In occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne, mercoledì 27 novembre all’IRCCS di Negrar si terrà un incontro con i rappresentati della rete di presa in carico delle vittime: i sanitari, l’assistente sociale, le case- rifugio e le associazioni. Nel 2024 sono stati 22 i casi identificati come violenza di genere dagli operatori del Pronto Soccorso del Sacro Cuore Don Calabria
L’ospedale, e non solo il Pronto Soccorso, come luogo privilegiato dove intercettare le donne vittime di violenza e dare loro una via di uscita grazie alla presa in carico da parte di una rete che comprende non solo i sanitari, ma anche gli assistenti sociali, le case di accoglienza e le associazioni. Un circuito virtuoso già presente da anni sul nostro territorio, ma che necessità di essere sempre alimentato da un’azione di sensibilizzazione verso un fenomeno ancora troppo sommerso e negato anche da chi lo subisce.
“Violenza di genere: dalla percezione dei segnali alla presa in carico” (per il programma clicca qui) è il titolo dell’incontro che – nell’ambito della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne – si terrà mercoledì 27 novembre a partire dalle 14 presso la sala convegni Fr. Perez dell’Ospedale di Negrar. Aperto alla cittadinanza, il convegno è promosso dal dottor Giuseppe Deledda, responsabile della Psicologia clinica del Sacro Cuore Don Calabria, e vedrà, tra gli altri, anche l’intervento della professoressa Fulvia Signani – psicologa, psicoterapeuta e docente di Sociologia di genere all’Università di Ferrara – su “Alla ricerca dei prodomi dimenticati”. “I prodomi sono i segnali di violenza non riscontrabili sul piano fisico e non espressi a parole”, afferma il dottor Deledda. “Manifestazioni di disagio da parte della donna, di chiusura, verso i quali tutti dovremmo sviluppare maggiore sensibilità, ma in particolare gli operatori sanitari che hanno l’opportunità nella riservatezza anche di una semplice visita di andare oltre il puro aspetto clinico. E’ necessario imparare a riconoscerli”.
L’IRCCS di Negrar nel 2017 ha sottoscritto il protocollo “per la segnalazione e la presa in carico urgente di donne vittime di violenza”, insieme a Ulss 9 Scaligera-Distretto Ovest Veronese, i Comuni della stessa zona, e la Clinica Pederzoli di Peschiera. L’obiettivo è quello di “assicurare interventi urgenti di presa in carico e inserimento in strutture protette delle donne vittime di violenza affinché possano determinarsi nella scelta di uscire dalle situazioni di violenza”.
Quest’anno sono già 22 – lo stesso numero dell’intero 2023 – i casi identificati ufficialmente come “violenza di genere” (i sanitari li segnalano attraverso un’apposita scheda) che si sono rivolti al Pronto Soccorso del “Sacro Cuore Don Calabria”. Come spiegherà il dottor Flavio Stefanini, primario, e la dottoressa Paola Riolfi, si tratta di donne di tutte le età, la gran parte di nazionalità italiana, con titoli di studio differenti e appartenenti a tutti i ceti sociali, a dimostrazione che la piaga della violenza è veramente trasversale. In base al protocollo, uno dei primi contatti della vittima è con l’assistente sociale, che ha il compito di attivare la presa in carico, un passaggio molto delicato che sarà illustrato durante il convegno da Francesca Martinelli, assistente sociale dell’IRCCS di Negrar.
La psicologa Benedetta Tesoro porterà invece la sua testimonianza come coordinatrice dell’area donne di casa S. Benedetto- Fondazione Don Calabria per il Sociale, che dispone di due case rifugio. In sei anni le strutture hanno accolto 64 donne con i loro 79 bambini. La dottoressa Tesoro, con le sue collaboratrici, è costantemente impegnata nelle scuole, in parrocchie e nelle associazioni sportive per sensibilizzare le nuove generazioni sulle diverse tipologie di violenza affinché siano viste e riconosciute. La stessa fondamentale attività viene svolta anche dalle associazioni del territorio, di cui parlerà la dottoressa Teresa Zuppini, già direttore della Farmacia Ospedaliera e socia del Soroptimist International di Verona. Il sodalizio – che fa parte della Consulta delle Associazioni femminili – nel corso degli anni ha sviluppato numerosi progetti in favore delle donne in difficoltà. In particolare ha contribuito alla realizzazione delle aule di ascolto protetto per donne e minori vittime di violenza, prima in Tribunale (2013), poi presso il Comando provinciale dei Carabinieri (2020) e infine, lo scorso anno, in Questura.