In occasione della ricorrenza liturgica del Sacro Cuore, festa patronale dell’IRCCS di Negrar, sono state inaugurate due nuove macchine biomedicali: una Risonanza Magnetica ad alto campo (3Tesla) e una nuova Pet-Tc. Due macchine, dotate anche di intelligenza artificiale, che rilevano i più piccoli dettagli anatomici e funzionali, effettuando esami diagnostici più veloci e garantendo maggior confort per i pazienti. Le nuove dotazioni tecnologiche aumentano ulteriormente la qualità dell’attività diagnostica del “Sacro Cuore Don Calabria” a vantaggio della cura del paziente, soprattutto, ma non solo, nel campo oncologico.

Taglio del nastro per due nuove apparecchiature biomedicali questa mattina all’IRCCS di Negrar in occasione della ricorrenza liturgica del Sacro Cuore, festa patronale dell’Ospedale. Si tratta di una Risonanza Magnetica (RM) con elevato campo magnetico (3Tesla), collocata presso il Servizio di Diagnostica per Immagini, diretto dal dottor Giovanni Foti, e della nuova PET della Medicina Nucleare, diretta dal dottor Matteo Salgarello. Sono due nuove acquisizioni tecnologiche di ultima generazione, che vanno ad aumentare ulteriormente la qualità dell’attività diagnostica del “Sacro Cuore Don Calabria” a vantaggio della cura del paziente, soprattutto, ma non solo, nel campo oncologico.

Mons. Roberto Campostrini

La mattinata si è aperta con la Messa presieduta da mons. Roberto Campostrini, vicario generale della Diocesi di Verona. Erano presenti il presidente dell’IRCCS, fratel Gedovar Nazzari (leggi il suo intervento), l’amministratore delegato, Mario Piccinini, il direttore sanitario, dottor Fabrizio Nicolis, il direttore amministrativo Claudio Cracco, e tra gli ospiti il direttore generale dell’Università di Verona, Federico Gallo, il direttore generale dell’Ulss 9, Pietro Girardi, e il sindaco di Negrar, Roberto Grison.

Con le nuove apparecchiature, salgono così a cinque le Risonanze Magnetiche (quattro con campo magnetico di 1,5 Tesla: due in Diagnostica per immagini e altrettante in Radioterapia) in dotazione all’Ospedale di Negrar. Le PET sono due, con la nuova che si aggiunge a quella installata nel 2015.

La RM 3Tesla viene utilizzata per indagini su gran parte dei distretti anatomici: encefalo, addome superiore (fegato e pancreas) e inferiore (prostata e apparato ginecologico), ambito muscolo-scheletrico. Inoltre è particolarmente adatta per le angio-risonanze che comprendono encefalo, collo, torace, addome e arti inferiori. Gli esami PET sono indicati per le patologie oncologiche, neurologiche (decadimento cognitivo e malattia di Alzheimer) e ortopediche per quanto riguarda le infezioni. La finalità degli esami PET non è solo diagnostica, ma anche di follow up per verificare l’efficacia della terapia.

Dr. Mario Piccinini

“L’acquisizione di tecnologie di ultima generazione ha un unico fine che è lo stesso del nostro fondatore: mantenere l’ospedale sempre all’altezza dei tempi”, ha detto l’Amministratore Delegato, Mario Piccinini. “Utilizzare macchinari per la diagnostica all’avanguardia, significa poter offrire le migliori cure al paziente. Naturalmente anche le tecnologie più innovative non potrebbero fare molto senza un personale preparato professionalmente e anche umanamente, come quello del “Sacro Cuore Don Calabria”.

 

Macchine complementari

 

Da sinistra il dottor Alberto Beltramello, neuroradiologo, e il dottor Eugenio Oliboni, vicedirettore della Diagnostica per immagini

Entrambe le macchine sono state realizzate della multinazionale United Imaging (con sede di sviluppo a Houston) e pur utilizzando metodiche di immagini differenti, sono complementari: la Risonanza Magnetica fornisce informazioni dettagliate su anomalie morfologiche di organi e tessuti grazie a un campo magnetico; la PET (con TAC integrata) rileva le alterazioni funzionali degli stessi, attraverso la somministrazione al paziente di radiofarmaci. Molti protocolli – per esempio per la Malattia di Alzheimer o per il tumore alla prostata – prevedono l’esecuzione di entrambi gli esami per il completamento della diagnosi.

 

Rilevano i più piccoli dettagli morfologici e funzionali
Dr. Matteo Salgarello, direttore della Medicina Nucleare, davanti alla nuova PET

Si tratta di esami possibili anche con Risonanze Magnetiche a più basso campo (1 e 1,5 Tesla,) e da PET analogiche e  non digitali come quella appena acquistata dal “Sacro Cuore Don Calabria”, ma l’upgrade tecnologico di entrambi i macchinari consente diagnosi più dettagliate, grazie a una maggiore risoluzione spaziale che rileva anche i più piccoli dettagli morfologici e funzionali, e riduce in modo rilevante i tempi degli esami aumentando il comfort per il paziente.

Comfort per il paziente ed esami più veloci

Comfort, che nel caso della RM è dato anche dalla maggiore ampiezza del tubo di scansione dove si posiziona il paziente, il cui diametro è di 75 cm, il più ampio a disposizione tra le macchine in commercio. Questo permette anche a coloro che soffrono di claustrofobia di affrontare e portare a termine l’esame e ai pazienti in generale di restare immobili per tutta la durata, riducendo così il rischio di artefatti (immagini non corrispondenti alla realtà anatomica) dovuti al movimento.

Mentre per quanto riguarda la PET la tecnologia digitale, rispetto a quella analogica, oltre a rilevare anche i più piccoli dettagli, garantisce maggiore sensibilità: si passa dai 15 minuti dell’esame standard agli 8 grazie alla nuova macchina e con una somministrazione inferiore di radiofarmaco. Anche in questo caso a vantaggio di un maggior comfort per il paziente (non deve restare a lungo nell’apparecchio senza muoversi) che viene inoltre sottoposto a una minore dose di radiazioni.

Entrambe le macchine sono dotate di programmi di intelligenza artificiale 

Sia la PET che la RM sono dotate di programmi integrati di intelligenza artificiale (AI). Per quanto riguarda la PET sono già applicati e hanno l’obiettivo di dimezzare ulteriormente la tempistica degli esami: è possibile effettuare un esame whole-body (su tutto il corpo) in soli 4 minuti, la metà rispetto i tempi consentiti dalla sola tecnologia digitale.

Anche la RM è dotata di programmi di AI, per ora utilizzati solo a scopo di ricerca perché non ancora provvisti di marchio CE. Pure in questo caso agiscono sulla durata dell’esame, da sempre poco tollerato dai pazienti per la lunghezza. Una RM all’addome secondo il protocollo standard richiede dai 20 ai 25 minuti, con il supporto dell’intelligenza artificiale, quando sarà possibile applicarla, si scende a 10-15 minuti. La riduzione dei tempi di esame da una parte va a vantaggio di una diagnosi più completa, perché vi sono i margini per effettuare sequenze di scansioni particolari senza procurare troppo disagio al paziente; dall’altra riduce il rischio che il paziente si muova all’interno del tunnel. La velocità di scansione della RM 3Tesla, potenziata dai programmi di intelligenza artificiale, potrebbe rendere fattibili esami in grado di identificare con dettaglio anatomico le strutture in movimento, in particolare i tendini dell’apparato osteoarticolare o l’intestino. Un’ipotesi di applicazione della RM su cui stanno lavorando i medici e i tecnici del Servizio di Diagnostica per immagini in collaborazione con la casa produttrice United Imaging.

L’attività della Diagnostica per immagini e della Medicina Nucleare

 

 

 

 

 

 

La Diagnostica per immagini nel 2022 ha effettuato 127.198 prestazioni di carattere radiologico, di cui 20.233 risonanze magnetiche. Con la nuova RM 3Tesla, da gennaio, vengono eseguiti circa 25 esami al giorno.

Lo    scorso anno al Servizio di Medicina Nucleare hanno avuto accesso 5.949 pazienti. Gli esami PET, con la presenza di due Tomografi, sono stati circa 6mila, con oltre il 29% di pazienti provenienti da fuori regione. Il 70% delle diagnosi sono oncologiche grazie alla disponibilità di una vasta gamma di radiofarmaci, alcuni dei quali prodotti direttamente dall’Officina Radiofarmaceutica dell’Ospedale.

Da sinistra Fr. Gedovar Nazzari (presidente), dr. Salgarello, Mario Piccinini (amministratore delegato), Claudio Cracco (direttore amministrativo)