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I dottori Marcello Ceccaroni e Stefano Scarperi firmano il primo studio al mondo pubblicato sull’utilizzo della termoablazione con radiofrequenza per la cura dell’adenomiosi, una patologia ginecologica invalidante.

Porta la firma del dottor Marcello Ceccaroni e del dottor Stefano Scarperi, rispettivamente direttore e medico del Dipartimento per la tutela della salute e della qualità di vita della donna (Unità operativa complessa di Ginecologia e Ostetricia) dell’ospedale Sacro Cuore Don Calabria, il primo studio al mondo pubblicato (in allegato il testo) sull’utilizzo della termoablazione con radiofrequenza per la terapia non invasiva dell’adenomiosi, patologia ginecologica benigna, spesso invalidante, la cui terapia fino a pochi anni fa si limitava all’intervento di isterectomia.

Lo studio multicentrico è stato pubblicato sul Journal of the Society of Laparoendoscopic Surgeons (JSLS), la rivista ufficiale della Società americana di laparoscopia. Lo studio ad oggi ha coinvolto 60 donne tutte candidate all’asportazione dell’utero e ha avuto la durata di tre anni. Il dottor Ceccaroni ha dato il suo contributo per la parte scientifica, mentre il dottor Scarperi ha coordinato la ricerca ed eseguito i trattamenti essendo il Sacro Cuore Don Calabria – già centro di riferimento per la terapia chirurgia dell’endometriosi – , l’unico ospedale in Italia ad offrire questa terapia.

L’adenomiosi si manifesta quando il tessuto endometriale (la mucosa che riveste la parte interna dell’utero soggetta a modifiche durante il ciclo mestruale) invade il miometrio, cioè la parete muscolare dell’utero. La patologia è causa di mestruazioni dolorose e molto abbondanti, di perdite ematiche fuori dal periodo mestruale, di dolore durante i rapporti sessuali ed infine di infertilità. La prevalenza riguarda il 20-25% delle pazienti che sono state sottoposte a isterectomia e si manifesta soprattutto in donne in tarda età riproduttiva, dai 40 ai 50 anni.

Fino a pochi anni fa, la terapia per adenomiosi sintomatica si limitava all’intervento di asportazione dell’utero, quando la patologia non rispondeva alla cura ormonale. L’evoluzione della diagnostica per immagini – come l’ecografia transvaginale e la risonanza magnetica – ha permesso di ottenere informazioni molto più precise circa la presenza e il volume dell’adenomiosi.

Tra le nuove terapie la termoablazione con radiofrequenza, diventata nell’ultimo decennio degli anni Novanta un’opportunità terapeutica internazionalmente condivisa, in particolare per il trattamento di tumori solidi non asportabili e più recentemente, per il trattamento chirurgico conservativo dei fibromi uterini. Da circa 4 anni la termoablazione con radiofrequenza viene usata anche per la cura dell’adenomiosi e i ginecologi di Negrar sono i primi a pubblicare i risultati del trattamento.

“Ci serviamo di un particolare ago a radiofrequenza (la foto nella Gallery) che viene inserito nell’utero sotto guida laparoscopica – spiega il dottor Scarperi -. Una volta centrata la lesione si produce un riscaldamento dell’adenomiosi ad una temperatura di 98°. A questa temperatura il tessuto malato va incontro ad un fenomeno di apoptosi”. Si tratta di una sorte di “morte cellulare programmata”, un processo fisiologico delle cellule che non provoca traumi immediati ma permette la “trasformazione” del tessuto malato per lasciare posto ad una piccola cicatrice. Transizione che nel caso del trattamento dell’adenomiosi avviene nell’arco di tre mesi.

“Le donne sottoposte a termoablazione con radiofrequenza dopo la terapia riferiscono di una riduzione drastica dei sintomi – sottolinea il medico – che corrisponde ad un’altrettanta riduzione del tessuto dell’endometrio nella parte esterna dell’utero. Alcune hanno potuto realizzare il sogno di diventare madri”. L’intervento avviene in una sola seduta e la paziente viene dimessa il giorno seguente se non vi sono motivi per prolungare il ricovero.

L’Unità operativa complessa di Ginecologia e Ostetricia è centro di riferimento nazionale per la terapia chirurgica dell’endometriosi, con circa 1.500 interventi annuali, di cui 700 di endometriosi severa e si pone, anche grazie a questa tecnologia, come leader nel trattamento completo dell’endometriosi e dell’adenomiosi.

elena.zuppini@sacrocuore.it