mese in Bolivia. “Volevamo vivere questa esperienza assieme – raccontano -. In contesti come quelli africani s’impara a non dare per scontata la nostra quotidianità: come dormire sotto un tetto, mangiare tutti i giorni o disporre di cure mediche. S’impara ad essere grati alla vita per quello che abbiamo”.

L’ospedale Divina Providência di Luanda, fondato nel 1994, è convenzionato con il sistema sanitario angolano ed è inserito in un quartiere dove esiste una sola struttura sanitaria pubblica e molte cliniche private, inaccessibili, quest’ultime, per le moltissime persone povere del popoloso quartiere. Conta oltre 100 posti letto distribuiti in tre reparti: medicina generale, pediatria e centro nutrizionale per far fronte alla malnutrizione infantile. Inoltre sono stati riservati degli spazi per la cura della tubercolosi e dell’Aids, patologie molto diffuse in Angola. L’ospedale offe anche visite specialiste (stomatologia, ortopedia e optometria), trasfusioni, analisi chimico-cliniche ed esami radiologici. Nel 2013 sono stati eseguiti 218.461 esami di laboratorio e 10.533 radiografie.

Una parte fondamentale del lavoro sanitario della Congregazione dei Poveri Servi della Divina Provvidenza nel quartiere Golf è la rete dei posti di salute. Operano infatti cinque poliambulatori sparsi sul territorio, che si occupano dei casi che non richiedono il ricovero. Nei posti di salute vengono effettuate visite generali, pediatriche e prenatali, analisi del sangue e soprattutto vaccinazioni. Nel 2013 le vaccinazioni sono state 57.565. L’Opera Don Calabria è presente in Angola dal 1982 e le case calabriane si trovano a Luanda, Benguela, Saurimo, Uige, Huambo, Kuimbae Mukonda. Le attività, oltre a quella ospedaliera, sono di tipo sociale (in particolare con accoglienza di bambini), parrocchiale e vocazionale.

elena.zuppini@sacrocuore.it

Nella foto di copertina, da sinistra, Angelo Peretti, Sergio Cavagna, Angela Chesini e Gian Paolo Chiecchi. Nella Photo Gallery alcune immagini dell’ospedale Divina Providencia di Luanda