La pandemia di Covid 19 porta con sé un pesante impatto sulla salute e sul benessere di tutti, ma in particolare sulle persone fragili. Tra queste i pazienti compiti da demenza. Gli effetti negativi dell’isolamento sociale su di essi rileva ancora una volta l’importanza della stimolazione cognitiva per la conservazione delle abilità residue. La riflessione del Centro disturbi cognitivi e demenze in occasione della giornata mondiale dell’Alzheimer che si celebra il 21 settembre

L’impatto della pandemia è stato particolarmente gravoso per le persone con demenza anche per coloro che non si sono ammalate di Covid-19. Questo in termini di importante impatto sulla vita sociale, accentuazione dei disturbi cognitivi, ulteriore perdita dell’indipendenza funzionale e aggravamento o comparsa di disturbi comportamentali.

GLI EFFETTI DELL’ISOLAMENTO PER I PAZIENTI E I CAREGIVER

In un’indagine condotta dal gruppo di studio della Società italiana di Neurologia per le Demenze (SINdem) che ha coinvolto, a livello nazionale, quasi 5.000 caregiver (“coloro che si prendono cura del malato”) si è assistito, nelle persone affette da demenza, ad un peggioramento delle manifestazioni neuropsichiatriche (ansia, aggressività, apatia, alterazioni della personalità, disturbi dell’umore) nel circa 60% dei casi. Parallelamente, sono aumentati in modo considerevole i livelli di stress e carico assistenziale per familiari e caregiver a causa dei cambiamenti imposti dall’emergenza nelle routine quotidiane, nell’impossibilità di ricorrere a strategie per il contenimento delle manifestazioni comportamentali (come uscire per una passeggiata), nell’isolamento prolungato e nella sospensione delle attività fornite dai Servizi (per es. Centri diurni).

L’ESPERIENZA DEL NOSTRO CENTRO DISTURBI COGNITIVI E DEMENZA

Nel corso della prima ondata, anche il nostro Centro Disturbi Cognitivi e Demenze, come altri, ha dovuto sospendere o limitare fortemente le proprie attività. Sono stati posticipati appuntamenti per visite specialistiche e sospese le attività di stimolazione cognitiva ed i gruppi di supporto per familiari.

Si è cercato, tuttavia, di implementare interventi da remoto con telefonate o e-mail che hanno consentito di identificare situazioni a rischio, monitorare le condizioni cliniche delle persone con demenza, supportare le famiglie che si sono trovate da sole ad affrontare una quotidianità complicata.

Dai contatti avuti, è risultato che tale condizione di isolamento sociale e riduzione degli stimoli cognitivi, fisici e ambientali abbiano avuto un impatto importante sulla quotidianità delle persone affette da demenza. L’impossibilità di uscire di casa, avere scambi con parenti e amici, di mantenere una routine caratterizzata da stimoli familiari ha comportato lo sviluppo di problematiche emotive (come la depressione, l’apatia e l’astenia) e dei cambiamenti del comportamento (aumento dell’irritabilità e dell’aggressività, disturbi del sonno e dell’alimentazione) inficiando sul benessere psicofisico del malato e del familiare che se ne prende cura.

L’IMPORTANZA DELLA STIMOLAZIONE COGNITIVA

Appena le condizioni epidemiologiche e le disposizioni lo hanno permesso, il CDCD ha deciso di riprendere le attività di stimolazione cognitiva del progetto avviato ormai da alcuni anni dell’Officina della Memoria”, organizzando gruppi più piccoli e vigilando costantemente sul mantenimento delle misure anti-contagio. Superando i primi timori, tutti i partecipanti ai gruppi e i loro familiari hanno condiviso l’importanza di ritrovarsi di persona.

Col mese di settembre ripartiranno quindi tutti i gruppi di stimolazione cognitiva dell’ Officina della Memoria”, in due sedi, ovvero presso l’ospedale di Negrar e presso il Centro Diagnostico (Via San Marco 121) a Verona. L’attività è rivolta sia a persone con decadimento cognitivo di grado lieve-moderato, sia a individui sani, che vogliono allenare la propria mente in un’ottica “preventiva”.

Nonostante la natura neurodegenerativa della malattia, l’intervento precoce favorisce il mantenimento il più a lungo possibile della propria autonomia. Il cervello, infatti, ha a disposizione una riserva neuronale che, se opportunamente stimolata con attività fisica e cognitiva, può sopperire alla degenerazione indotta dalla malattia.

RIPRENDONO I GRUPPI PROMOSSI DAL CDCD
  • Per i pazienti

Le attività di stimolazione cognitiva di gruppo, condotte dalla dr.ssa Cristina Baroni (psicologa) si suddividono in cicli di 12 incontri settimanali, in cui, in un ambiente di condivisione e disponibilità, vengono proposti esercizi cognitivi mirati e compiti a casa.

  • Per i familiari

Per i familiari di persone affette da demenza, sono offerti dei colloqui individuali, condotti dalla dr.ssa Cecilia Delaini (psicologa e psicoterapeuta), di supporto psicologico, di implementazione delle strategie di comunicazione, di gestione dello stress derivato dall’assistenza e delle problematiche comportamentali. E’ possibile prenotare tale colloquio tramite impegnativa.

Per i parenti dei partecipanti ai gruppi, sono inoltre offerti gratuitamente 3 incontri annuali di gruppo, in cui si propone una psicoeducazione sulla demenza e sui i principali cambiamenti ad essa correlati, si forniscono strategie per la gestione delle problematiche assistenziali e si favorisce una condivisione dei vissuti emotivi e pratici dei familiari.

La difficoltà vissuta dai pazienti del nostro CDCD durante il periodo Covid-19, sottolinea quanto la socialità e la stimolazione cognitiva, ambientale e fisica influisca sul benessere psicofisico e sul rallentamento della progressione della malattia. Il nostro CDCD ci tiene a sottolineare l’importanza di favorire la creazione di un contesto stimolante per il paziente, di agire sull’ambiente familiare al fine di ridurre i conflitti e favorire l’uso di strategie di compenso. Tramite la proposta di visite ambulatoriali, di gruppi di stimolazione e di supporto per i familiari, il CDCD ha l’obiettivo di proporre un servizio di cura, sostegno e prevenzione per i suoi pazienti ed i loro caregivers.

L’équipe del Centro disturbi cognitivi e demenze